Nel metabolismo il punto debole del cancro al pancreas?

 

Il tumore del pancreas rappresenta appena il 3 per cento dei casi di cancro, ma è responsabile di più del 7 per cento dei decessi per cause oncologiche. È in questi due numeri che risiede la sintesi delle caratteristiche di questa neoplasia. In Italia si stima che nel 2019 colpirà circa 13.000 persone a fronte delle 53.000 del cancro al seno, ma l’impatto in termini di mortalità è importante, visto che ancora oggi non sono disponibili trattamenti davvero efficaci.

Ho cominciato a occuparmi di cancro al pancreas quasi per caso: ero alla University of Pennsylvania, a Philadelphia, che avevo scelto attratto dall’interesse per il metabolismo tumorale, filone in cui la Penn University rappresenta uno dei centri di riferimento mondiali. Durante le nostre ricerche ci siamo accorti che all’origine del tumore del pancreas potrebbero esserci proprio alterazioni nel metabolismo, in particolare quello che coinvolge l’Acetil coenzima A (Acetil-coA).

L’Acetil-coA è una molecola fondamentale nel metabolismo di tutti gli esseri viventi ed è coinvolta in numerosi processi essenziali per il corretto funzionamento della cellula. Per esempio dialoga con il nucleo influenzandone l’organizzazione e il comportamento. Nei tumori, specie in quello al pancreas, questa comunicazione è alterata. Inoltre abbiamo osservato che nelle primissime fasi dello sviluppo del tumore del pancreas si verifica un drastico aumento dei livelli di Acetil-coA.

È da questi risultati che parte il progetto sostenuto da AIRC su cui sono attualmente impegnato. Insieme al gruppo di ricerca in cui sono inserito vogliamo verificare se le variazioni nei livelli di Acetil-coA siano effettivamente determinanti per l’insorgere della malattia e inoltre vogliamo descrivere nel dettaglio quali alterazioni genetiche regolate dal metabolismo dell’acetil-coA hanno un impatto sullo sviluppo del tumore.

Grazie a queste nuove conoscenze potremmo disporre di marcatori da utilizzare per la diagnosi della malattia fin dalle fasi iniziali, quando è più facilmente aggredibile con i farmaci.

Inoltre vorremmo comprendere se ci sono comportamenti, per esempio un particolare regime alimentare o l’astensione dal fumo, in grado di influire sulla produzione di Acetil-coA e, in tal modo, prevenire lo sviluppo del tumore, specie nelle persone più predisposte.

La ricerca è per ora ai primissimi passi, ma aver vissuto da vicino questa terribile malattia è un incentivo ulteriore a fare al meglio il mio lavoro e mi ha convito ancora di più della necessità di produrre nuove conoscenze che rendano più vulnerabile il cancro al pancreas.

  • Alessandro Carrer

  • Università:

    Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata ONLUS Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM), Padova

  • Articolo pubblicato il:

    7 ottobre 2019