Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020
Secondo uno studio statunitense, molti dei video più popolari sul tumore della prostata presenti su YouTube contengono imprecisioni fuorvianti e a volte anche suggerimenti pericolosi e privi di validità scientifica.
“Un numero molto elevato di visualizzazioni su internet non significa che le informazioni riportate in un video siano attendibili”. È questo il messaggio che un gruppo di ricercatori internazionali lancia dalle pagine della rivista European Urology dopo aver esaminato il contenuto dei 150 video più popolari su YouTube sulla diagnosi precoce e il trattamento del tumore della prostata.
“Su YouTube, una piattaforma utilizzata da oltre 1 miliardo di persone, sono presenti oltre 600.000 video sul tumore della prostata” spiega Stacy Loeb, della New York University, negli Stati Uniti, e prima autrice dello studio. L’analisi si è concentrata proprio su questo social media, verificando il contenuto di video che avevano collezionato fino a 1,3 milioni di visualizzazioni complessive (mediamente poco più di 45.000 per ogni video).
L’analisi, la più ampia finora condotta sul tema, ha dimostrato che la qualità generale dell’informazione è modesta. “In particolare, il 77 per cento dei video contiene, sia nella parte principale sia nella sezione dedicata ai commenti, informazioni potenzialmente fuorvianti, errate o in qualche modo sbilanciate” affermano gli autori, ricordando che tali informazioni hanno raggiunto oltre 6 milioni di persone.
Dallo studio emerge inoltre che è maggiore la proporzione di video che descrivono benefici rispetto a quelli che descrivono i rischi o i danni (75 per cento contro 53 per cento, senza distinzioni tra video fatti da pazienti e non esperti e video creati da medici). Solo nella metà dei video si insiste sull’importanza della “decisione condivisa” tra medico e paziente, uno dei cardini del moderno trattamento del tumore della prostata. Per esempio, pochi video spiegano perché in molti casi di tumore alla prostata è possibile evitare di intervenire e limitarsi a una sorveglianza ravvicinata, per tenere sotto osservazione l’evoluzione della malattia. La scelta se agire o attendere è un tipico esempio di decisione che deve prendere il paziente dopo un colloquio approfondito col medico e dopo aver acquisito alcune informazioni che potrebbero facilmente essere veicolate anche da questo tipo di media.
In molti video non viene specificata la fonte dell’informazione e la sessione dei commenti in alcuni casi presenta pubblicità o consigli medici da parte di persone prive di una qualifica professionale adeguata. “Abbiamo notato che i video giudicati peggiori dagli esperti spesso sono quelli con le maggiori visualizzazioni: un dato preoccupante che ci dice come le informazioni errate possano diffondersi facilmente su internet” aggiungono i ricercatori, che poi concludono: “Quando si cercano su internet informazioni su temi così delicati come la salute è importante scegliere con attenzione le fonti più attendibili. Le informazioni chiare e sicure non mancano, ma è importante saperle riconoscere”.
Agenzia Zoe