Ultimo aggiornamento: 1 giugno 2020
L’analisi della storia familiare potrebbe aiutare a determinare quando sia meglio iniziare a sottoporsi agli esami di screening per prevenire i tumori che possono comparire anche in giovane età.
Un tumore del colon-retto su quattro tra quelli che insorgono in giovane età potrebbe essere prevenuto o almeno diagnosticato in fase molto più precoce, stabilendo prima di tutto quando sia opportuno iniziare a sottoporsi agli esami di screening, in base alla storia familiare della malattia. Lo spiegano i ricercatori guidati da Samir Gupta, dell’Università della California a San Diego, negli Stati Uniti, e primo autore di un articolo pubblicato sulla rivista Cancer. “Una delle strategie raccomandate da diverse associazioni e società scientifiche per la prevenzione e la diagnosi dei tumori del colon-retto che insorgono in giovane età (EOCRC) è iniziare lo screening molto presto, se la storia familiare lo suggerisce” spiegano gli autori, ricordando che attualmente mancano dati certi sull’efficacia di questo approccio.
Il tumore del colon-retto rappresenta la terza causa di morte per cancro nel mondo, la seconda in Italia, dove ogni anno vengono diagnosticati circa 49.000 nuovi casi, in genere in persone con più di 50 anni. Proprio dai 50 anni partono, in Italia, i programmi di screening gratuiti offerti dalle Regioni.
Come ricordano Gupta e colleghi, però, in alcuni pazienti, per esempio quelli con uno o più parenti di primo grado con tumore del colon retto, lo screening dovrebbe iniziare prima: a 40 anni, oppure 10 anni prima dell’età alla quale la malattia è stata diagnosticata nel membro più giovane della famiglia che ha sviluppato il tumore.
Per verificare se un approccio di screening basato sulla storia familiare sia davvero in grado di identificare in anticipo alcuni tumori del colon-retto in giovani pazienti, i ricercatori hanno analizzato i dati di circa 3500 persone di età compresa tra 40 e 49 anni con e senza tumore colorettale, inclusi nel Colon Cancer Family Registry nel periodo 1998-2007.
Stando alle raccomandazioni dell’American Cancer Society, della US Multi-Society Task Force on CRC e dell’American College of Radiology, una persona su quattro tra quelle con tumore e una su nove tra quelle senza avevano una storia familiare che suggeriva di anticipare lo screening.
Sulla base della propria storia familiare, praticamente tutti (98,4 per cento) i pazienti con diagnosi di tumore avrebbero dovuto sottoporsi a screening prima dell’età alla quale il cancro era stato effettivamente diagnosticato. “Servono ulteriori criteri specifici per identificare i pazienti a rischio di sviluppare un tumore colorettale in giovane età, ma di certo una maggiore attenzione alla storia familiare può migliorare la prevenzione e la diagnosi precoce di questa neoplasia” concludono i ricercatori.
Agenzia Zoe