Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020
Il telefono può diventare uno strumento con cui offrire ai pazienti oncologici programmi di riabilitazione in grado di migliorare la qualità di vita e ridurre la durata dei ricoveri ospedalieri.
Uno studio della Mayo Clinic, un’importante struttura di ricerca e cura americana, ha dimostrato che è possibile gestire un programma di riabilitazione a distanza per malati di cancro mediante contatti telefonici. I pazienti con tumori in stadio avanzato che ricevono questo servizio registrano un miglioramento delle condizioni fisiche, sentono meno dolore e trascorrono meno giorni in ospedale.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Lancet Oncology, ha coinvolto più di 500 pazienti con tumori solidi o ematologici al terzo e quarto stadio. Un gruppo di pazienti, selezionati in modo casuale, è stato assegnato al programma di teleriabilitazione: un fisioterapista esperto in riabilitazione oncologica ha contattato telefonicamente il malato e, dopo averne valutato i problemi fisici, gli ha proposto un programma di attività fisiche che comprendeva camminate ed esercizi di resistenza. Per personalizzare ancora di più il programma di riabilitazione, in qualche caso il paziente è stato indirizzato a un fisioterapista locale che ha lavorato in stretta collaborazione con quello della struttura oncologica. Il piano di intervento, oltre all’esercizio fisico, includeva anche strategie non farmacologiche per contrastare il dolore. I partecipanti allo studio hanno comunicato regolarmente al team di ricercatori, per telefono o via web, le attività svolte e gli eventuali peggioramenti, con la possibilità di richiedere di essere contattati dal fisioterapista per discutere del proprio programma.
A distanza di 6 mesi, i pazienti a cui è stato offerto il servizio di teleriabilitazione hanno mostrato un miglioramento nelle capacità fisiche e nella qualità di vita significativamente maggiore dei pazienti a cui il servizio non è stato offerto.
Grazie alla riabilitazione, l’intensità del dolore percepito era più bassa e il dolore interferiva meno con la vita quotidiana. Inoltre, mentre i pazienti del gruppo di controllo avevano trascorso complessivamente 335 giorni in ospedale, i pazienti assegnati alla teleriabilitazione ne avevano trascorsi 213, poiché i singoli ricoveri erano stati più brevi.
Questo studio dimostra che anche utilizzando tecnologie semplici come il telefono si può ampliare l’offerta di servizi a supporto delle cure oncologiche. La teleriabilitazione ha tutte le potenzialità per diventare una delle componenti dell’assistenza a pazienti con tumori in stadio avanzato e disabilità lievi.
È risaputo che chi si rompe una gamba o ha un ictus deve affrontare un percorso di riabilitazione, mentre non è altrettanto noto che anche chi ha avuto o ha il cancro può trarre vantaggio da un programma analogo. I fisioterapisti oncologici sono in grado di offrire programmi riabilitativi che tengono conto di precauzioni specifiche per i pazienti con tumore. Nonostante ci siano numerose prove che dimostrano che la riabilitazione migliora lo stato generale della persona, in caso di malattia in stadio avanzato questa opzione è offerta solamente a una minoranza dei pazienti.
Negli Stati Uniti, dove è stato condotto lo studio descritto, solo 1-2 pazienti con tumore su 100 ricevono trattamenti riabilitativi e spesso questi vengono proposti quando la situazione è già degenerata al punto da richiedere il ricovero in strutture di assistenza, mentre i pazienti ne traggono maggiore beneficio se le difficoltà fisiche hanno appena iniziato a presentarsi.
Uno degli ostacoli alla diffusione della riabilitazione oncologica, oltre alla scarsa consapevolezza dei benefici, è certamente il costo. Un approccio come quello proposto, in cui un gruppo di fisioterapisti oncologici raggiunge pazienti lontani via telefono, può essere una soluzione economicamente vantaggiosa. Questo è vero soprattutto se, nella valutazione dei costi sanitari, si tiene conto del considerevole risparmio portato dall’accorciamento dei ricoveri ospedalieri osservato tra i pazienti che aderiscono al programma di teleriabilitazione.
Agenzia ZOE