Dati statunitensi suggeriscono che il vaccino contro l’HPV funziona molto bene

Ultimo aggiornamento: 2 luglio 2025

Dati statunitensi suggeriscono che il vaccino contro l’HPV funziona molto bene

Sono molti gli studi che mostrano i benefici della vaccinazione contro il Papillomavirus. Tuttavia, la copertura vaccinale è ancora troppo bassa.

Dal 2006 la vaccinazione contro il Papillomavirus umano (HPV) è raccomandata negli Stati Uniti per le ragazze, con l’obiettivo di prevenire le infezioni da ceppi del virus responsabili della maggior parte dei tumori del collo dell’utero. Dopo quasi due decenni iniziano ad arrivare prove concrete e importanti dell’impatto positivo di questa vaccinazione, non solo sull'incidenza del cancro, ma anche sulla mortalità che ne deriva. È quanto emerge in uno studio recente, i cui risultati sono stati pubblicati su JAMA.

A partire dai dati del National Center for Health Statistics, i ricercatori hanno analizzato l’andamento dei decessi per tumore cervicale nelle giovani donne sotto i 25 anni tra il 1992 e il 2021. Tra il 2012 e il 2019, l’incidenza del cancro cervicale nelle persone sotto i 25 anni è risultata più bassa del 65% circa. Nei primi vent’anni, cioè dal 1992-1994 al 2013-2015, il tasso di mortalità è emerso essere calato del 3,7% circa ogni anno. Questa tendenza sarebbe attribuibile soprattutto al miglioramento dei programmi di screening. Dal 2013-2015 al 2019-2021 la riduzione della mortalità è risultata ancora più importante, con un calo medio annuo del 15,2%, che corrisponde a una riduzione complessiva del 62% in soli 6 anni. In termini assoluti, il numero dei decessi è sceso da 55 nel triennio 1992-1994 a 35 nel 2013-2015, fino ad arrivare a soli 13 casi nel 2019-2021.

Questi dati derivano da uno studio osservazionale, e cioè non dimostrano un rapporto di causa-effetto con le coperture vaccinali, ma solo un’associazione. Tuttavia, suggeriscono che il vaccino contro l’HPV stia contribuendo a salvare vite umane, generando una catena di effetti positivi: meno infezioni da HPV, meno casi di tumore e, infine, meno decessi.

Coperture ancora molto basse in Italia

In Italia, la vaccinazione è raccomandata e gratuita per ragazze e ragazzi nel corso del dodicesimo anno di età, ovvero prima dell’inizio dell’attività sessuale, quando è più efficace, ma porta a benefici in termini di prevenzione anche negli adulti. Infatti, a ogni età può proteggere da diversi ceppi che espongono al rischio di diversi tipi di tumore, come quelli dell’ano, del pene e della base della lingua.

 

Nel nostro Paese siamo però ben lontani dai tassi di copertura vaccinale degli Stati Uniti, che è cresciuta progressivamente nel tempo. Nel 2021 il 78,5% degli adolescenti statunitensi aveva ricevuto almeno una dose. I dati del Ministero della salute, aggiornati al 31 dicembre 2023 e riferiti a ragazzi e ragazze nati tra il 1999 e il 2011, mostrano che la copertura media tra le ragazze resta molto al di sotto della soglia ottimale del 95% prevista per il dodicesimo anno di vita dal Piano Nazionale di prevenzione vaccinale. Nessuna Regione o Provincia autonoma ha raggiunto tale obiettivo in nessuna delle coorti considerate. In particolare, nella coorte del 2011 solo il 45,3% delle dodicenni ha ricevuto la vaccinazione con ciclo completo, come il 60,7% delle nate nel 2010 e il 66% delle nate nel 2009.

Il progetto PERCH, per favorire la copertura vaccinale

È notizia di maggio 2025 che si è conclusa la Joint Action europea PERCH (PartnERship to Contrast HPV), lanciata dalla Commissione europea a novembre 2022 con l’obiettivo di portare la copertura vaccinale al 90% per i e le quindicenni d’Europa. La Joint Action, coordinata dall’Istituto superiore di sanità (ISS), ha coinvolto 18 Paesi. Si inserisce nel più ampio quadro della strategia globale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’eliminazione del cancro della cervice uterina, che punta a raggiungere gli obiettivi 90-70-90: vaccinare il 90% delle ragazze entro i 15 anni, sottoporre a screening il 70% delle donne e trattare il 90% dei casi individuati.

 

PERCH si è focalizzato sulla sensibilizzazione e sull’incentivazione della copertura vaccinale attraverso attività per il monitoraggio della copertura vaccinale, percorsi formativi per operatori sanitari e iniziative di comunicazione rivolte ai ragazzi e le ragazze. In particolare, in Italia sono stati avviati focus group in 4 regioni (Piemonte, Basilicata, Calabria, Puglia) per indagare su che cosa spinge e che cosa trattiene i ragazzi dal volersi vaccinare ed è stata sperimentata la somministrazione del vaccino direttamente negli istituti scolastici di 3 regioni, Calabria, Campania e Puglia.

  • Cristina Da Rold

    Cristina Da Rold (Belluno, 1988) è data-journalist dal 2012. Si occupa di sanità con approccio data-driven, principalmente su Infodata – Il Sole 24 Ore Le Scienze. Scrive prevalentemente di disuguaglianze sociali, epidemiologia e nuove tecnologie in medicina. Consulente e formatrice nell’ambito della comunicazione sanitaria digitale, dal 2015 è consulente per la comunicazione/social media presso l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal 2021 anche presso la Fondazione Pezcoller per la ricerca sul cancro di Trento. Nel 2015 ha pubblicato il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”(Il Pensiero Scientifico Editore). È docente presso il Master in comunicazione della scienza e della salute dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presso il Master in comunicazione della scienza dell’Università di Parma.