Il Nobel per la medicina assegnato per le scoperte che hanno portato ai vaccini a mRNA

Ultimo aggiornamento: 22 novembre 2024

Il Nobel per la medicina assegnato per le scoperte che hanno portato ai vaccini a mRNA

Il premio Nobel per la fisiologia o la medicina 2023 è stato assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman, gli scienziati che hanno scoperto come modificare le molecole di mRNA, una tecnologia che ha reso possibile lo sviluppo dei vaccini a mRNA efficaci contro il Covid-19. Questa tecnologia, come specifica il Comitato responsabile dell’assegnazione dei premi Nobel, ci ha permesso di superare “una delle peggiori minacce alla salute umana dei tempi moderni. Grazie a loro milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato a riaprirsi”. Karikó e Weissman hanno perseguito per decenni e con tenacia la loro idea che molecole di mRNA potessero essere utilizzate a fini preventivi e terapeutici. I due ricercatori non hanno mai desistito, nonostante lo scetticismo generale della comunità scientifica, che considerava questa idea impraticabile.

Andrea Sironi, presidente di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, ha ricordato in passato che “i vaccini a mRNA sono stati sviluppati grazie agli sforzi compiuti negli anni passati anche nell’ambito della ricerca oncologica, la quale beneficerà a sua volta, in un circolo virtuoso, dei progressi realizzati nel campo dei vaccini”.

Un concetto ribadito anche da Maria Rescigno, pro rettore vicario dell’Università Humanitas con delega alla ricerca e scienziata sostenuta da AIRC: “La tecnologia a mRNA, prima di essere usata per fare i vaccini contro Covid-19, è stata messa a punto per altre patologie, inclusi i tumori dove è tuttora in sperimentazione. Questa tecnologia ha poi preso piede nel periodo della pandemia, per la velocità con la quale permette di sviluppare i vaccini. Infatti, una volta conosciuta la sequenza genica che specifica l’antigene, ovvero della proteina virale contro la quale si voleva sviluppare il vaccino (più precisamente, la proteina spike del coronavirus), si è potuto ottenere il vaccino nel giro di qualche settimana”.

Come specifica Rescigno, “è questa velocità che rende particolarmente attraente la tecnologia per lo sviluppo di vaccini antitumorali. Infatti potrebbe permettere di sviluppare, sulla base delle mutazioni individuali del tumore di ciascun paziente, un vaccino mirato alla sua malattia”.

I vaccini a mRNA che sono in corso di sviluppo contro il cancro non servirebbero dunque a prevenire un tumore, ma a potenziare la risposta immunitaria dei pazienti contro una malattia già in atto. La strada per produrli è tracciata, ma, conclude Rescigno, ci vorrà ancora del tempo prima che questa tecnologia possa essere utilizzata per curare i malati oncologici: “Per ora è stata usata in alcuni studi clinici contro proteine associate ai tumori e non ancora per lo sviluppo di vaccini mirati a una specifica malattia, ma vedremo cosa ci riserverà il futuro dopo l’assegnazione del premio Nobel”.

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