Ultimo aggiornamento: 10 maggio 2019
I numeri sono importanti per comprendere un fenomeno o prendere decisioni razionali. Ma il modo in cui vengono rappresentati può cambiare completamente la percezione degli stessi. Per questo si sta sviluppando una nuova specialità: la data visualization.
Un esempio illuminante di quanto un'immagine possa più di molte parole è descritto in un episodio di qualche anno fa del telefilm americanoWest Wing - Tutti gli uomini del Presidente: un gruppo di "cartografi per l'uguaglianza sociale" lascia a bocca aperta lo staff del presidente degli Stati Uniti mostrando come la cartina geografica in uso nelle scuole dipinga l'Europa (e gli Stati Uniti) molto più grandi di quanto non siano in realtà, se paragonati ad Africa e America Latina. La mappa che tutti conosciamo, ideata nel 1569 dal fiammingo Mercatore, fu adottata universalmente perché è particolarmente adatta a navigare con l'aiuto della bussola, anche se appunto distorce le superfici. Una diversa modalità di rappresentare la Terra, con la mappa detta di Peters, dal nome del suo ideatore, riporta molto più fedelmente le dimensioni dei Paesi, ma purtroppo distorce anch'essa il pianeta, perché la forma di pera schiacciata mal si presta a essere descritta in due dimensioni.
Nonostante questi limiti, oggi nessuno pensa di fare a meno delle classiche cartine geografiche, ma molti stanno studiando modi diversi di rappresentare spazi, numeri e dati, in modo da permettere la comprensione "a colpo d'occhio" anche delle informazioni più complesse, comprese quelle legate alla salute. Non si tratta della classica infografica che si trova ormai su qualsiasi giornale, ma di modi nuovi di rappresentare il mondo che vanno sotto il nome di data visualization. È chiaro infatti che alcuni concetti articolati possono essere semplificati dalla rappresentazione grafica che però deve essere chiara, accattivante (per essere riconosciuta nel mare di informazioni di cui siamo circondati) e immediatamente comprensibile. L'esperienza di chi ha a che fare con la visualizzazione dei dati è risultata preziosa anche per chi lavora in altri settori, come i medici.
Oggi il referto di molti esami di laboratorio consiste di un lungo elenco di cifre, accompagnati dai valori ritenuti normali: questo spesso non basta a capire se c'è qualcosa che non va e in quale settore, ma è possibile che presto venga introdotta una modalità di presentazione grafica ispirata a quella con cui i due esperti americani David McCandless e Stefanie Posavec hanno vinto nel 2010 un concorso indetto dal mensile Wired e che, con l'aiuto di barre colorate e grandi scritte (raffigurate anche nell'illustrazione) rende facilmente intuibile il significato dei numeri.
L'iniziativa è stata salutata con interesse, ma non manca di pericoli: "Ogni volta che si usa una visualizzazione di dati scientifici complessi si corre il rischio di deformare un po' la realtà" conferma Paolo Ciuccarelli, che si occupa proprio di visualizzazione al Politecnico di Milano e dirige il laboratorio di ricerca DensityDesign, con il quale ha da poco completato un progetto per conto dell'Organizzazione mondiale della sanità. "Qualsiasi semplificazione grafica rischia di tradire almeno in parte il dato di partenza, perché impone di scegliere gli elementi più importanti, quelli che si vogliono mettere in risalto, a scapito di informazioni collaterali, magari difficili da rappresentare graficamente".
