“Nella mia vita c’è ancora tanto da fare, tanto per cui sognare”

“Nella mia vita c’è ancora tanto da fare, tanto per cui sognare”

Ultimo aggiornamento: 18 giugno 2018

Livio ha già sconfitto il cancro una volta e ora sta combattendo di nuovo, in una battaglia in cui la ricerca dà sempre più speranza.

È l’estate del 1974. Livio ha solo 4 anni, quando comincia ad avvertire fortissimi dolori all’addome. Quella che sembrava un’appendicite si rivela in realtà una grande massa tumorale sul rene destro e Livio viene trasferito d’urgenza all’Istituto di Tumori di Milano.

“Ero molto piccolo, non mi ricordo molto, ma i giorni in ospedale me li ricordo bene. E devo dire che non è un brutto ricordo: l’ospedale era accogliente per noi bambini, c’erano tanti giochi e io non mi rendevo conto di cosa mi stava succedendo. Ma è stato un periodo molto duro, soprattutto per i miei genitori. Non mi abbandonavano mai, mi facevano sentire al sicuro. Non ho mai avuto paura perché con me sono sempre stati allegri e ottimisti”. Importantissimi per Livio sono anche i medici che lo hanno in cura: “Ho trovato un ambiente davvero rassicurante, anche dal punto di vista umano”.

Dopo le cure, Livio torna alla sua vita normale: “Certo avevo controlli continui, ma ho sempre vissuto la mia vita come e più di altri. Ho fatto di tutto. Pallacanestro per 20 anni, sci per 23, pattinaggio, atletica. Ho viaggiato e visto posti lontani e meravigliosi. La mia vita è stata ed è ancora piena e bellissima”.

A 21 anni però Livio ha una ricaduta: viene scoperto un neurinoma a clessidra di dimensioni molto elevate. Nel 1992 una doppia operazione per l'asportazione di una parte del neurinoma gli causa la perdita della funzionalità del piede sinistro per 6 mesi. “È stata dura, ma ho superato anche quello. Non mi sono arreso. E dopo 6 mesi ero di nuovo in piedi.”

Nel 1997 Livio deve subire un’altra doppia operazione per la rimozione di un'altra porzione di neurinoma, questa volta però c'è la definitiva perdita della funzionalità del piede sinistro. “A quel punto ho dovuto smettere di fare sport. Ma per il resto non ho rinunciato a nient’altro. La mia vita continua a essere piena di impegni e di bei momenti”.

Livio non ha mai smesso di fare il fotografo. È il suo lavoro, ma soprattutto la sua passione. Ha lavorato nel settore della moda, ma poi è passato a occuparsi di ritratti per privati e per artisti, reportage di matrimonio, fotografia pubblicitaria e fine art. Ha anche realizzato una mostra fotografica intitolata Shapes (of freedom), una rassegna di immagini che racconta indirettamente anche il suo percorso.

Livio oggi sta bene, anche se il pericolo non è passato del tutto. “La porzione restante di neurinoma, a causa di molteplici fattori, rende la sua asportazione difficoltosa e anche rischiosa”, per questo si sottopone ogni anno a una risonanza magnetica per monitorarne lo stato e guarda con attenzione ai progressi della ricerca e della chirurgia.

Intanto continua a condurre una vita normale. “Per fortuna ho finito con le terapie: faccio attività fisica per rinforzare i muscoli della schiena che dall’operazione hanno perso molto tono. Da quasi un anno pratico Krav Maga, una disciplina di autodifesa e combattimento ravvicinato che oltre alla sua intrinseca utilità mi ha aiutato a ridare tono a tutta la muscolatura del corpo. Vado avanti nel mio lavoro, da cui traggo grandi soddisfazioni. La malattia e la mia situazione non mi hanno impedito di inseguire i sogni a cui tengo né mai ci riusciranno”.