Carcinoma adrenocorticale e recidive: uno studio retrospettivo

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio 2023

Carcinoma adrenocorticale e recidive: uno studio retrospettivo

Titolo originale dell'articolo: The management of postoperative disease recurrence in patients with adrenocortical carcinoma: a retrospective study in 106 patients

Titolo della rivista: European Journal of Endocrinology

Data di pubblicazione originale: 19 gennaio 2023

I risultati dello studio retrospettivo coordinato da Massimo Terzolo e sostenuto da AIRC portano a una maggiore comprensione dei pazienti con recidive da carcinoma adrenocorticale.

A volte la ricerca sui tumori richiede di fermarsi, guardare un poco indietro nel tempo e fare un bilancio tra i risultati delle terapie in uso e i loro effetti. Le indagini di questo tipo si chiamano studi retrospettivi e permettono di aggiornare le strategie terapeutiche o di individuare fattori predisponenti e predittivi di una certa malattia, alla luce degli esiti di numerosi pazienti lungo un certo numero di anni. Possono anche aiutare a comprendere come gestire le recidive, cioè la ricomparsa di cellule tumorali dopo un trattamento. In particolare, un raro cancro del sistema endocrino, il carcinoma adrenocorticale, si ripresenta nel 30-80 per cento dei pazienti, ma è poco studiato dalla comunità scientifica. Per compensare questa lacuna, Massimo Terzolo dell’Università degli studi di Torino e il suo gruppo hanno pubblicato i risultati delle loro indagini sulla rivista European journal of Endocrinology, grazie al sostegno di AIRC.

L’analisi retrospettiva è partita dalla selezione di 106 persone con carcinoma adrenocorticale in cura presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano. Per essere idonei allo studio, i pazienti dovevano aver sviluppato una recidiva dopo la rimozione chirurgica del tumore, in un periodo compreso tra il 2001 e il 2019. In questi anni i pazienti sono stati monitorati costantemente e hanno seguito diversi protocolli di cura a seconda della loro situazione. Sono stati sottoposti per esempio a intervento chirurgico, a radioterapia o a terapia farmacologica. I partecipanti dovevano inoltre possedere una documentazione completa del loro percorso, in cui fossero indicati per esempio la data della prima diagnosi, il tipo di trattamenti effettuati e i loro risultati, l’età e lo stadio del tumore al momento della recidiva. Raccogliere più informazioni possibili è infatti fondamentale negli studi retrospettivi. Infine i pazienti sono stati divisi in tre gruppi: il primo comprendeva i malati con un’unica lesione, ovvero una sola massa tumorale in una sede differente da quella originaria, il secondo quelli con diverse lesioni in un unico organo, il terzo quelli con diverse lesioni in più organi.

A marzo 2020 è giunto il momento di raccogliere i risultati e valutare come i diversi gruppi avessero risposto ai trattamenti. Queste sono state le principali scoperte:

  • la maggior parte dei pazienti in tutti e tre i gruppi ha sviluppato più lesioni in diverse sedi;
  • quando era presente una sola lesione, questa era localizzata prevalentemente nel polmone;
  • l’età media in cui si sono presentate le recidive è stata di 48 anni, con una maggioranza nelle donne;
  • i pazienti con una sola lesione hanno avuto una prognosi migliore rispetto agli altri;
  • il tempo intercorso tra l’intervento chirurgico e la recidiva ha condizionato la prognosi: quanto più la recidiva si è presentata tardi nel tempo e tanto maggiore è stata l’aspettativa di vita dei pazienti;
  • infine, la chirurgia, eventualmente combinata a tecniche di radiologia interventistica e alla radioterapia, sembra essere il metodo più efficace per la cura delle recidive.

Studi come questo permettono di comprendere a fondo la situazione dei pazienti per orientare al meglio i percorsi di cura. Inoltre rendono più facile identificare i campanelli d’allarme per capire quando è opportuno somministrare cure specifiche per i casi più gravi. Nonostante siano necessarie ulteriori analisi per confermare i risultati ottenuti, l’articolo rappresenta un punto di partenza per rendere più efficace il trattamento delle recidive del carcinoma adrenocorticale. Una condizione poco studiata, ma non per questo meno rilevante.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/