Ultimo aggiornamento: 4 agosto 2025
L’anticorpo bispecifico teclistamab-cqyv potrebbe essere utilizzato anche in pazienti fragili o che hanno già ricevuto trattamenti diretti contro il bersaglio del farmaco.
Il teclistamab-cqyv è un anticorpo bispecifico che attiva i linfociti T contro le cellule del mieloma multiplo, legandosi a un recettore, chiamato antigene di maturazione delle cellule B (BCMA). Il farmaco è stato autorizzato con procedura accelerata nel 2022 contro questo tipo di tumore, sia dalla Food and Drug Administration (FDA) sia dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Le autorizzazioni concesse dai due enti statunitense ed europeo per la regolazione dei farmaci sono per pazienti già sottoposti ad almeno quattro linee di trattamento, sulla base dei risultati dello studio MajesTEC-1 sponsorizzato dall’azienda farmaceutica Janssen Research & Development. Tuttavia molti pazienti che gli oncoematologi incontrano nella pratica clinica non sarebbero rientrati nei severi criteri di selezione di tale sperimentazione clinica. Quindi i risultati dello studio MajesTEC-1 non davano indicazioni utili per tale popolazione non rappresentata nella sperimentazione.
Un gruppo di medici ricercatori, guidati dall’oncoematologa Beatrice Razzo, ricercatrice presso la Thomas Jefferson University di Filadelfia, in Pennsylvania, ha valutato retrospettivamente l’efficacia del teclistamab-cqyv. Lo studio ha coinvolto 509 pazienti già trattati nella pratica clinica con numerosi trattamenti, tra cui anche il farmaco, in 15 diversi centri accademici che fanno parte dello U.S. Myeloma Immunotherapy Consortium. La maggior parte dei pazienti, con mieloma multiplo in stadio avanzato, aveva almeno 2 criteri di esclusione tra quelli richiesti per lo studio MajesTEC-1. Erano infatti pazienti ad alto rischio o erano già stati trattati con terapie dirette contro il bersaglio dell’anticorpo bispecifico, il recettore BCMA.
Gli incoraggianti risultati dello studio, sostenuto da un finanziamento del National Cancer Institute americano, sono stati pubblicati sulla rivista Blood Cancer Discovery a luglio 2025. Nel 53% dei pazienti si è osservata una riduzione di almeno il 50% della malattia, e il 45% ha ottenuto una risposta molto buona, con una riduzione uguale o superiore al 90%. Anche tra i pazienti precedentemente trattati con CAR-T o altri farmaci anti-BCMA, molti hanno risposto positivamente.
I risultati hanno peraltro mostrato alcune condizioni associate a una minore efficacia del trattamento, tra cui un’elevata infiltrazione di linfociti nel midollo, uno stato di anemia, la carenza di piastrine e alti livelli di ferritina. Non sono invece emersi aumenti significativi degli effetti collaterali rispetto ai dati già noti.
I risultati sembrano dunque avvalorare la possibilità di utilizzare il teclistamab-cqyv anche in pazienti fragili o con malattia refrattaria ad altri farmaci. Inoltre, sottolineano l’importanza dei cosiddetti studi effettuati nel “mondo reale”, ossia nella normale pratica clinica. Tali studi possono essere infatti un importante complemento alle sperimentazioni cliniche randomizzate e controllate, nelle quali le condizioni sono da un lato più stringenti e dall’altro lato più distanti da ciò che si riscontra in corsia. Ulteriori studi, alcuni già in corso negli Stati Uniti, potranno aggiungere ulteriori elementi di valutazione di questo farmaco.
Redazione