Non c'è dubbio, però, che la visualizzazione fatta con scrupolo permette di osservare, valutare e confrontare fenomeni complessi in modi in precedenza impossibili. Gli esempi sono sempre più numerosi, specie nel campo dell'epidemiologia, la scienza che ci dice come e dove insorgono e si diffondono determinate malattie. Uno dei primi a puntare su innovative mappe colorate e animate è stato l'epidemiologo svedese Hans Rosling, che si occupa di sanità pubblica all'Istituto Karolinska di Stoccolma, con un occhio di riguardo per i Paesi in via di sviluppo: "Quando mi hanno affidato il corso universitario ho scoperto che molti dei miei studenti, e persino molti dei miei colleghi, non avevano le idee molto chiare sulla situazione sanitaria nei Paesi in via di sviluppo, e facevano affidamento su vecchi stereotipi, che in molti casi sono stati cancellati dai progressi enormi compiuti negli ultimi decenni" spiega. E siccome le tabelle di dati non sono molto facili da digerire, Rosling ha iniziato a progettare modalità alternative, fino a mettere a punto un sistema basato su bolle colorate di dimensioni che corrispondono al valore numerico del dato - per esempio l'incidenza del tumore del seno per 100.000 donne, raffigurata nell'immagine sopra. La grandezza della bolla nei diversi Paesi rende immediatamente l'idea di quanto importante sia la malattia in quell'angolo di mondo.
Oggi con la sua fondazione Gapminder (che prende il nome da un gioco di parole che invita a fare qualcosa per ridurre le distanze tra Paesi più e meno sviluppati) Rosling ha messo in rete un software che mostra anche l'evoluzione nel tempo di dati come la ricchezza procapite, il tasso di scolarizzazione o la mortalità per malattie prevenibili. Quando presenta questo utilissimo strumento, l'epidemiologo svedese si diverte a commentare i progressi e gli arretramenti dei vari Paesi con il tono accalorato di un radiocronista, suscitando l'ilarità e la partecipazione del pubblico, che rimane sempre molto colpito.
Ma il gioco, se di gioco si può parlare, ha un'alta valenza educativa, tanto che il sito internet di Gapminder offre questi strumenti a tutte le scuole che vogliono usarli. Un progetto simile è stato avviato in Gran Bretagna per permettere di valutare, Paese per Paese o su scala globale, l'impatto che le diverse malattie hanno sulla popolazione, anche per orientare al meglio le risorse disponibili per prevenzione e cura. Per esempio, interrogando il database - che si basa su un gran numero di studi scientifici sul cosiddetto global burden of disease, un indice che tiene conto del peso sociale ed economico delle singole malattie - si possono vedere in un attimo i danni causati dal cancro del polmone in termini non solo di aumento della mortalità, ma anche di peggioramento della qualità della vita.
Oggi anche giornali, riviste e siti internet fanno un uso sempre più massiccio di cifre e percentuali e di mappe: uno studioso di Cambridge, in Inghilterra, ha contato ben 2.845 modi diversi per rappresentare graficamente il rischio che ciascuno di noi correrebbe se ogni mattina, a colazione, si concedesse un paio di fette di croccante pancetta fritta, secondo la tradizione di oltremanica. Lui è un epidemiologo e biostatistico, e si chiama David Spiegelhalter, ma scherzosamente si fa chiamare professor Rischio. Si occupa proprio di studiare come la gente comune interpreta le complesse informazioni necessarie a prendere le migliori decisioni per la salute propria e dei propri cari.
Nel corso che gli hanno affidato all'Università di Cambridge, dal titolo "Comprensione pubblica del rischio", fa un ampio uso di visualizzazioni, e ha messo a punto nel suo sito internet un programmino, facilissimo da usare, in cui chiunque può visualizzare in un'infinità di modi diversi gli stessi dati di partenza - relativi appunto all'effetto dannoso di una colazione mattutina a base di pancetta fritta in termini di aumento di rischio di cancro del colon. Il suo scopo è incoraggiare tutti a non reagire d'impulso davanti a quello che appare come un pericolo, ma a osservare la situazione da ogni angolazione, perché può capitare che una reazione non ponderata esponga a un pericolo ancor maggiore di quello che si intende evitare.
Il sito GapMinder curato dall'epidemiologo svedese Hans Rosling che ha inventato la visualizzazione con le "bolle" colorate.
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Il database online Global Burden of Disease, che mostra il peso delle diverse malattie nelle varie parti del mondo.
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Le altre visualizzazioni tematiche curate dall'Institute for Health Metrics and Evaluation americano.
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2.845 modi per presentare il rischio.
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Fabio Turone