Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2020
Grazie ai Programmi 5 per mille si raccolgono i successi di anni di ricerca e si promuovono nuove opportunità per gli scienziati che si occupano di cancro del seno metastatico.
Capita che, a parità di caratteristiche cliniche e molecolari, due tumori mammari siano diversi nella loro progressione: uno si diffonde in organi distanti, dando origine a metastasi e complicando l'approccio e la durata della cura, l'altro resta confinato al seno e può essere trattato, talvolta, anche solo con la chirurgia. Capire cosa c'è dietro questi diversi comportamenti del tumore è fondamentale per arrivare all'obiettivo finale di curare o di rendere cronica anche la malattia metastatica. Lo sa bene AIRC, che lo scorso anno ha lanciato un nuovo bando 5 per mille per finanziare proprio progetti di ricerca che si occupino di conoscere a fondo i meccanismi molecolari alla base delle metastasi (non solo del tumore mammario) e di trovare nuove strategie efficaci contro il cancro in fase avanzata.
L'attenzione di AIRC nei confronti di sfide difficili da vincere è ben visibile anche nel sostegno al progetto 5 per mille coordinato da Giannino Del Sal, responsabile dell'Unità operativa triestina del Laboratorio nazionale del Consorzio interuniversitario di biotecnologie (LNCIB), dedicato al tumore al seno triplo negativo. Questa malattia rappresenta circa il 20 per cento di tutti i tumori del seno e si chiama così perché sulle sue cellule non ci sono i recettori per HER2, per gli estrogeni e per i progestinici, bersagli molecolari dei farmaci più innovativi oggi disponibili contro questa malattia.
Tra gli ambiziosi obiettivi del progetto, alcuni sono dedicati alle metastasi e hanno portato a risultati importanti pubblicati su prestigiose riviste internazionali. In particolare, i ricercatori hanno chiarito il ruolo di YAP e TAZ, due potenti oncoproteine legate all'aggressività tumorale e capaci di favorire lo sviluppo di metastasi, il ritorno della malattia e la resistenza ai trattamenti. Nei tumori alla mammella, YAP e TAZ sono regolate dal metabolismo del colesterolo, a sua volta regolato da uno dei più pericolosi acceleratori della trasformazione tumorale, la proteina p53 mutata. Proprio attorno a p53 ruota l'ultima scoperta di Del Sal e colleghi, pubblicata nel dicembre 2017 sulla rivista Nature Cell Biology: il lavoro dimostra che le caratteristiche fisiche del tumore mammario (come la sua consistenza, la rigidità e la tensione tipica delle forme più aggressive) stabilizzano e stimolano l'attività di p53 mutata nel tumore, che porta alla proliferazione delle cellule malate e alla loro diffusione. Un nuovo punto di vista da cui osservare il tumore per cercarne i punti deboli e che coinvolge anche vie metaboliche note come quella che porta alla sintesi del colesterolo, sulla quale è possibile agire anche con farmaci ben noti come le statine.
Cristina Ferrario