Smettere di fumare aumenta la probabilità di successo delle cure

Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2024

Smettere di fumare aumenta la probabilità di successo delle cure

I risultati di uno studio dell’Università di Harvard hanno dimostrato che la prognosi delle persone a cui è diagnosticato un tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), il tipo più diffuso di tumore del polmone, è molto influenzata dall’abitudine al fumo. Un fumatore ha una mortalità più alta del 68 per cento circa rispetto a chi non ha mai fumato, mentre un ex fumatore ha una mortalità più alta del 26 per cento. I dati raccolti indicano anche che più tempo è passato da quando la persona ha smesso di fumare e maggiori sono le probabilità di sopravvivere. I dati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Network Open.

Abbandonare prima possibile il fumo di tabacco è quindi la decisione migliore che si possa prendere, e non è mai troppo tardi. Anche se un fumatore a cui è diagnosticato il cancro potrebbe pensare che dire addio alla sigaretta sia ormai inutile, vale ancora la pena di farlo perché fumare interferisce molto con le cure.

Prima è meglio

I ricercatori non si sono limitati a confrontare la sopravvivenza viene spesso indicato come tasso di sopravvivenza a cinque anni, ovvero la percentuale di persone che sono in vita cinque anni dopo la diagnosi o l'inizio del trattamento.">sopravvivenza dei fumatori e dei non fumatori, come già fatto in tanti altri studi, ma si sono concentrati sugli ex fumatori. Dei 5.594 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule presi in esame, curati presso il Massachusetts General Hospital tra il 1992 e i 2022, 795 non avevano mai fumato, 1.491 fumavano al momento della diagnosi di tumore polmonare e ben 3.308 erano ex fumatori. A ogni paziente alla prima visita era stato chiesto di rispondere alle domande contenute in un questionario, grazie al quale i ricercatori sapevano quanto tempo era passato da quando il malato aveva abbandonato la sigaretta. Hanno potuto così valutare quanto questo fattore avesse influito sulla prognosi.

Durante il periodo di studio, circa 30 anni, sono deceduti 3.842 pazienti: il 79,3 per cento dei fumatori, il 66,8 per cento degli ex fumatori e il 59,6 per cento dei non fumatori. La probabilità di sopravvivere era più alta per i non fumatori. Tuttavia, avere smesso di fumare prima della diagnosi aumentava questa probabilità. L’analisi statistica ha dimostrato che esiste anche una relazione tra il numero di anni trascorsi tra l’ultima sigaretta, la diagnosi e la prognosi: più lungo era questo periodo, più lunga era la sopravvivenza, che si riduceva invece all’aumentare dei cosiddetti pack-year. Il pack year (letteralmente “anno-pacchetto”) è un’unità di misura usata negli studi sugli effetti del fumo e corrisponde al consumo di un pacchetto di sigarette (20 sigarette) al giorno per un anno.

“Nel nostro studio l’intensità del fumo e le abitudini dei pazienti, inclusi il numero di sigarette quotidiane, i pack-year e il momento in cui avevano smesso di fumare, erano ben documentati” sottolineano gli autori, rimarcando come l’esperienza con il fumo fosse molto varia tra i partecipanti, alcuni dei quali avevano fumato l’ultima sigaretta pochi anni prima della diagnosi, altri decenni prima. “Ciò ci ha permesso di esplorare i benefici della disassuefazione dal fumo in modo più preciso e ci dà fiducia riguardo ai risultati.” Risultati secondo cui i benefici dell’abbandono del fumo persistono anche dopo la diagnosi di tumore.

È comunque utile

Scoprire di avere un tumore, al polmone o di altro tipo, è il momento giusto per smettere di fumare se non lo si è fatto prima. Rinunciare al tabacco è importante perché il fumo riduce l’efficacia dei trattamenti e ne accentua gli effetti indesiderati. Per esempio, i risultati di uno studio pubblicato su Oral Oncology condotto su 137 pazienti con maligno che deriva dai tessuti epiteliali, ovvero quei tessuti che rivestono la cute e gli organi interni. Spesso si presenta in una forma aggressiva, che tende a invadere con metastasi sia i tessuti adiacenti all'organo colpito sia quelli più lontani, a causa della diffusione delle cellule tumorali nei vasi sanguigni e linfatici. È una delle forme più frequenti di cancro e gli organi prevalentemente colpiti sono la prostata, i polmoni e la mammella.">carcinoma a cellule squamose della testa e del collo hanno mostrato che chi aveva smesso di fumare dopo la diagnosi aveva una probabilità quasi 4 volte maggiore di rispondere al primo trattamento chemioterapico somministrato e una minore mortalità rispetto a chi aveva continuato a fumare. I benefici dell’abbandono del fumo sono stati dimostrati non solo per i pazienti trattati con la chemioterapia, ma anche per quelli curati con la radioterapia e l’immunoterapia.

