Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020
Voglia di comunicare, di interagire con gli altri, di aiutarsi a vicenda e di scambiarsi informazioni, il tutto condito da una grande passione e da quella curiosità che è tipica dei ricercatori. È questo lo spirito che anima AIRIcerca, la giovane associazione dei ricercatori italiani nel mondo.
"Il progetto è nato per caso qualche tempo fa da una discussione tra me e il mio amico Lorenzo, allora entrambi ricercatori a New York: volevamo creare qualcosa che mettesse in contatto tra loro i ricercatori italiani che vivono e lavorano fuori dall'Italia, qualcosa che li riunisse sotto un unico tetto virtuale per scambiarsi consigli e idee". Con queste parole Luca Cassetta, ricercatore milanese e cofondatore di AIRIcerca (assieme al già citato Lorenzo Agoni), racconta la nascita dell'associazione, un progetto che in brevissimo tempo si è diffuso a macchia d'olio raccogliendo in pochi mesi oltre 6.700 persone legate al mondo della ricerca, alle quali hanno dato assistenza. "Siamo partiti da una pagina Facebook a settembre 2013, pensando di creare un gruppo di amici accomunati dal fatto di essere ricercatori, ma la comunità è cresciuta anche oltre le nostre aspettative e ora già sfioriamo i 1.500 like" spiega il ricercatore che dopo laurea e dottorato a Milano ha preso il volo per un post-dottorato a New York ed è da poco arrivato in Scozia, a Edimburgo, dove si occupa di immunologia e tumori.
Viene da chiedersi quale sia il segreto di questo successo che continua a crescere e a conquistare consensi. "Penso che ciò che ci ha fatto conoscere e apprezzare nella comunità dei ricercatori sia soprattutto il fatto che con questo progetto siamo andati a colmare un vuoto" afferma il ricercatore milanese. "Ci siamo presto resi conto che le nostre esigenze - comunicare, condividere e dialogare - erano anche le esigenze di molti altri ragazzi che, come noi, vivono fuori dall'Italia e svolgono questo lavoro così bello e appassionante". Uno degli obiettivi principali dell'associazione è senza dubbio favorire lo scambio interculturale tra le persone: non solo all'interno della comunità dei ricercatori, ma anche con tutto il resto della popolazione. Si tratta in pratica di avvicinare la ricerca alla gente comune che non si occupa di ricerca in prima persona, ma che ha tutto il diritto di conoscere questa realtà. "Negli Stati Uniti e anche nel Regno Unito, la ricerca ha un ruolo di primo piano nella società, mentre da noi in Italia i ricercatori restano ancora delle figure in un certo senso misteriose, che svolgono un lavoro non ben definito del quale spesso non riescono a parlare alla gente al di fuori del laboratorio o dell'università" precisa Luca Cassetta, intenzionato assieme ai suoi colleghi a colmare questo gap, questa distanza ancora troppo ampia che separa la scienza dalla gente. E quando parlano di ricerca, Cassetta e colleghi non intendono solo quella scientifica: "Parliamo di ricerca in tutti i settori, dalla medicina alla letteratura, dalla fisica all'arte, anzi cerchiamo sempre nuove occasioni per 'arruolare' anche ricercatori che si occupano delle discipline umanistiche, visto che al momento la ricerca scientifica la fa da padrone nella nostra giovane associazione" continua l'immunologo.
