Ultimo aggiornamento: 2 settembre 2021
Identificata una proteina coinvolta nel passaggio e nella permanenza delle cellule tumorali nei vasi sanguigni, una scoperta che apre la strada a nuove potenziali strategie contro le metastasi
La proteina TRPM7 potrebbe rappresentare la chiave d’accesso che permette alle cellule tumorali di entrare nei vasi sanguigni e poi diffondersi nell’organismo, dando origine a metastasi anche lontane. È quanto hanno pubblicato sulla rivista Science Advances i ricercatori della Johns Hopkins University, negli Stati Uniti, che hanno lavorato assieme a colleghi canadesi e spagnoli, compiendo così un altro passo avanti nella comprensione dei meccanismi che portano alle metastasi.
“Abbiamo scoperto che la proteina TRPM7 è in grado di ‘sentire’ la pressione dei fluidi nel circolo sanguigno e di bloccare le cellule impedendo loro di entrare nei vasi ed essere quindi sottoposte a questo stress”, spiegano i ricercatori che per arrivare a questa conclusione hanno utilizzato diverse tecniche all’avanguardia.
Tra queste anche sistemi di microfluidica che hanno permesso di simulare ciò che succede nei vasi sanguigni, ma con la possibilità di modulare l’intensità del flusso. I risultati degli esperimenti sono, a detta degli stessi autori, sorprendenti.
È stato rilevato che, se le cellule normali incontrano un canale (come il vaso sanguigno) nel quale è presente un flusso di liquido in movimento, fanno dietrofront e cambiano direzione per evitare proprio quel flusso. “È un processo simile a quello che si verifica quando tocchiamo una pentola calda: avvertiamo il calore e togliamo la mano” dice il coordinatore della ricerca.
Proseguendo nella ricerca, gli autori hanno dimostrato che TRPM7 ha un ruolo di primo piano in questo meccanismo: se l’espressione della proteina è bloccata, le cellule non cambiano direzione, ma entrano nel flusso, come se si fosse ridotta la loro sensibilità a questo stimolo meccanico.
“Abbiamo dimostrato anche che le cellule normali hanno concentrazioni più alte di TRPM7 rispetto a quelle di sarcoma, e che aumentando i livelli della proteina nelle cellule tumorali è possibile renderle più sensibili al flusso di fluidi e impedire il loro ingresso nei vasi” spiegano i ricercatori.
“Servono ancora molti studi, ma speriamo che queste informazioni possano essere utili a sviluppare nuove terapie anticancro, magari basate su tecniche di editing del DNA per modulare i livelli di TRPM7”.
Agenzia ZOE