Ultimo aggiornamento: 18 giugno 2018
Da una diagnosi di tumore al cervello alla vittoria ai Mondiali di scherma: la storia di Paolo Pizzo, testimonial AIRC.
Paolo è un vincente: “Vincere per me vuol dire tutto. Non sono mai stato uno che partecipa e basta”. Il suo palmares lo dimostra: ha vinto la medaglia d'oro nella spada ai Mondiali di scherma nel 2011, la medaglia d’argento agli Europei di scherma di Strasburgo 2014 nella gara individuale e l’argento nella spada a squadre alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ai Campionati del mondo di Lipsia 2017 è arrivato il secondo titolo mondiale nel torneo individuale: “Un Mondiale non vale una vita, te lo puoi rigiocare, lottare e vincere, contro un tumore è il successo che ti cambia, per sempre...".
Quando è iniziata la sua gara più difficile, aveva 14 anni e frequentava il secondo anno dell'Istituto Tecnico Aeronautico. Era un ragazzo solare, vivace e soprattutto molto sportivo: tirava di scherma da quando aveva 7 anni, era bravo e aveva già vinto parecchie competizioni. “Avevo scelto la scherma, più che il calcio o la pallavolo, perché volevo mettermi alla prova in uno sport individuale, vedere cosa ero capace di fare”.
È la primavera del 1997, Paolo si sta preparando per un campionato di scherma che dovrà disputare a Rimini, ma comincia a soffrire di attacchi epilettici: “Sono arrivati all'improvviso, non sapevo neanche cosa fossero. La prima volta ero con mia sorella Marina e le ho chiesto di non dire niente, perché non volevo preoccupare nessuno. Dopo ho capito che rifiutavo la sola idea di essere malato: ero giovanissimo, non poteva succedere a me, temevo di dovere saltare il campionato italiano di categoria. Ma la seconda volta, lei ha insistito: ora lo diciamo a mamma e papà”.
Per Paolo comincia una serie di esami all'ospedale Garibaldi di Catania. Alla fine una risonanza rivela il problema: un ganglioma, un tumore al cervello di primo grado di malignità. L'operazione ha successo, ma la degenza post-operatoria è lunga e faticosa. A fine giugno del 1997 finalmente può uscire dall'ospedale e ricominciare ad allenarsi.
Il 13 ottobre 2011, Paolo vince la medaglia d'oro ai Mondiali di scherma di Catania. Ma lui campione lo era già: aveva vinto la sfida più importante.
“Da questa terribile esperienza una cosa l'ho imparata, quella di lottare sempre per le cose in cui credi e non arrendersi mai, neppure davanti a un tumore..." Dal podio, non si dimentica delle persone che gli hanno salvato la vita, i medici che l'hanno curato e trattato con immenso affetto: “C'è chi per curarsi va all'estero, o preferisce cliniche private, ma un ospedale pubblico, in Italia, a Catania, a me ha davvero regalato la vita. La mia esperienza dimostra che con la ricerca si può fare davvero tanto. E che un bambino di Catania, malato di tumore, può farcela, e addirittura diventare Campione del mondo”
Nel 2016 Paolo è uno dei protagonisti de I Giorni della Ricerca. “Essere testimonial dell’AIRC è un orgoglio per me. Non avevo mai parlato molto di quella malattia, ma il giorno in cui ho vinto l’oro nella mia città è stato un momento liberatorio. Da allora mi contattano giornalmente un sacco di persone malate. Ho capito che la mia storia rappresenta per loro una speranza”.