La comunità AIRIcerca si incontra attraverso i social network, internet - è da poco online il nuovo sito web www.airicerca.org - e quelle tecnologie che oggi consentono di creare luoghi virtuali da condividere e di far circolare le idee in modo rapidissimo. "Non esiste una sede fisica per AIRIcerca e questo ci piace perché in realtà la nostra sede è il mondo intero" dice Cassetta. Italia, Australia, Stati Uniti, Nord Europa: ricercatori di tutto il mondo si possono incontrare per chiacchierare, scambiarsi opinioni su temi caldi o semplicemente per chiedere informazioni su un esperimento che non funziona o su un laboratorio per fare uno stage. Sul portale dell'associazione i ricercatori possono mettere a disposizione di tutti le proprie competenze, in un ambiente informale che favorisce la comunicazione amichevole e la nascita di idee nuove e possono anche far conoscere il proprio lavoro o trovare supporto pratico quando decidono di intraprendere la grande avventura di lavorare all'estero. "Le domande che molti ragazzi si pongono prima di partire sono le stesse che noi ci siamo posti anni fa" racconta Luca Cassetta. E per cercare di rispondere davvero alle esigenze di tutti nel sito dell'associazione sono presenti diversi link ad associazioni definite "amiche" dai quali ottenere spunti e informazioni e grazie ai quali rimanere sempre aggiornati sulla ricerca nel mondo, Italia compresa.
AIRInforma è un'altra componente fondamentale del progetto. "Ancora una volta lo spunto che ci ha dato il via e ci ha fatto pensare a un giornale scritto da noi è arrivato dalla realtà che quotidianamente viviamo in quanto ricercatori: in molti eravamo stanchi della divulgazione limitata delle notizie scientifiche e di ricerca in genere" spiega Cassetta. Ecco allora il progetto AIRInforma, nato con lo scopo di avvicinare la ricerca alla società, un obiettivo non facile soprattutto perché per comunicare, ricerca e società devono parlare una lingua comune. Per raggiungere l'obiettivo, i giovani ricercatori si sono ispirati a un modello che conoscono bene: lo stesso processo editoriale previsto dalle grandi riviste scientifiche. Chi scrive propone un suo articolo (sotto forma di riassunto) che viene poi assegnato dall'editore a revisori che lavorano nello stesso campo e che possono quindi valutarne l'importanza e la correttezza dal punto di vista dei contenuti. Intervengono poi altri revisori che lavorano in campi di ricerca completamente diversi e che possono quindi garantire che il contenuto sia chiaro, semplice e comprensibile a tutti. Solo a questo punto il pezzo viene pubblicato. Potrebbe sembrare un procedimento macchinoso (e decisamente impraticabile per un vero media che debba confrontarsi sul mercato editoriale) ma, come spiega Cassetta, è un modo per offrire anche ai non addetti ai lavori un'informazione semplice, eppure non semplicistica. Oggi al progetto lavorano diversi ricercatori in tutto il mondo ed è bello ricordare che questi ragazzi e ragazze sono mossi solo dalla passione per il loro lavoro e dalla voglia di comunicarlo agli altri, senza ricompense economiche di alcun genere.
Nella comunità virtuale di AIRIcerca è presente anche una sorta di help desk, un servizio di informazioni simile a quello che si incontra in molte grandi aziende e che aiuta a risolvere i problemi, anche quelli pratici quotidiani. E come era facile prevedere, il mentore in questo caso non è una persona fisica che si incontra in un ufficio o al tavolino del bar, ma è virtuale. Il servizio è aperto a tutti ed è stato pensato per fornire consigli su lavoro, stage e tirocini. Consigli come al solito forniti da persone che hanno vissuto o stanno vivendo le stesse situazioni in prima persona. Basta inviare una mail all'indirizzo mentor@airicerca.org.
Nel nuovo sito AIRIcerca, online dal mese di maggio 2014, non poteva certo mancare una sezione dedicata al lavoro: proposte, richieste di collaborazioni, tesi, dottorati e altro ancora, in Italia e nel resto del mondo. "Si tratta anche in questo caso di un servizio che riusciamo a offrire grazie alla collaborazione dei tanti ricercatori che ci seguono con entusiasmo" spiega Luca Cassetta. "Succede infatti che un ricercatore che sa di opportunità nel proprio istituto ce lo comunichi o la pubblichi direttamente sul sito in modo che altri possano venire a conoscenza dell'offerta". Chi vuole iniziare una nuova avventura nella ricerca non deve quindi far altro che collegarsi alla sezione "Lavoro" del sito AIRIcerca.
Cristina Ferrario