Dal laboratorio a nuove terapie per i pazienti

Quello tra AIRC e Salvatore Siena è un rapporto solido, che ha inizio ben sedici anni fa. Nel 2006 ottiene un Investigator Grant, al quale si aggiungono altri quattro progetti negli anni successivi. Grazie agli importanti risultati che i suoi studi hanno ottenuto nel tempo, oggi è insieme ai suoi colleghi uno dei ricercatori più citati al mondo sulle riviste scientifiche.

“Sono un ricercatore clinico – spiega il professor Siena – Il mio compito è quello di trasformare delle osservazioni di laboratorio in studi clinici”, i quali a loro volta possono realizzare nuove terapie per i pazienti. Obiettivo numero uno: qualità di vita. Questo è un obiettivo che definisce “martellante” ed essenziale sia per i ricercatori che per i pazienti, proprio come lo è il secondo: la quantità di vita. “Sono gli elementi principali, tutto il resto fa da contorno e contribuisce a sua volta a realizzare questi obiettivi”.

Ce ne sarebbe un terzo, spiega il ricercatore, che al paziente non interessa direttamente ma interessa ai medici: “L’indice terapeutico, un concetto molto complesso di bilancio fra vantaggi e svantaggi delle cure”.

“Avere un Grant AIRC per noi è un onore, un onere e una soddisfazione, perché se AIRC ti finanzia significa che la ricerca è veramente importante”. Il suo gruppo di ricerca è focalizzato sullo studio del cancro al colon-retto. L’obiettivo è indirizzare le terapie in modo da riuscire a evitare l’amputazione del retto. “Ho visto avanzamenti che sarebbero stati impensabili solo dieci anni fa. Ci sono pazienti affetti da tumori che oggi possono essere curati in maniera cronica con farmaci che hanno pochissimi effetti collaterali, spesso nemmeno uno, mentre una volta erano condannati a morte. Io nella mia carriera l’ho visto, la frazione dei pazienti che usufruisce di cure estremamente efficaci aumenta. Quello che un ricercatore può chiedere, a se stesso e all’istituzione per la quale lavora, per le persone e gli ammalati, è di riuscire ad aggiungere un piccolo contributo alla medicina. Questo non è per niente facile. Io sono mediterraneo, sicuramente preferisco la luce al buio. E stiamo andando verso la luce, sì”. 

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  • Redazione

  • Articolo pubblicato il:

    28 giugno 2022