Con i progetti di AIRC la ricerca italiana ha cambiato marcia

Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020

Con i progetti di AIRC la ricerca italiana ha cambiato marcia

Il finanziamento alla ricerca, che AIRC porta avanti grazie alle scelte consapevoli di tanti contribuenti, sta creando una nuova mentalità e un nuovo approccio vincente alla lotta contro il cancro.

Dall’esordio del 5 per mille AIRC ha raccolto mediamente 60 milioni di euro l’anno. Cosa ha reso possibile questo risultato straordinario? Merito della generosità degli italiani e della risposta di AIRC a questa eccezionale adesione. Negli ultimi anni, infatti, AIRC ha dato il via a una vera e propria rivoluzione nella ricerca oncologica del nostro Paese. Questa rivoluzione è tutt'ora in atto ed è sostenuta appunto dal denaro raccolto grazie alle scelte di oltre 1,6 milioni di italiani.

“Il cancro è un problema enorme, che richiede di conseguenza un grande sforzo collettivo per arrivare a soluzioni concrete” spiega Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC, che poi aggiunge: “In effetti, l’idea di fondo dei finanziamenti basati sul 5 per mille è mettere insieme più forze, anche molto diverse tra di loro. Si tratta di far collaborare tante persone di valore e portarle a lavorare sullo stesso progetto affrontandolo da angolature diverse.” E anche se, almeno in teoria, la matematica non è un’opinione, “come risultato netto di tale collaborazione, la somma di 2+2 potrebbe non essere 4, ma addirittura 8” dice Caligaris Cappio, alludendo ai grandi risultati ottenuti in tempi relativamente brevi dai ricercatori impegnati nei progetti 5 per mille di AIRC.

I tre pilastri del successo

Grandi gruppi multidisciplinari, controlli costanti e trasparenza estrema. “Ogni progetto prevede la partecipazione di diversi gruppi e decine di ricercatori” afferma Michele Maio, direttore del Centro di immunoterapia oncologica al Policlinico Santa Maria alle Scotte a Siena e beneficiario di uno dei finanziamenti destinati allo studio delle metastasi. “Avere a disposizione in un’unica cordata un gruppo di ricercatori di diversa formazione permette di costruire una sorta di centro oncologico virtuale, sul modello dei grandi istituti esteri, dove è possibile contare su cervelli e tecnologie che mettendosi insieme possono rispondere praticamente a ogni nuova domanda” precisa l’oncologo, ricordando che questo nuovo modo di lavorare sta producendo un vero e proprio cambio di mentalità nei ricercatori che in Italia si occupano di oncologia.

A tutto ciò si unisce un rigoroso processo di revisione, anche in corso d’opera, da parte di esperti internazionali: “Vogliamo essere certi che tutto ciò che investiamo sia utilizzato nel miglior modo possibile. È un dovere nei confronti dei donatori, ma soprattutto dei pazienti, destinatari finali di ogni singolo euro che va alla ricerca” aggiunge Caligaris Cappio.

“Da ricercatore penso che le revisioni periodiche siano fondamentali, perché ti permettono di tirare le fila di quanto realizzato fino a quel momento e di aggiustare il tiro per le future ricerche” gli fa eco Alessandro Maria Vannucchi, dell’Università degli Studi di Firenze, beneficiario di due finanziamenti nell’ambito dei programmi 5 per mille. Tutto questo però non potrebbe arrivare e fare presa sui "non addetti ai lavori" senza la grande trasparenza con la quale AIRC comunica i risultati e la destinazione esatta dei fondi raccolti. “Comunicare alla gente in modo chiaro, semplice e costante è senza dubbio una delle carte vincenti di AIRC” afferma Vannucchi.

Non costa nulla, ma vale molto

Donare il 5 per mille non costa nulla, e donarlo ad AIRC può davvero fare la differenza per la ricerca oncologica italiana.” Lo sostiene Michele Maio, ricordando una caratteristica importante di questa misura fiscale, ovvero il fatto che non toglie nulla al reddito. Non si tratta infatti di una “tassa” da pagare o di una classica donazione, ma piuttosto dell’opportunità di scegliere in modo consapevole a chi donare una parte del proprio IRPEF (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, che comunque il contribuente deve pagare). In altre parole è una quota dovuta allo Stato (parte dell’IRPEF), ma alla quale lo Stato rinuncia, dando la possibilità ai contribuenti di destinarla a organizzazioni non profit per sostenere le attività.

“Lavorando con l’etichetta di AIRC, e in particolare col finanziamento 5 per mille, mi sento onorato ma anche investito di una responsabilità particolare” spiega Vannucchi. “Parlo a mio nome, ma sono certo di interpretare il pensiero di molti altri colleghi che come me hanno avuto il privilegio di ricevere questi fondi, che creano una sorta di filo diretto tra ricercatore e cittadino, insieme in prima linea, seppur con ruoli differenti, per sconfiggere la malattia.” Senza dubbio gli italiani stanno dimostrando di credere in AIRC, come emerge dal numero di firme in costante crescita negli anni, e questo permette di guardare al futuro con ottimismo. “Tenendo ben presenti gli insegnamenti che arrivano dal passato, il nostro sguardo è rivolto al futuro. Un futuro che poggia sulle solide basi costruite in oltre cinquant’anni di sostegno alla ricerca” conclude Caligaris Cappio.

Le tappe di un lungo viaggio

Sono trascorsi quasi 10 anni da quando nel 2010 hanno preso il via i primi studi finanziati grazie ai fondi 5 per mille, 10 grandi progetti che hanno prodotto in pochi anni risultati sorprendenti. 10 appartenevano allo speciale programma “Oncologia clinica molecolare”, e 4 a quello denominato “Diagnosi precoce e analisi del rischio”. Dopo 5 anni di grande lavoro e ottimi risultati, 8 di questi 14 progetti hanno ottenuto un ulteriore finanziamento di due anni grazie al bando di estensione lanciato nel maggio 2015. Lo scorso anno ha preso il via il nuovo programma AIRC 5 per mille destinato allo studio di un problema cruciale per i pazienti oncologici, “La malattia metastatica”; sono stati selezionati 6 progetti dedicati in modo specifico allo studio dei meccanismi di disseminazione tumorale in base ai quali mettere a punto nuove terapie per affrontare e curare le metastasi.

Per saperne di più sui programmi AIRC 5 per mille visita il sito dedicato.

Come sostenere i progetti AIRC 5 per mille

Bastano pochi minuti, una firma e qualche numero per destinare il proprio 5 per mille ad AIRC, ma è importante ricordare che si tratta di una scelta consapevole e attiva, che deve essere compiuta dal contribuente, anche nel caso in cui si utilizzi la dichiarazione dei redditi “precompilata” messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Ma andiamo con ordine. Per scegliere a chi destinare la propria quota 5 per mille, il cittadino deve apporre la propria firma negli appositi riquadri presenti nel modello della dichiarazione dei redditi (Modello Unico, 730 o CU/Certificazione unica). Ci sono 6 riquadri, ciascuno corrispondente alla finalità di destinazione. Per scegliere come beneficiario finale AIRC occorre firmare nella casella denominata “Finanziamento della ricerca scientifica e università” e poi inserire nell’apposito spazio il codice fiscale di AIRC:

80051890152

Attenzione però, la scelta vale solo per un anno. È quindi fondamentale ripetere questa procedura a ogni nuova dichiarazione dei redditi.

  • Agenzia ZOE