Ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2024
Laura ha scoperto di avere un pseudomixoma peritoneale, un tumore raro che ha origine nell’appendice. Oggi è guarita e fa il tifo per la ricerca, affinché possa aiutare e curare al meglio sempre più persone.
“Ti salva ciò che ami: per me è il mio impiego.” Laura, nata in Sicilia nel 1981, è una maestra elementare e per lei stare in mezzo ai suoi alunni significa vivere. Lo capisce quando le diagnosticano un tumore e uno dei primi aspetti di cui s’interessa è quando potrà tornare a insegnare.
Tutto inizia con dei dolori al basso ventre che la accompagnano spesso, con crisi forti e debilitanti. La colonscopia, però, non evidenzia nulla. Alla fine del 2018 i cognati, entrambi medici, la convincono ad approfondire facendo una tomografia computerizzata all’addome. La TAC mostra che c’è un’infiammazione a un moncone appendicolare, un residuo dell’appendice non rimosso nel corso dell’intervento di appendicite a cui si è sottoposta quando aveva vent’anni. Così, Laura effettua una laparoscopia per rimuoverlo. “Pensavo di aver chiuso finalmente questo capitolo. Ma mi sbagliavo” racconta Laura, perché l’esame del tessuto rivela che c’è un tumore.
Laura scopre così di avere uno pseudomixoma peritoneale, un tumore che origina nell’appendice e colpisce una persona su un milione. “Quando mi hanno spiegato che è un cancro molto raro non mi sono chiesta perché fosse capitato proprio a me. È successo e basta; certo, avrei preferito vincere alla lotteria, ma accanirsi contro il destino non serve.” Laura, che è appena andata a convivere, pensa ai bambini che la aspetteranno a scuola e a quelli che vorrebbe avere: “Il progetto di famiglia è solo rimandato: ho congelato i miei ovociti per curarmi e la speranza di diventare mamma rimane accesa dentro di me”.
L’intervento per rimuovere il tumore è lungo e i medici le fanno anche una chemioterapia intraperitoneale, una soluzione liquida che “pulisce” la zona. L’organismo reagisce bene e Laura torna presto dai suoi alunni: dopo 3 settimane. Anche due colleghe, poi, si ritrovano ad affrontare un tumore. Tutte si sostengono a vicenda per mettere in un angolo solitudine e paure, insieme.
“La malattia è uno spartiacque, crea per forza un prima e un dopo, e ti spinge a essere più consapevole, a capire davvero quello che vuoi e che potrai essere” racconta Laura, che dopo la guarigione decide di fare la differenza donando le sue cellule alla ricerca. Poi, scopre che un giovane ricercatore ha vinto una borsa di studio AIRC per indagare sul tipo di tumore che l’ha colpita. “Farò il tifo per lui: dobbiamo farlo tutti e donare per sostenere la vita.”