Ultimo aggiornamento: 18 giugno 2018
Una vita di successi sia in pedana che a fianco della ricerca.
Margherita Granbassi inizia la sua carriera giovanissima, vincendo a 12 anni il suo primo Campionato italiano giovanile. Nel 2004 vince i mondiali a squadre a New York e si qualifica per le Olimpiadi di Atene. Nel 2005 vince la Coppa del Mondo. Nel 2006 il traguardo più grande: al Campionato mondiale di scherma a Torino si laurea campionessa del mondo di fioretto individuale, vincendo la medaglia d'oro e precedendo le altre 2 campionesse azzurre in un podio tutto italiano. L'anno dopo arriva il bronzo europeo a San Pietroburgo, mentre ai Mondiali è seconda dietro Valentina Vezzali in un altro podio completamente azzurro. Nel 2008, dopo aver conquistato un argento europeo, si qualifica per le Olimpiadi di Pechino, dove conquista la sua prima medaglia olimpica: il bronzo nel fioretto individuale. Il 16 agosto, sempre nell'ambito di Pechino 2008, vince il bronzo anche nella gara a squadre. Nel 2009 vince l'oro a squadre ai Mondiali.
La sua carriera purtroppo è stata rallentata da alcuni infortuni, ma le vittorie non sono mancate. Così come non è mancato l’impegno a fianco della ricerca: Margherita è una testimonial convinta e appassionata del nostro impegno. Racconta: “Mia mamma è volontaria AIRC da sempre e in occasione dell’Azalea della Ricerca, delle Arance della Salute e di altre iniziative dedicate ad AIRC mi portava con sé sin da quando ero una bambina. Anno dopo anno è maturata in me la consapevolezza che stavo facendo qualcosa di bello, di utile”.
Margherita è stata il volto della campagna delle Arance della Salute, ha vestito i panni della “special coach” per i runner AIRC in gara alla Milano Marathon, è stata il volto della campagna “Una Margherita per AIRC” di AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio). Ha inoltre prestato il suo volto e la sua testimonianza per la campagna FIRC finalizzata a sostenere il futuro della ricerca sul cancro attraverso i lasciti testamentari. Nel 2017 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha consegnato il Premio AIRC “Credere nella Ricerca” perché rappresenta uno straordinario esempio di come si possa essere vicini ad AIRC in diversi modi: con la propria famiglia, impegnandosi come volontaria in piazza durante le campagne nazionali, con la propria popolarità messa al servizio della missione di AIRC e con il proprio tempo messo a disposizione delle numerose iniziative di comunicazione e raccolta fondi promosse dalla Fondazione.
“Nella mia carriera sportiva, ogni punto d’arrivo ha segnato una nuova partenza. Sia in pedana che nella ricerca, bisogna mettersi continuamente in gioco per sconfiggere l’avversario con l’affondo decisivo. Forse un giorno riuscirò a fare come mia mamma e a trasferire a mia figlia questa sensibilità, e spero che anche lei si impegni per dare un contributo alla ricerca”.