Salute (e cura del cancro), un diritto dell’umanità

Ultimo aggiornamento: 27 novembre 2024

Salute (e cura del cancro), un diritto dell’umanità

L’OMS ha sottolineato ancora una volta l’importanza di garantire a tutti l’accesso alle cure, anche oncologiche.

“My health, My Right” ovvero “La mia salute, un mio diritto”. A ribadirlo è stata l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha scelto questo tema “per sostenere il diritto di tutti, ovunque, di avere accesso a servizi sanitari, di istruzione e di informazione di qualità, oltre che ad acqua potabile sicura, aria pulita, buona alimentazione, alloggi adeguati, condizioni lavorative e ambientali dignitose e libertà dalla discriminazione”.

Dalla teoria alla pratica

La salute, quindi, come diritto di tutti gli esseri umani. In effetti, almeno 140 Paesi riconoscono la salute come diritto umano nelle loro rispettive costituzioni, secondo la segnalazione del WHO Council on the Economics of Health for All, un organismo istituito nel 2020 per “ripensare il modo in cui si misura, si produce e si distribuisce in economia il valore della salute e del benessere”. Di fatto, però, molti Paesi non si sono dotati di leggi che garantiscano ai cittadini il diritto costituzionale di accedere ai servizi sanitari. O, pur in presenza di leggi, non le mettono in pratica. Il risultato? Nel 2021, almeno 4,5 miliardi di persone non erano pienamente coperte da servizi sanitari essenziali.

Le disparità nell’accesso alla prevenzione e alle cure esistono anche in Paesi come l’Italia, nei quali è presente un servizio sanitario universale, anche se in misura meno accentuata rispetto a nazioni dove questa copertura non c’è.

Il raggiungimento della copertura sanitaria universale è uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. All’interno dell’Obiettivo numero 3 (“Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”), il traguardo 3.8 recita: “raggiungere una copertura sanitaria universale, compresa la protezione dai rischi finanziari, l’accesso a servizi essenziali di qualità di assistenza sanitaria e un accesso ai farmaci essenziali sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili e ai vaccini per tutti”.

Il cancro deve essere una priorità

In questo scenario di mancata uguaglianza, l’oncologia non fa eccezione. Anche nel 2024 il tema della Giornata mondiale del cancro era “close the care gap”, ovvero “chiudiamo il divario nelle cure”. Le disparità, infatti, sono ancora molte e possono essere legate al genere, all’etnia, ma anche all’area geografica di provenienza e al reddito. Vivere in campagna o in città, oppure in un Paese ad alto o basso reddito, può a tutti gli effetti fare la differenza per l’accesso alle cure, così come può farlo il reddito individuale. Non a caso si parla da tempo dei cosiddetti “determinanti sociali della salute”, ovvero di tutti quei fattori non strettamente legati alle caratteristiche cliniche della malattia che possono influenzare l’accesso alla prevenzione e al trattamento e gli esiti delle terapie.

 

In un articolo pubblicato a febbraio 2024 dagli esperti della Società americana di oncologia clinica (ASCO), si legge che questi aspetti possono avere un notevole impatto sulla salute, influenzando fino al 50 per cento circa degli esiti sanitari, sia in positivo sia in negativo. Da un articolo di aprile 2024, a cura della Società europea di oncologia medica (ESMO), arrivano invece le recenti indicazioni su come affrontare al meglio il delicato tema della tossicità finanziaria dovuta al cancro. Si tratta degli effetti, negativi sulla prognosi, delle spese, dirette e indirette, che i pazienti devono sostenere nel proprio percorso di cura. Tale effetto collaterale è stato dimostrato in grado di compromettere l’efficacia delle terapie. Infine, ma non certo meno importante, un recente sondaggio dell’OMS ha mostrato che sono ancora pochi i Paesi che includono i servizi oncologici essenziali nei pacchetti di prestazioni sanitarie. Più precisamente, solo il 39 per cento circa dei Paesi che hanno preso parte al sondaggio prevedeva l’inclusione di un pacchetto minimo per un’efficace gestione del cancro. La percentuale scendeva al 28 per cento circa se si prendevano in considerazione anche i servizi di cure palliative.

  • Agenzia Zoe

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