“Faccio il volontario AIRC per dire grazie alla ricerca”

Ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2024

Per Cristian rimanere in forma è essenziale: “Se conosco l’importanza di stare bene e di sentirsi bene – rivela – è perché io da bambino ho provato una sofferenza fisica infinita”.

Era il 1986, aveva 8 anni quando venne ricoverato all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna per forti dolori all’addome che inizialmente aveva tenuto nascosti ai suoi genitori. “Ho sempre avuto una grande sopportazione fisica, quando avevo dolori così lancinanti mi nascondevo”. La situazione apparve subito drammatica, i medici dissero che Cristian aveva un cancro: linfoma non Hodgkin infantile. Negli anni ’80 erano pochi i piccoli pazienti che sopravvivevano a questo tumore. Nel suo caso, i medici dissero ai genitori che la malattia aveva già avuto un decorso tale per cui era ormai inoperabile. Dovevano raccogliere tutte le loro forze, per dirgli addio.

“Ho nella memoria i cicli di chemioterapia, ho nella memoria la sofferenza mia e delle altre persone che mi erano accanto”, rivela commosso Cristian. Per lui sembrava non ci fossero speranze, non ci fosse un domani: “la ricerca sul cancro, a quei tempi, sembrava quasi una follia”. “Quella non fu follia, ma coraggio” afferma Cristian. Un coraggio che lo ha condotto, dopo un difficile percorso di cure, alla completa guarigione.

Oggi, grazie alla ricerca, i piccoli pazienti con il suo stesso tumore hanno oltre 70% di possibilità di guarigione. Cristian è volontario AIRC da 26 anni e i suoi occhi si illuminano quando si parla della Fondazione. “Fare il volontario è il ringraziamento più grande che posso dare a un ricercatore. L’obiettivo è raccogliere fondi per la ricerca; siamo più di 20mila volontari AIRC: gruppi veri di amici e di sostenitori. Ogni piccolo gesto di un volontario o di un donatore si converte subito in ricerca, e la ricerca in risultato clinico. Ogni giorno, ogni momento speso a fare ricerca può essere essenziale per raggiungere nuovi risultati”.

30 anni fa curare il cancro sembrava impossibile, oggi no. La ricerca di ieri è diventata la cura di oggi. Per questo dobbiamo sostenere adesso la ricerca, per cambiare il domani!