Quando Laura è mancata, le tre sorelle più piccole hanno esaudito le sue volontà destinando a IFOM un importante contributo
“Lina, guarda che se mangi due chicchi, uno è il tuo e uno è del padrone”. Lina la sente ancora la voce del padre, mezzadro, durante la vendemmia. Lei, bambina, che mangiava qualche chicco d’uva. Il padre che la riprendeva, perché quell’uva era preziosa.
La sua e quella delle sue tre sorelle è una storia che affonda le radici nell’Italia contadina a cavallo tra le due Guerre. Fatta di povertà, di un papà partito per il fronte e rimasto lontano per anni, felice di avere quattro figlie femmine, perché non avrebbero dovuto combattere; la storia di una famiglia che a un certo punto si è trovata costretta a lasciare tutto - i luoghi di origine, gli affetti, la vita di campagna - e ricominciare da zero alle porte della città, in fabbrica.
Negli anni le strade delle sorelle si sono divise, ma il legame tra loro non si è mai indebolito e in qualche modo è confluito nel sostegno alla ricerca oncologica.
“Laura era la più grande. Circa 15 anni fa si è ammalata di cancro al seno”, ricorda Lina, la terza delle quattro sorelle. “Ha dovuto fare due interventi, a entrambe le mammelle, nell’arco di un anno e per un po’ le cose sembrava andassero bene, finché non è stata colpita da una brutta broncopolmonite.
Laura, che nel frattempo ha perso anche il marito, ha continuato a convivere con la malattia. “Un giorno mi chiamò. Credo che se la sentisse che le cose stavano peggiorando”, racconta Lina. “Mi disse che avrebbe affidato a me i suoi averi; di parlare con le altre sorelle e di fare in modo che, dopo aver provveduto al pagamento di tutte le spese, devolvessimo ad AIRC la fetta più grossa di quel che rimaneva”.
Laura è mancata a novembre dello scorso anno. “Da quel momento, oltre al dolore per la sua perdita, per me è stata una grande responsabilità farmi carico delle sue volontà. Ma ho trovato il supporto delle mie sorelle. Nonostante non esistesse un testamento, nessuna di loro si è opposta alle volontà di Laura”, dice Lina.
Dopo aver venduto la casa di Laura, le tre sorelle hanno donato gran parte del ricavato ad AIRC, scegliendo di destinare la donazione a IFOM, il centro di eccellenza sulla ricerca sul cancro fondato e sostenuto da AIRC. Qui, oggi, una targa ricorda Laura e la sua generosità.
“Sono contenta che le cose siano andate così. Anche se, formalmente eravamo le sue eredi, era questo che voleva mia sorella. E poi veniamo da una cultura in cui si è abituati a vivere con poco e in cui se c’è qualcosa in più è normale condividerlo con chi ha bisogno. Figurarsi per una causa come la ricerca sul cancro: siamo state toccate tutte dalla malattia. Siamo consapevoli di quanto ci sia bisogno di ricerca”, conclude Lina.