Quando la filantropia guarda lontano

È un impegno importante e credo che possa portare a risultati altrettanto importanti. Senza ricerca non andiamo da nessuna parte e sarebbe bello se ci fossero tanti cervelli che volessero tornare in Italia, perché il nostro Paese è un posto dove si può fare ricerca di qualità

Matteo ha deciso di sostenere AIRC per 10 anni: “Un impegno importante che credo possa portare a risultati altrettanto importanti”

Il sostegno alla ricerca come progetto da accompagnare nel tempo, ma anche come una responsabilità sociale.

Matteo ha una lunga esperienza filantropica alle spalle. Nella sua vita ha sostenuto molte iniziative del terzo settore, così come già prima di lui aveva fatto suo padre. È una di quelle persone che ritiene che i privati debbano fare la loro parte e contribuire a dare risposta a quei bisogni che il pubblico non soddisfa, per scelta o per impossibilità. 

Ad AIRC è arrivato più recentemente. L’aveva sostenuta già in passato. “Ricordo che anni fa regalai le Azalee della Ricerca a mia nonna, poi acquistai le arance. Pensavo che potesse essere un piccolo gesto utile, ma non avevo mai pensato di sostenere AIRC in maniera importante. Poi, qualcosa è scattato nella mia mente. Ho capito che la ricerca sul cancro deve andare avanti e deve essere sostenuta nel modo più intenso possibile”.

Un giorno, una campagna AIRC in una farmacia, diventa la scintilla che lo porta a impegnarsi più assiduamente per la ricerca. Matteo, però, non vuole fare una donazione occasionale. “Ho pensato: una donazione spot è certamente utile nel contesto generale della ricerca, ma dubito che possa sortire effetti di lungo periodo”.

Si impegna così a contribuire all’attività di AIRC per un decennio, destinando ogni anno una cifra fissa che vada a sostenere gli Investigator Grant, i bandi di AIRC dedicati ai ricercatori affermati. “Io credo nei giovani: sono convinto che abbiano qualcosa da raccontare in termini di originalità e motivazione. Credo allo stesso tempo che i ricercatori affermati possano arrivare prima a dei risultati concreti e, soprattutto, possano fare da traino per i giovani, consentendo loro di maturare”.

Matteo conosce i ricercatori e si appassiona al loro lavoro. “Conoscere i ricercatori è importante perché dai un volto alle persone che sostieni. Inoltre, ascolti dalla loro viva voce quello che stanno facendo con le risorse che AIRC ha affidato loro e perché credono nel loro progetto”.

I primi due progetti di ricerca che sostiene riguardano il melanoma e il tumore al pancreas.

“È un impegno importante e credo che possa portare a risultati altrettanto importanti. Senza ricerca non andiamo da nessuna parte e sarebbe bello se ci fossero tanti cervelli che volessero tornare in Italia, perché il nostro Paese è un posto dove si può fare ricerca di qualità”.

Intanto la fiducia in AIRC è alta: “Il processo di selezione dei ricercatori è molto stringente e questo è un aspetto fondamentale: quelle che vengono affidate ai ricercatori sono risorse che le persone donano col cuore e devono essere investite nel modo migliore e più trasparente possibile”.