Chirurgia ricostruttiva e chirurgia estetica, due facce della stessa medaglia

Ultimo aggiornamento: 24 novembre 2023

Chirurgia ricostruttiva e chirurgia estetica, due facce della stessa medaglia

La cura del cancro del seno prevede spesso l’asportazione totale o parziale della mammella tramite un’operazione di mastectomia o quadrantectomia. La mastectomia può avere un impatto significativo sull’immagine corporea e sulla qualità della vita delle do

“La chirurgia ricostruttiva del seno è un intervento che ha lo scopo di ripristinare l’aspetto estetico del seno. Può essere effettuata in un unico momento, in concomitanza con l’asportazione del tumore, o in 2 momenti diversi. In quest’ultimo caso, la prima fase viene effettuata in concomitanza con la mastectomia o quadrantectomia, e la seconda invece in un momento successivo” spiega Mario Rietjens, direttore della Chirurgia plastica dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano.

Esistono 2 principali tecniche di ricostruzione del seno, comuni sia agli interventi ricostruttivi sia a quelli estetici. La ricostruzione con protesi prevede l’inserimento di una protesi mammaria in silicone o in poliuretano nel torace. Vi è poi l’opzione della ricostruzione con tessuto autologo, che prevede l’utilizzo di tessuto prelevato da altre parti del corpo, come l’addome, la schiena o la coscia. Il tessuto prelevato viene poi utilizzato per creare un nuovo seno.

“La scelta della tecnica di ricostruzione più adatta dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione del seno da ricostruire, la posizione del tumore, la conformazione fisica della donna e le sue preferenze personali” spiega Rietjens.

Sebbene le tecniche usate per la ricostruzione del seno che ha subito un intervento per un cancro non siano molto diverse da quelle utilizzate in chirurgia estetica, devono tenere conto della particolare fragilità della zona.

 

Obiettivi diversi ma convergenti

“La chirurgia estetica viene usata per correggere un difetto, aumentare o diminuire le dimensioni del seno o modificarne la forma. Tutti questi obiettivi sono presenti anche nelle tecniche ricostruttive, ma è la causa prima dell’intervento che cambia” continua l’esperto.

In sostanza, la principale differenza tra chirurgia ricostruttiva e chirurgia estetica è la ragione per cui ci si affida al chirurgo. Nel caso del cancro al seno si vuole ripristinare l’aspetto estetico del seno dopo la mastectomia, mentre la chirurgia estetica vuole migliorarne l’aspetto in una persona fondamentalmente sana.

Un’altra differenza tra i 2 tipi di intervento è la copertura da parte del Servizio sanitario nazionale. In Italia, la chirurgia ricostruttiva è coperta dalla sanità pubblica, mentre la chirurgia estetica è a carico del paziente, tranne in rari casi in cui vi siano vere e proprie malformazioni del seno o situazioni che compromettono la salute della donna, come in caso di seni eccessivamente grandi e pesanti.

È importante considerare anche altri aspetti quando si decide di sottoporsi a un intervento di chirurgia del seno, sia ricostruttiva che estetica. Tra questi, il rischio di complicazioni e il tempo di recupero, che varia a seconda della tecnica utilizzata. In generale, è necessario prevedere un periodo di riposo di alcune settimane.

La chirurgia ricostruttiva del seno dopo mastectomia è un intervento complesso che può comportare un certo rischio. L’infezione è la complicanza più comune. L’incidenza è stimata tra il 2 e il 10 per cento a seconda degli studi. I sintomi dell’infezione includono dolore, arrossamento, gonfiore e febbre. Il trattamento è a base di antibiotici e generalmente l’infezione si risolve facilmente.

Il sanguinamento è un’altra complicanza comune della chirurgia ricostruttiva del seno. L’incidenza è stimata tra lo 0,5 e il 2 per cento e può essere controllato con medicazioni o con un intervento chirurgico riparativo.

“I tessuti nelle donne con cancro sono spesso più fragili, anche per l’estensione dell’asportazione. Per esempio, nella chirurgia estetica non si va a toccare il piano muscolare e si può conservare la pelle del seno, mentre nel cancro questo non sempre è possibile. Un’altra notevole differenza riguarda la struttura del capezzolo, una parte che nella chirurgia estetica non viene praticamente mai asportata mentre nel cancro del seno deve a volte essere sacrificata e quindi ricostruita con tecniche che includono la chirurgia stessa e i tatuaggi” spiega Rietjens. Così, per l’insieme di queste differenze, le complicanze sono più frequenti negli interventi di ricostruzione.

L’intervento può modificare la sensibilità del seno per via dei danni ai nervi e causare intorpidimento, formicolio, problemi di sensibilità o dolore nella zona. L'incidenza è stimata tra lo 0,5 e il 5 per cento. I danni ai nervi possono essere permanenti o temporanei. Una complicanza comune sia alla ricostruzione che all’intervento estetico è la contrattura capsulare, legata all’uso di protesi mammarie. È causata dalla formazione di una capsula fibrosa intorno alla protesi che può restringersi e deformare il seno. L’incidenza della contrattura capsulare è stimata tra il 2 e il 30 per cento e può essere trattata con un secondo intervento chirurgico. Infine, entrambe le tecniche di ricostruzione del seno possono provocare deformità, causata da una serie di fattori, tra cui la procedura utilizzata, la conformazione fisica della donna e la cicatrizzazione.

“Soprattutto le donne che si sottopongono a radioterapia possono avere un tempo di cicatrizzazione maggiore” spiega Rietjens. Col passare dei mesi, le cicatrici diventano comunque più chiare e meno visibili.

 

L’estetica conta

Vi è poi una componente della chirurgia ricostruttiva che ha anche una funzione puramente estetica, ed è l’intervento sul seno controlaterale, quello che non è malato e non è stato toccato dalla mastectomia. “I motivi per cui si interviene sul seno controlaterale nella chirurgia ricostruttiva del seno sono diversi. Per esempio, bisogna assicurare la simmetria dei seni, importante per la maggior parte delle donne. Quando si ricostruisce un solo seno, è possibile che il seno ricostruito appaia più grande o più piccolo di quello controlaterale. In questi casi, si interviene per ridurre o aumentare le dimensioni di quello sano” spiega l’esperto.

Non deve stupire che ci sia spazio anche per una discussione di tipo puramente estetico. I chirurghi possono suggerire alle donne che lamentano seni troppo grandi, troppo piccoli o cadenti di approfittare di un intervento comunque necessario per migliorare l’estetica generale. Questo tipo di scelte ha anche importanti ricadute psicologiche: il cancro è un evento stressante che non deve cancellare la femminilità. C’è spazio anche per una scelta puramente estetica che può migliorare la percezione del proprio corpo e rendere l’esperienza meno pesante da sopportare.

“Naturalmente, la decisione di sottoporsi alla chirurgia ricostruttiva del seno è personale e deve essere presa dalla donna in collaborazione con il proprio medico” conclude Rietjens. “Tuttavia, credo che tutte le donne che hanno subito un intervento di asportazione del seno dovrebbero essere consapevoli delle diverse opzioni di ricostruzione disponibili, incluse quelle puramente estetiche.”

  • Agenzia Zoe

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