Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020
Presentata l’ottava edizione del rapporto “I numeri del cancro in Italia 2018” che scatta una fotografia aggiornata della diffusione e dell’impatto della malattia in Italia.
La nuova edizione del volume che fa il punto sui dati epidemiologici sul cancro a livello nazionale è stato presentato a Roma il 27 settembre 2018 presso l’Auditorium del Ministero della Salute. Sono stati messi in risalto i progressi compiuti, ma anche gli aspetti da migliorare. Il volume “I numeri del cancro in Italia 2018” curato dall’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e per il primo anno anche da PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), è disponibile online in una versione per il paziente e una per gli addetti al lavori.
Per il 2018 sono stimati in Italia 373.300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne), in pratica circa 1.000 nuove diagnosi ogni giorno, con un aumento di 4.300 diagnosi rispetto al 2017. Il tumore più diffuso è quello della mammella con 52.800 casi, seguito da quello del colon-retto, con 51.300 casi, che lo scorso anno occupava il primo posto nella classifica delle neoplasie più frequenti.
Circa 3,4 milioni di italiani vivono nel 2018 dopo una diagnosi di tumore, un numero in continua crescita negli anni, tanto che nel 2006 la prevalenza nazionale (così si definisce il numero di casi presenti nel Paese) era di 2,2 milioni di persone circa. Ciò significa che di tumore si muore sempre meno: merito anche degli interventi di screening che permettono di identificare la malattia nelle prime fasi, quando è più semplice curarla. Anche i dati di sopravvivenza dimostrano i passi avanti compiuti: oggi in Italia il 63 per cento delle donne e il 54 per cento degli uomini sono vivi a cinque anni dalla diagnosi, un dato superiore alla media europea. Restano però da colmare differenze regionali molto ampie che vedono il Sud molto indietro nei dati di sopravvivenza.
L’Italia sembra essere spaccata in due, con il Nord che presenta percentuali di sopravvivenza migliori, ma allo stesso tempo anche un numero più elevato di diagnosi, e il Sud che invece non riesce a ottenere buoni risultati di sopravvivenza anche se i tumori sono meno frequenti. Anche i tipi di tumori più frequenti cambiano da una Regione all’altra per molteplici ragioni non sempre semplici da comprendere.
Per quanto riguarda la sopravvivenza, per esempio, gli esperti ipotizzano che la partecipazione ai programmi di screening nazionali abbia un ruolo di primo piano: al Sud il numero delle persone che si sottopone ai controlli offerti dal SSN – mammografia per il tumore della mammella, Pap test per quello della cervice uterina e ricerca del sangue occulto nelle feci per quello del colon-retto – è ancora troppo esiguo ed è molto più basso rispetto al Nord. Fattori legati allo stile di vita, per esempio l’aumento dell’abitudine al fumo di sigaretta registrato tra le giovani donne del Sud, possono invece giustificare differenze nell’incidenza di tumori come quello del polmone.
Nell’edizione 2018 del volume, sono presenti alcuni capitoli dedicati agli stili di vita, con numeri che sottolineano come abitudini salutari quotidiane possano davvero fare la differenza in tutte le fasi della malattia, dalla prevenzione della malattia alla riduzione delle recidive. Come si legge nella versione dedicata al paziente, il cancro è la patologia potenzialmente più prevenibile e, in molti casi, oggi si cura anche con buon successo.
I numeri dicono però che la strada da percorrere è ancora lunga. Oltre al fumo di sigaretta, ancora troppo diffuso soprattutto tra i più giovani, ci sono altri fattori di rischio presenti in percentuali elevate della popolazione: il 17 per cento degli italiani consuma alcol in modi e dosi pericolose per la salute, il 32,5 per cento è sedentario e il 42,2 per cento è sovrappeso.
Le Regioni col maggior numero di persone sovrappeso sono al Sud, con percentuali del 51 per cento in Campania e al 48 per cento in Sicilia.
E dopo il tumore? I dati suggeriscono che nemmeno la diagnosi di cancro è sufficiente a far abbandonare le abitudini insalubri: l’11 per cento dei malati continua a consumare alcol in dosi eccessive, solo il 14 per cento porta a tavola cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura, il 38 per cento è sedentario e il 15 per cento obeso. Secondo gli esperti, l’impegno maggiore, che permetterebbe di salvare più vite umane, dovrebbe essere profuso proprio nell'informare i cittadini sulle misure di prevenzione e sugli stili di vita.
Agenzia Zoe