Perché fumare interferisce con le cure? Innanzitutto, varie componenti del fumo di tabacco, inclusi i carcinogeni contenuti nelle sigarette e la nicotina, promuovono meccanismi che favoriscono la sopravvivenza delle cellule tumorali. Le componenti del fumo possono poi alterare il metabolismo contribuisce anche all’eliminazione delle sostanze di scarto.">metabolismo e la degradazione dei farmaci, riducendone la concentrazione nell’organismo e di conseguenza gli effetti terapeutici. Inoltre, il fumo ha effetti pro-infiammatori che alterano le risposte immunitarie e accentuano gli effetti collaterali. Tutto questo, unito a effetti negativi sulla salute generale, ha come risultato una prognosi meno favorevole.

Cosa dicono gli esperti

L’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro statunitense (NCI) ha pubblicato una monografia dedicata a questo argomento, il cui titolo, tradotto, è Trattare il fumo nei pazienti oncologici: una componente essenziale delle cure del cancro. In questo volume sono riportate numerose prove scientifiche che dimostrano gli effetti negativi del fumo sulla sopravvivenza dei pazienti e sulla loro qualità di vita. Inoltre, in questo rapporto si spiega in che modo le persone possono essere aiutate a smettere di fumare: la psicoterapia e i farmaci per smettere di fumare danno buoni risultati anche nei pazienti oncologici. Si invitano inoltre i medici e il servizio sanitario a considerare la disassuefazione dal fumo come parte integrante delle cure.

Gli autori della monografia sintetizzano così alcuni punti chiave:

  • il fumo di tabacco contiene più di 7.000 composti chimici, di cui circa 70 cancerogeni. L’esposizione al fumo di tabacco dopo la diagnosi di cancro può promuovere la crescita e la trasformazione delle cellule maligne attraverso vari meccanismi;
  • gli studi di laboratorio su cellule tumorali esposte al fumo di tabacco o alle componenti del fumo di tabacco forniscono prove sperimentali che continuare a fumare aumenta l’aggressività del tumore e riduce le risposte terapeutiche.
  • continuare a fumare dopo una diagnosi di cancro è associato a costi sanitari più alti rispetto a non fumare;
  • i trattamenti per smettere di fumare di provata efficacia vengono offerti a numeri troppo bassi di pazienti oncologici e troppo pochi decidono di farvi ricorso, nonostante gli aumentati rischi di esiti avversi del cancro dovuti al fumo dopo la diagnosi di tumore;
  • le strategie efficaci per favorire la disassuefazione dal fumo devono prevedere un’accurata valutazione dell’uso di tabacco in tutti i pazienti oncologici per l’intero periodo in cui sono in cura. I medici, raccomandano gli esperti, devono informarsi sull’uso del tabacco con empatia e un atteggiamento non giudicante, per ridurre l’imbarazzo o il senso di colpa dei pazienti e per incoraggiarli a essere sinceri;
  • esistono delle criticità nell’implementazione dei trattamenti per smettere di fumare a vari livelli (pazienti, medici, servizi sanitari). È importante comprendere questi ostacoli e affrontarli, affinché il sistema sanitario possa fornire trattamenti per la disassuefazione dal fumo in modo equo ed efficace a tutti i pazienti con cancro che fumano.

Referenze

  • Wang X, et al. Prediagnosis Smoking Cessation and Overall Survival Among Patients With Non–Small Cell Lung Cancer. JAMA Netw Open. 2023;6(5):e2311966. doi:10.1001/jamanetworkopen.2023.11966
  • Chellappan S. Smoking cessation after cancer diagnosis and enhanced therapy response: mechanisms and significance. Curr Oncol. 2022;29(12):9956-9969. doi:10.3390/curroncol29120782
  • NCI Momograph 23. Treating smoking in cancer patients: an essential component of cancer care. https://cancercontrol.cancer.gov/brp/tcrb/monographs/monograph-23
  • Agenzia Zoe

    Agenzia di informazione medica e scientifica