Salvatore Pece

Nato a San Giovanni Rotondo nel 1963, si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Bari Aldo Moro, conseguendo nello stesso ateneo un dottorato di ricerca in scienze infettivologiche e una specializzazione in microbiologia e virologia. Nel 1998 si trasferisce negli Stati Uniti, presso l’Oral and Pharyngeal Cancer Branch del National Institute of Dental and Craniofacial Research (NIDCR), uno degli istituti degli NIH statunitensi. Oggi dirige un gruppo di ricerca presso l’Istituto europeo di oncologia e svolge attività didattica come professore ordinario di patologia generale all’Università degli studi di Milano.

Progetti seguiti

Numb dysfunction in bladder cancer: a biology-driven approach for patient stratification and targeted therapies

Nome dell'istituzioneIstituto Europeo di Oncologia I.R.C.C.S. S.r.l.
RegioneLombardia
Budget anno in corso192.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2019 - 2024
Descrizione

Scopo del progetto è studiare il ruolo della perdita di circuiti molecolari, che impediscono la trasformazione neoplastica delle cellule normali, nell’insorgenza e nella progressione del tumore alla vescica. In particolare, il progetto si concentra sul ruolo della proteina NUMB, che normalmente svolge una funzione di soppressione tumorale. Lo studio mira a comprendere nel dettaglio i meccanismi molecolari attraverso i quali la perdita di espressione della proteina NUMB si traduce nell’insorgenza del cancro della vescica, consentendo la comparsa e l’espansione di cellule staminali tumorali. Obiettivo ultimo del progetto è validare l’utilizzo in ambito clinico della proteina NUMB come nuovo biomarcatore in grado di predire le caratteristiche di aggressività biologica e l’evoluzione clinica della malattia tumorale vescicale. Durante la ricerca potrebbero anche essere identificati nuovi bersagli molecolari per lo sviluppo di terapie farmacologiche più avanzate per la cura di questa neoplasia, che a oggi è una delle patologie oncologiche meno studiate. Per la cura vi sono infatti limitate possibilità terapeutiche e la prognosi è generalmente sfavorevole.