"La mia aspirazione è una comprensione più fine dei tumori"

Loris De Cecco è un ricercatore di origini friulane, grande appassionato di Star Trek, racconta come è arrivato a occuparsi dei tumori testa-collo e i progressi ottenuti negli anni nel comprendere meglio queste
malattie.

Da adolescente suo padre si ammalò di tumore alla prostata. Nonostante le cure adeguate, purtroppo non ci fu nulla da fare. È stato questo a spingere Loris verso la ricerca: "Volevo capire come funzionassero i tumori".

 

Dal tumore del seno a quelli della testa e del collo

Dopo gli inizi all’IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare di AIRC, nel 2009 consegue il dottorato di ricerca all’Istituto nazionale dei tumori sul carcinoma della mammella. “È ovvio che sul tumore della mammella, il più frequente tra le donne, si faceva e si fa molta ricerca, perché le persone che si ammalano sono tante e vorremmo curarle tutte. Ma in istituto incontravo anche i clinici che trattavano i tumori meno frequenti, come quelli della testa e del collo. Ricordo i loro occhi pieni di tristezza mentre mi chiedevano: ‘Cosa possiamo fare? Cosa diciamo a queste persone?’. Finché a un certo punto percepii con chiarezza tutta l’urgenza di trovare delle risposte, e così iniziai a occuparmene.” La sfida era, e lo è tutt’oggi, notevole, perché i tumori cosiddetti testa-collo (che colpiscono cavo orale, orofaringe, faringe e laringe) presentano difficoltà sia biologicamente sia dal punto di vista dei trattamenti.

L'obiettivo di Loris De Cecco è stratificare i pazienti con caratteristiche molecolari omogenee, per poi capire chi trarrà beneficio dall'immunoterapia. Sostieni il suo progetto per dare cure personalizzate a tanti pazienti!

I primi risultati raggiunti

Nel 2015 il gruppo di Loris De Cecco, guidato da Silvana Canevari, fu il primo a suddividere questi tumori in sei sottotipi molecolari, ognuno con caratteristiche biologiche specifiche. Un risultato importante, ottenuto grazie al supporto di AIRC e pubblicato sulla rivista Oncotarget, a cui sono seguiti altri studi che hanno permesso di individuare potenziali trattamenti associati a questi sottotipi molecolari. “Spesso mia moglie dice che il mio lavoro è quello di mettere assieme nel posto giusto i vari pezzi del puzzle. E in effetti è quello che abbiamo fatto: inizialmente con il cetuximab, un anticorpo monoclonale che inibisce il fattore di crescita EGFR e che è risultato efficace per trattare il sottotipo CL3 ipossico di tumori testa-collo, e più di recente scoprendo che il sottotipo CL6 risponde all’immunoterapia.”

Nulla avviene per caso

Per arrivare a questi risultati ci sono voluti circa quindici anni: “Per me la scoperta non avviene per caso, ma è frutto di un percorso, del lavoro che porta a comprendere come sono caratterizzati molecolarmente i tumori. È questo il passaggio chiave che può poi permettere di indirizzare il singolo paziente verso il trattamento specificamente più efficace. Il mio progetto di ricerca sostenuto da AIRC si concentra proprio sull’individuazione di biomarcatori che consentano un approccio di cura personalizzato”. Attraverso la profilazione molecolare, Loris punta a stratificare i pazienti in gruppi con caratteristiche molecolari omogenee, per poi individuare chi potrà trarre beneficio dall’immunoterapia. L’obiettivo sarà quindi mettere a punto strumenti per monitorare nel tempo l’evoluzione della malattia in questi pazienti.