Matilde è mancata quasi tre anni fa, a 21 anni, a causa di un tumore raro, ma ha lasciato una coda di vita che brilla ancora, come la luce delle stelle. La sua famiglia ha così deciso di coinvolgere gli amici e i parenti in un’iniziativa di raccolta fondi per istituire una borsa di studio in sua memoria.
“A Mati; l’amica perfetta, la ragazza più forte e coraggiosa che abbia mai conosciuto. Sei la stella più luminosa che brilla nel cielo e rimarrai per sempre là a splendere per noi”.
Mati sta per Matilde: è mancata quasi tre anni fa, a 21 anni, a causa di un tumore raro, ma ha lasciato una coda di vita che brilla ancora, come la luce delle stelle.
Ne è la testimonianza la bacheca che raccoglie i messaggi lasciati da molte delle persone che hanno aderito all’iniziativa della famiglia di raccogliere fondi per istituire una borsa di studio AIRC in memoria di Matilde.
“Matilde era solare, allegra, riusciva a coinvolgere tutti; era una leader senza essere un capo”, racconta babbo Paolo, che insieme a mamma Simona e al fratello Francesco hanno accettato di parlarci di Matilde e dell’iniziativa in suo onore. “Il suo sorriso, la trasparente manifestazione della sua gioia di vivere, arrivava ovunque: non c’era adulto o piccino che le resistesse”.
La bacheca porta traccia di questo magnetismo e per chi l’aveva conosciuta la pagina web è diventata uno strumento per continuare a dialogare con Matilde, ma anche un gesto per abbracciare la famiglia.
“Ci ha aiutato”, confessa Simona. “Per me andare a leggere i messaggi era una cosa bella; così come veder crescere le donazioni in favore della borsa di studio. La donazione è un gesto delicato e un bel modo per stare accanto alla famiglia. Alcuni hanno fatto donazioni ripetute, quasi per mandare continuamente un pensiero di vicinanza a Matilde e a noi. Posso dire che quel pensiero è arrivato”, aggiunge Simona.
Impegnarsi per dare vita ad un progetto in favore della ricerca sul cancro è stato anche un gesto importante per guardare verso il futuro, dice Paolo. “Quando mi capita di raccontare che ho perso mia figlia, tutte le volte, dopo aver terminato il racconto, la prima cosa che dico è che abbiamo cominciato a reagire istituendo una borsa di studio. Per me è stato importante, ha rappresentato un modo per fare qualcosa di concreto per Matilde”.
Istituire una borsa di studio destinata a una ricercatrice impegnata nella lotta al cancro non ha a che vedere solo con la malattia che ha colpito Matilde, ma anche con la sua vocazione per la Medicina.
“Era un po’ come me”, dice Paolo, anche lui dottore, come mamma Simona. “Quando ho scelto questa professione, l’ho fatto per passione. Non avevo un piano B. Allo stesso modo Matilde: lo ha sempre desiderato e si era buttata a capofitto nello studio della Medicina”.
Questa vocazione, i genitori l’hanno ritrovata nella giovane ricercatrice beneficiaria della borsa di studio, Maria Valeria Giuli, che all’Università di Roma La Sapienza sta studiando alcuni meccanismi molecolari alla base della progressione del cancro all’ovaio.
“Siamo rimasti felici nel vedere questa ragazza giovane che con immensa passione si approcciava a questo tema complicatissimo”, dice Simona. “E poi ci ha colpito il fatto che anche la mamma fosse ricercatrice: abbiamo visto questa passione femminile che si tramanda di madre in figlia. Tutto ciò ci ha fatto sentire tranquilli; ci ha fatto capire che le risorse che avevamo contribuito a raccogliere erano andate alla persona giusta”.
Dopo la perdita di Matilde, Simona e Paolo da subito avevano pensato di cercare un modo per onorare il suo ricordo.
“Fin dall’inizio pensavamo di dare vita a una fondazione, un qualcosa che potesse portare l’entusiasmo che c’è stato nella vita di Matilde”, racconta Paolo. “Non sapevamo da che parte cominciare. Poi abbiamo trovato AIRC, che ci ha tolto le castagne dal fuoco”, dice sorridendo.
Tutto è cominciato un po’ per caso, da un’amica che aveva cominciato a donare ad AIRC importanti cifre in memoria di Matilde. Poi, la sua generosità ha trovato il modo di concretizzarsi in un progetto più strutturato. I genitori di Matilde hanno iniziato così a sostenere l’iniziativa con donazioni periodiche, fino a essere accompagnati da un’onda di affetto che ha consentito di superare abbondantemente i 50 mila euro necessari per finanziare per intero la borsa biennale per Maria Valeria.
“Sapere che è stata assegnata la tua borsa di studio mi riempie il cuore di gioia perché mi ricorda proprio te”, dice un messaggio sulla bacheca. “Non per la borsa di studio in sé per sé, ma perché rappresenta il tuo essere: una persona dolce e forte che avrebbe aiutato gli altri pur togliendosi un beneficio personale”.