Da Manchester a Milano per avviare il suo gruppo di ricerca

Salerno, Milano, Manchester e, ora, di nuovo Milano.

La mia avventura nel campo della ricerca medica ha avuto inizio a Salerno poco più di 15 anni fa. Subito dopo la laurea, ho iniziato un tirocinio presso il laboratorio Patologia dell’Università di Salerno, dove mi sono interessato all'immunologia dei tumori. Era il 2008 e nonostante le buone idee che avevamo, mancavano gli strumenti per realizzarle. Ad esempio, l’immunoterapia dei tumori non era ancora una realtà, dato che i primi farmaci inibitori dei checkpoint del sistema immunitario non erano stati ancora approvati per l’utilizzo clinico.

A quei tempi facevo la spola tra i laboratori di Salerno e quelli della Fondazione G. Pascale di Napoli, dove svolgevo alcuni studi con animali di laboratorio. Un pomeriggio mi fermai a Napoli per partecipare a un seminario tenuto dal Professor Alberto Mantovani. Dopo la sua presentazione, lo avvicinai per esprimergli il mio interesse nel fare un dottorato nel suo laboratorio. Mandai il curriculum, e dopo alcuni mesi di attesa, esattamente la vigilia di Natale del 2009 ricevetti una email in cui mi veniva proposta una borsa di studio di un anno presso Humanitas.

Appena qualche giorno più tardi, l’11 gennaio 2010, mi imbarcavo su un volo di sola andata per Milano, dove la mia permanenza è andata ben oltre l’anno previsto. Alla borsa di studio è seguito un dottorato, dedicato a studiare come i processi infiammatori possano favorire la crescita tumorale. Sono stati cinque anni molto positivi che mi hanno permesso di pubblicare due importanti articoli come primo autore su riviste molto prestigiose.

Grazie a queste credenziali ho avuto la possibilità di proseguire il mio lavoro scegliendo tra prestigiosi istituti in Europa e negli Stati Uniti. Ho optato per il Cancer Research UK Manchester Institute, nel Regno Unito. Qui mi sono dedicato allo studio di meccanismi in grado di condizionare la capacità del sistema immunitario di combattere i tumori. Abbiamo scoperto come la presenza di un particolare tipo di infiammazione ‘cattiva’, associata a specifici mediatori solubili, possa aiutare a predire una scarsa risposta dei pazienti all’immunoterapia antitumorale.

Manchester è stato un capitolo fondamentale della mia carriera, ma durante la pandemia causata da SARS-CoV-2 ho cominciato a maturare la decisione di tornare in Italia. Ho quindi scritto un progetto di ricerca raccogliendo gli spunti maturati nel corso degli anni e ho deciso di concorrere al bando Start-Up di Fondazione AIRC, che mi ha consentito di tornare in Italia per avviare un mio laboratorio di ricerca.

Il rientro, dopo sei anni e mezzo, non è stato semplice.

Nella prossima puntata ti racconteremo del ritorno a Milano di Bonavita e del promettente progetto di ricerca che ha avviato in Italia grazie ad AIRC.

Biografia

Nato ad Avellino nel 1984, si è laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università degli Studi di Salerno. Ha quindi conseguito un dottorato di ricerca in Immunologia rilasciato dalla Open University di Milton Keynes, nel Regno Unito, svolgendo le proprie ricerche all’Istituto Clinico Humanitas a Rozzano. Si è quindi trasferito nel Regno Unito, al Cancer Research UK Manchester Institute. Nel 2022, grazie ad AIRC, è rientrato in Italia con un grant Start-Up e ha avviato il proprio gruppo di ricerca all’Humanitas Research Hospital.

  • Redazione

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  • Articolo pubblicato il:

    2 agosto 2023