Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2021
Tenendo conto delle grandi innovazioni che sono intervenute negli ultimi anni, questo documento aiuterà i clinici a fare scelte migliori e garantirà alle donne una maggiore uniformità di trattamento
Fornire il più efficace trattamento possibile a ciascuna paziente con tumore al seno metastatico, tenendo conto dei più recenti risultati della ricerca.
Con questo obiettivo la European Society for Medical Oncology (ESMO), la società scientifica che riunisce gli oncologi europei, ha redatto le nuove linee guida sulla gestione clinica del tumore al seno metastatico.
Il documento, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology, è stato redatto da 28 tra i più importanti esperti al mondo in questo campo. La prima firmataria è Alessandra Gennari, professore associato di oncologia al Dipartimento di medicina traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale a Novara.
“Le nuove linee guida erano molto attese, visto che le ultime risalivano a 12 anni fa. Naturalmente disponevamo di raccomandazioni e altri riferimenti clinici, ma questo documento unitario, rappresentativo dell’intera oncologia mondiale, va a colmare un vuoto molto sentito” spiega Gennari, che con il sostegno della Fondazione AIRC sta lavorando a un progetto di ricerca (il terzo da lei coordinato e sostenuto da AIRC) dedicato proprio al tumore della mammella avanzato. L'obiettivo dello studio è individuare una strategia per estendere l’utilizzo dei nuovi farmaci immunoterapici anche alle donne colpite da tumore al seno triplo negativo.
Le linee guida, realizzate tramite una rigorosa analisi delle evidenze scientifiche disponibili, coprono l’intero spettro della gestione clinica del tumore al seno in fase avanzata: la diagnosi, la stadiazione, il trattamento. In tutti questi ambiti negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi che stanno cambiando la pratica clinica: dall’utilizzo delle analisi genetiche e molecolari per una classificazione sempre più raffinata del tumore al miglioramento dei metodi di diagnostica per immagini, fino alla messa a punto di nuovi farmaci. Ma ci sono stati anche cambiamenti dal punto vista organizzativo dei processi di cura, che riconoscono una sempre maggiore importanza ai team multidisciplinari.
“Tutte queste innovazioni fanno intravedere all’orizzonte una possibile cura per il tumore della mammella metastatico” dice Gennari “che consenta alle pazienti, se non proprio di guarire, almeno di cronicizzare la loro malattia, grazie all’impiego dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare. Un risultato quasi impensabile fino a pochi anni fa”.
Le nuove linee guida tengono conto di questo scenario aprendo a innovazioni come i cosiddetti farmaci "agnostici", quei medicinali (al momento ne sono disponibili due in Europa) che colpiscono una mutazione genetica o un’alterazione molecolare responsabile della neoplasia, qualunque sia la sua localizzazione. Si tratta dunque di farmaci che hanno un’indicazione genetica o molecolare e non per tipo di tumore.
“Il nuovo documento è stato redatto anche pensando allo scenario globale” precisa l’oncologa. “Per ciascuna situazione clinica viene prospettato il miglior approccio terapeutico disponibile sulla base delle evidenze scientifiche attuali. Però si tiene anche conto del contesto economico, sociale e geografico. Un dato farmaco potrebbe non essere approvato in tutti i Paesi o essere scarsamente disponibile in aree meno ricche del pianeta. Per questi casi si forniscono altre opzioni terapeutiche di più facile accesso. In tal modo le linee guida rappresentano per ogni oncologo, in qualunque situazione si trovi, uno strumento per gestire al meglio la situazione clinica.”
Per le donne con cancro al seno metastatico, le nuove linee guida offrono una maggiore uniformità di trattamento, con la possibilità per ciascuna paziente di ricevere la più efficace terapia possibile.
Antonino Michienzi