Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2020
Secondo i risultati di un recente studio, l’iniezione del virus inattivato dell’influenza nel tumore potrebbe rendere il tumore stesso più sensibile agli attacchi del sistema immunitario.
Iniettare direttamente nel tumore il virus dell’influenza inattivato, come quello contenuto nei vaccini stagionali, sembra migliorare la risposta antitumorale del sistema immunitario e rendere sensibili all’immunoterapia anche tumori normalmente resistenti al trattamento.
Sono questi i risultati di uno studio pubblicati sulla rivista PNAS da un gruppo di ricerca statunitense guidato da Jenna Newman, del Rutgers Cancer Institute in New Jersey, che ha lavorato in animali di laboratorio. In particolare i ricercatori hanno osservato che l’iniezione di un virus inattivato dell’influenza nel tumore riesce a trasformare le caratteristiche immunitarie del tumore stesso modificando, all’interno del microambiente tumorale, la proporzione di specifiche cellule immunitarie e generando una risposta antitumorale da parte dei linfociti T chiamati CD8+.
In termini medici, si dice che il tumore diventa da “freddo” (quindi poco sensibile all’attività del sistema immunitario perché “impermeabile” ai linfociti) a “caldo”, ovvero con una maggiore presenza di cellule immunitarie che possono contribuire a eliminare le cellule maligne.
“I pazienti con tumori caldi rispondono meglio ai trattamenti e in genere mostrano tassi di sopravvivenza più elevati” spiegano gli autori, che nel loro studio hanno utilizzato virus dell’influenza inattivati già disponibili sotto forma di vaccini e approvati per l’uso nell’uomo dalla Food and Drug Administration (FDA), l’ente USA che si occupa della regolamentazione dei farmaci.
Come fanno notare i ricercatori, oltre a ridurre la crescita del tumore, questo particolare utilizzo del virus influenzale inattivato potrebbe aumentare il numero di pazienti che possono beneficiare dell’immunoterapia, rendendo sensibili al trattamento tumori in genere resistenti. Lo studio è al momento in una fase preclinica e molti dettagli devono ancora essere chiariti, come per esempio quali virus influenzali inattivati utilizzare per questo tipo di trattamento, ma apre la strada a nuove opportunità di utilizzo delle moderne terapie anticancro.
“Utilizzare il virus inattivato dell’influenza per stimolare la risposta ai trattamenti contro i tumori potrebbe migliorare l’efficacia dell’immunoterapia” specificano Newman e colleghi, che poi concludono: “Dal momento che si tratta di farmaci già approvati, poco costosi e ritenuti sicuri negli esseri umani, il passaggio dal laboratorio al letto del paziente potrebbe essere piuttosto rapido”.
Agenzia Zoe