Matteo Iannacone

Nato a Milano nel 1976, si è laureato in medicina presso l’Università degli studi della sua città e ha quindi conseguito una specializzazione in medicina interna e un dottorato in immunologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, sempre a Milano. Si è poi trasferito per alcuni anni all’estero per lavorare per un periodo di post-dottorato presso lo Scripps Research Institute di La Jolla (California) e la Harvard Medical School di Boston (Massachusetts). Attualmente è direttore della Divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive, professore di patologia e responsabile del Laboratorio Dynamics of Immune Responses presso l’Istituto scientifico e l’Università San Raffaele di Milano.

Progetti seguiti

ADVANCED IMMUNE GENE AND CELL THERAPIES FOR LIVER METASTASES

Nome dell'istituzioneUniversità Vita-Salute San Raffaele
RegioneLombardia
Budget anno in corso49.999,99 €
Tipo di progetto5 per Mille
Annualità2019 - 2026
Descrizione

Breaking barriers in liver cancer immunotherapy with endothelial reprogramming and innate immune activation

Nome dell'istituzioneUniversità Vita-Salute San Raffaele
RegioneLombardia
Budget anno in corso369.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2024 - 2029
Descrizione

Obiettivo del progetto è far progredire in modo significativo il campo dell’immunoterapia del cancro affrontando in particolare i tumori del fegato. Tra questi sono inclusi sia il carcinoma epatocellulare primario (HCC) sia i tumori epatici secondari, che rappresentano ancora una sfida enorme per l’oncologia. Puntare allo sviluppo di interventi terapeutici che possano cambiare il destino dei pazienti richiede di identificare, tra le altre cose, i meccanismi con cui le cellule tumorali sfuggono al controllo del sistema immunitario. Inoltre, occorre individuare nuovi bersagli molecolari utili a valutare i processi di immunomodulazione. La ricerca procederà combinando tecniche avanzate di imaging con animali di laboratorio, per studiare i processi che alterano le cellule endoteliali nel carcinoma epatocellulare primario e impediscono alle cellule T di esplicare la propria funzione antitumorale. Infine, si intende analizzare la comunicazione tra le cellule del microambiente tumorale metastatico per individuare potenziali ulteriori bersagli.