Impatto del cancro: le stime per il 2020 in Europa

Ultimo aggiornamento: 22 ottobre 2020

Impatto del cancro: le stime per il 2020 in Europa

Presentati al congresso della Società europea di oncologia medica (ESMO), i dati sui numeri del cancro in Europa per il 2020 ci aiutano a seguire meglio una situazione in continua evoluzione.

Per il 2020 sono previsti 2,7 milioni di nuovi casi di tumore (escludendo quelli della pelle diversi dal melanoma) e 1,3 milioni di decessi legati al cancro.

Lo dicono i risultati di un grande progetto di analisi portato avanti in collaborazione tra il Centro comune di ricerca (Joint Research Center, JRC) della Commissione europea e la Rete europea dei registri oncologici (European Network of Cancer Registries, ENCR), assieme all’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).

“Sono dati molto utili per tutti i decisori, che potranno così comprendere meglio come destinare le risorse disponibili. I dati sono però anche una fonte inestimabile di informazione per tutti i cittadini della comunità europea” ha spiegato Manola Bettio, che dirige il Cancer Information Group del JRC e ha coordinato il lavoro di elaborazione delle stime del cancro per il 2020 in Europa.

La parola ai numeri

Nei 27 Stati membri dell’Unione europea si stima che un uomo su due e una donna su tre svilupperanno un tumore nel corso della propria vita (le analisi hanno considerato un’età compresa tra la nascita e gli 84 anni). Le previsioni aggiornate confermano che il cancro è una malattia soprattutto delle persone adulte e anziane, con il 62 per cento delle nuove diagnosi e tre quarti dei decessi (76 per cento) che si registrano in persone con oltre 65 anni di età.

Tra i tumori più diagnosticati, quello femminile del seno occupa il primo posto: si prevedono oltre 355.000 nuove diagnosi di questo cancro per il 2020 nelle donne dell’Unione europea (13,3 per cento di tutte le diagnosi oncologiche). Di seguito si collocano il tumore del colon-retto (341.000 nuovi casi; 12,7 per cento), della prostata (336.000 nuovi casi; 12,5 per cento) e del polmone (318,000; 11,9 per cento).

Guardando invece alla mortalità, si stima che il tumore del polmone sarà responsabile del 20,4 per cento di tutti i decessi oncologici, seguito dal tumore del colon-retto (12,4 per cento), dal cancro mammario femminile (7,3 per cento) e dal tumore del pancreas (7,1 per cento).

Una nota importante: le stime presentate a ESMO non tengono conto dell’impatto della pandemia di Covid-19, che senza dubbio influenzerà in modo importante diversi aspetti dell’epidemiologia dei tumori.

Chi sale e chi scende

I dati di incidenza e mortalità dei diversi tumori nei Paesi europei non si muovono tutti nella stessa direzione.

Una differenza che spicca è proprio tra l’incidenza e la mortalità: la prima è in genere stabile o in crescita nei Paesi dell’Unione, la seconda invece spesso è in diminuzione. Le ragioni alla base di queste differenze sono molteplici, come spiega Bettio, e devono essere valutate nello specifico per ciascun tumore e nei diversi contesti geografici e sociali. “Se osserviamo per esempio i dati relativi al tumore del polmone, la principale causa di morte oncologica in Europa per il 2020, notiamo che l’incidenza è in diminuzione negli uomini in molti Paesi europei, mentre i numeri sono stabili o addirittura in crescita nelle donne che hanno cominciato a fumare in un periodo successivo rispetto agli uomini” dice l’esperta, che poi aggiunge: “Non dimentichiamoci che parte degli aumenti che vediamo, soprattutto nella mortalità, sono legati alle caratteristiche demografiche della popolazione, che in Europa ha un’età media sempre più alta.”

Infine, ma non certo meno importante, l’analisi ha mostrato grandi differenze di incidenza e mortalità tra i diversi Paesi europei. “Per i tumori del polmone o del colon-retto, per esempio, i Paesi con i numeri più alti presentano tassi di incidenza e mortalità doppi rispetto a quelli con i numeri più bassi” precisa Bettio. In questo caso, le cause delle differenze sono da ricercare nella diversa esposizione a fattori di rischio (in alcuni Paesi si fuma meno che in altri, le abitudini alimentari maggiormente diffuse possono essere più o meno salutari in alcune nazioni rispetto ad altre e così via), ma anche nella possibilità o meno di sottoporsi a screening con regolarità e di accedere alle migliori cure disponibili.

Riflettori sul tumore del seno

Il cancro al seno resta il tumore più comune in Europa. Nella popolazione femminile si colloca al primo posto sia nella classifica dei tumori più diagnosticati (28,7 per cento di tutte le diagnosi oncologiche) sia in quella della mortalità per cancro (16,5 per cento).

Numeri senza dubbio molto elevati, ma che devono essere analizzati con attenzione. Se infatti il numero di casi di tumore del seno diagnosticati è cresciuto in modo continuo in quasi tutti i Paesi europei negli ultimi decenni, la mortalità si è ridotta in molte nazioni già a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, e in particolare in quelli dell’Europa occidentale e del Nord.

“Merito della diagnosi precoce e dei programmi di screening, dei passi avanti nelle terapie e della messa in campo di azioni di controllo e prevenzione. Tutti questi fattori hanno contribuito a migliorare la sopravvivenza” afferma Bettio.

L’Europa unita contro il cancro

“Per oltre 30 anni, sin dal lancio del primo programma ‘Europa contro il cancro’, le azioni adottate a livello dell’Unione europea hanno contribuito ad allungare l’aspettativa di vita dei cittadini” spiega Manola Bettio, ricordando l’importanza dell’impegno comune per evitare l’esposizione ai fattori di rischio, promuovere gli screening per la diagnosi precoce, rendere le cure accessibili a tutti e migliorare la qualità e della resilienza dei sistemi sanitari.

Proprio in questo contesto si colloca il sistema europeo di informazione sul cancro (European Cancer Information System; ECIS), uno strumento fondamentale per descrivere in modo accurato la diffusione e le caratteristiche del cancro in Europa e per rendere disponibili dati confrontabili tra i vari Paesi del continente.

Rendere standard le definizioni e i processi che portano alla raccolta e alla gestione dei dati è uno degli obiettivi sostenuti dal JRC” spiega Bettio, ricordando il ruolo di primo piano dei registri oncologici di popolazione, fonti di informazioni preziose per conoscere il reale impatto del cancro.

“I dati di questi registri oggi coprono circa il 55 per cento della popolazione europea e quindi c’è ancora un ampio margine di miglioramento, considerando anche il fatto che raccogliere dati nei registri rappresenta una parte davvero minima dei costi per la gestione dei tumori” conclude Bettio.

  • Agenzia Zoe