Ultimo aggiornamento: 28 maggio 2020
Uno studio realizzato utilizzando “big data” dimostra che l'abitudine alla sigaretta aumenta i recettori ACE2 nei polmoni, favorendo la diffusione dell’infezione
Una ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Developmental Cell suggerisce che il fumo di sigaretta spinge le cellule del polmone a produrre più recettori per l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2). Tali recettori sono la porta di ingresso utilizzata dal virus Sars-CoV-2 per infettare le cellule. Questo potrebbe spiegare i dati epidemiologici che mostrano un maggior rischio di complicanze polmonari da COVID-19 nei fumatori. L’analisi mostra anche che il cambiamento è reversibile, per cui smettere di fumare potrebbe ridurre il rischio di andare incontro alle forme più gravi della malattia.
Fin dall’inizio della pandemia, medici e scienziati hanno notato che non tutte le persone rispondono allo stesso modo al virus. La maggior parte degli individui sviluppa sintomi relativamente modesti, mentre altri – fra questi in particolare uomini anziani fumatori e malati di cancro al polmone – possono arrivare ad aver bisogno della terapia intensiva e del supporto respiratorio.
Gli autori hanno valutato dati già esistenti sugli effetti dell'abitudine al fumo sull’espressione dei geni nelle cellule polmonari, al fine di chiarire se tali effetti influiscano anche sull'evoluzione di un'infezione da COVID-19. Per farlo hanno utilizzato una piattaforma di “big data” utilizzata da Google per l’analisi delle informazioni in rete.
"Nel caso dei malati di cancro al polmone, sappiamo che il rischio aumentato dipende soprattutto dallo stato infiammatorio dei tessuti e dalla compromissione del sistema immunitario. Ma cosa succede nei fumatori che non sono malati di cancro? Grazie a queste analisi, abbiamo scoperto che sia i topi esposti al fumo in laboratorio, sia gli esseri umani fumatori mostrano un significativo aumento di produzione di recettori ACE2" spiegano gli esperti. "Ma i dati dicono anche che bastano pochi giorni senza fumo per riportare il livello di ACE2 alla normalità: una buona ragione per smettere, con un vantaggio immediato nel prevenire i possibili effetti di un'infezione da COVID-19 e un vantaggio duraturo per la prevenzione oncologica."
Agenzia Zoe