Ultimo aggiornamento: 27 luglio 2020
Alcuni pazienti che hanno assunto supplementi di vitamina D sembrerebbero essere stati protetti dalla colite, un disturbo che quando è stato indotto dalla terapia in qualche caso ha costretto a interrompere il trattamento
Uno studio dell’Università di Harvard suggerisce che i pazienti con melanoma che assumono supplementi di vitamina D prima di iniziare l’immunoterapia con inibitori dei checkpoint immunologici (ICI) hanno una minore probabilità di sviluppare la colite indotta da questi farmaci. L’effetto protettivo della vitamina D potrebbe perciò aiutare il paziente a tollerare la terapia.
Per i pazienti con tumori che rispondono a questo tipo di trattamento, l’immunoterapia ha spesso migliorato la prognosi di certi tipi di cancro, tra cui alcune forme di melanoma. Gli inibitori dei checkpoint immunologici (ICI) sono farmaci che, legandosi a molecole presenti nell’organismo capaci di “frenare” la risposta antitumorale del sistema immunitario, ne inibiscono l'azione. In questo modo alcuni tipi di linfociti T possono uccidere le cellule tumorali. Questi nuovi farmaci hanno effetti collaterali diversi da quelli causati dalla chemioterapia. Uno dei più frequenti è la colite, un’infiammazione del colon che può diventare tanto grave da costringere il paziente a interrompere la cura.
I ricercatori coinvolti nello studio hanno analizzato le cartelle cliniche di oltre 200 pazienti con melanoma trattati con ICI, una quarantina dei quali aveva sviluppato la colite, alla ricerca di fattori che potessero aver influenzato la comparsa di questo disturbo intestinale. Dall’analisi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cancer, è emerso che i pazienti che assumevano supplementi di vitamina D prima di iniziare il trattamento con gli ICI avevano circa il 65 per cento di probabilità in meno di essere nel gruppo dei pazienti con colite. I ricercatori hanno ottenuto un risultato molto simile quando hanno preso in esame altri 170 pazienti curati in un altro ospedale, di cui un terzo era stato affetto da colite.
La vitamina D è già stata collegata alla salute dell’intestino, in particolare con le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (il morbo di Crohn e la colite ulcerosa). La colite indotta dagli ICI condivide diverse caratteristiche con queste malattie, anche se si presenta in forma più aggressiva ed è dovuta a un’infiammazione acuta anziché cronica. Alcuni studi hanno dimostrato che alti livelli di vitamina D proteggono dalle malattie infiammatorie croniche dell’intestino e che supplementi di vitamina D riducono la gravità di queste patologie. Tuttavia, le osservazioni raccolte in questo studio andranno confermate con studi appositi, per verificare se effettivamente la vitamina D possa prevenire la colite da ICI ed eventualmente comprendere con quale meccanismo. Se i dati saranno confermati, il supplemento di vitamina D potrebbe essere un modo facile, sicuro ed economico per ridurre la tossicità del trattamento e aumentare il numero di pazienti trattabili.
Agenzia Zoe