Salvatore Sortino

Nato a Catania nel 1966, nel 1990 si è laureato in chimica industriale presso l’Università degli studi di Catania e nel 1994 ha conseguito il dottorato di ricerca in scienze chimiche nello stesso ateneo. Dopo un periodo di ricerca all’Istituto FRAE del CNR di Bologna, tra il 1995 e il 1996, è tornato a Catania come ricercatore di chimica generale e inorganica. La sua carriera accademica è proseguita, inframezzata da alcune esperienze all’estero: prima in Germania, nel 1997, al Max-Planck-Institut di Mülheim, quindi in Canada, tra il 1997 e il 1998, all’Università di Ottawa, e quindi in Florida, nel 2004 e nel 2011, all’Università di Miami. Nel 2005 è diventato professore associato e nel 2016 professore ordinario di chimica generale e inorganica nell’università etnea.

Progetti seguiti

A multimodal photopharmacological strategy for overcoming doxorubicin resistance in cancer

Nome dell'istituzioneUniversità degli Studi di Catania
RegioneSicilia
Budget anno in corso115.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2024 - 2029
Descrizione

La chemioterapia provoca seri effetti collaterali dovuti all’accumulo di farmaci in tessuti sani, al di fuori del tumore, e alla necessità di somministrare dosi elevate per tentare di eradicare il cancro. L’efficacia di questi trattamenti spesso intensivi è peraltro limitata dai fenomeni di resistenza, di frequente a più di un farmaco, che possono anche essere all’origine delle recidive tumorali. Pertanto è necessario elaborare nuove strategie terapeutiche che siano in grado di migliorare la risposta ai chemioterapici e di rendere le cellule tumorali resistenti nuovamente suscettibili ai trattamenti. La fotofarmacologia è un campo di ricerca emergente che potrebbe migliorare gli approcci terapeutici alle malattie tumorali. In questa disciplina si progettano trattamenti attivabili con la luce, con l’obiettivo di creare cure più precise e sicure per i pazienti. Obiettivo del progetto è dunque utilizzare la luce per sviluppare composti non convenzionali, per esempio varianti reattive di ossigeno e di azoto. In combinazione con la doxorubicina, queste molecole potrebbero amplificare l’attività terapeutica di questo noto chemioterapico, riducendone gli effetti collaterali.