Vi sarà capitato di sentire affermazioni come: la cura del cancro è a portata di mano, anzi è semplicissima e costa pochissimo. Basta un po' di bicarbonato o una dieta particolare o una combinazione di sostanze già disponibili che la "medicina ufficiale" si rifiuta di riconoscere perché perderebbe potere e pazienti. Si tratta degli elementi di base delle cosiddette teorie del complotto, idee che si diffondono per passaparola (anche via internet e social media) e raccolgono numerosi seguaci, nonostante siano totalmente prive di fondamenti scientifici e di dati di realtà a supporto.
Le teorie del complotto non riguardano solo il cancro e, anzi, sono sempre esistite. Fra le più conosciute, quella che riguarda l'assassinio del Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, avvenuto nel 1963 e attribuito, in mancanza di una spiegazione soddisfacente, a poteri occulti interni al governo americano. Studiate da psicologi e sociologi, le teorie del complotto si sono diffuse sempre di più anche grazie alla cassa di risonanza offerta dai social media e da internet.
Tra le malattie, il cancro è stato spesso oggetto di teorie del complotto, in particolare di quella che vede le case farmaceutiche e i medici coalizzati per vendere dannose chemioterapie invece di fantomatiche cure assai più benefiche ed economiche.
La ragione per cui proprio il cancro susciti questo tipo di fantasie è insita nella natura stessa delle teorie del complotto, che riguardano in genere problemi gravi e molto sentiti (la crisi, l'inquinamento ambientale o le malattie più diffuse) per i quali si fanno grandi sforzi collettivi dal punto di vista economico o della ricerca, con risultati ritenuti ancora insoddisfacenti.
Ci sono almeno 4 caratteristiche che in genere accompagnano le teorie del complotto:
Secondo i sociologi che studiano le teorie del complotto, una delle ragioni che contribuiscono alla loro diffusione è il bisogno umano di trovare spiegazioni semplici a fenomeni complessi. Le cospirazioni fanno proprio questo: forniscono spiegazioni semplici e consolatorie di fenomeni che altrimenti a persone comuni, prive di una preparazione specifica, appaiono confusi, difficili, non lineari. Inoltre, in questo modo si offre una spiegazione apparentemente convincente sulla natura delle relazioni gerarchiche all'interno della società e si "protesta", seppure in modo illogico, contro le relazioni di potere che inevitabilmente si creano nei gruppi umani. Infine, tali teorie aiutano a contenere la frustrazione di dover ammettere che per curare una malattia complessa come il cancro servano molti decenni di ricerca e che la sfida non sia affatto facile.
Dietro la diffusione delle teorie del complotto vi sono a volte persone che lucrano, convincendo un gran numero di individui a contribuire economicamente a cause inesistenti o a provare terapie del tutto prive di fondamenti scientifici e verifiche di efficacia.
Gli psicologi sociali hanno cercato di tracciare il profilo psicologico del potenziale seguace di una teoria del complotto. È bene dire che nessuno è del tutto immune al rischio di credere a complotti inesistenti, specialmente perché è facile cadere nella trappola quando ci si trova in un momento di debolezza della propria vita. Credere nell'esistenza di un ordine nascosto dietro il disordine ha un effetto psicologico rassicurante: dà l'illusione di avere maggiore controllo sulla propria vita. Inoltre, il complotto distoglie l'individuo dai propri problemi, lo solleva dalle proprie responsabilità o dalla fatica di fare i conti con qualcosa che non si può modificare a proprio piacimento.
Alcuni studi psicologici hanno anche dimostrato che individui che credono in una teoria del complotto tendono facilmente a credere anche alle altre. Si tratta di persone naturalmente portate a utilizzare il cosiddetto pregiudizio di conferma: un processo cognitivo per cui una persona è portata a rivolgere la propria attenzione e il proprio interesse soprattutto verso eventi e informazioni che confermano le sue stesse idee.
L'altra faccia del pregiudizio di conferma è la negazione di qualsiasi dissonanza cognitiva, ovvero la tendenza a ignorare o ritenere inesistente qualsiasi elemento che possa mettere in crisi la veridicità della teoria stessa. Nel caso del cancro significa negare, per esempio, il fatto che la ricerca medica abbia fatto notevoli passi avanti e continui a progredire, e che comunque il cancro oggi è notevolmente più curabile rispetto a qualche decennio fa.
I risultati di diversi studi hanno confermato il ruolo sempre maggiore dei social media nel diffondere teorie del complotto, che un tempo restavano confinate all'interno di gruppi più ristretti. Il fenomeno dà origine anche all’uso di tali strumenti e teorie a fini politici: in molti Paesi sono comparsi movimenti e partiti che fanno proprie alcune teorie del complotto per accrescere il proprio bacino di sostenitori o per destabilizzare e indebolire altri gruppi politici o il governo stesso.
Teorie sociologiche e fragilità umana a parte, dati e numeri possono essere utili nel replicare ad alcune teorie del complotto. Un tentativo in questo senso è stato portato avanti da David Robert Grimes, in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati nel 2016 sulla rivista PLOS One. Grimes, fisico dell’Università di Oxford impegnato nella ricerca sul cancro, nonché divulgatore scientifico, ha inventato un’equazione che permette di calcolare la probabilità che una teoria del complotto sia confutata, per caso o per volontà diretta. Come spiega lo stesso Grimes, l’equazione tiene conto di diversi fattori relativi alle teorie del complotto, quali il numero di “cospiratori”, il tipo di impegno richiesto loro e l’effetto della loro eventuale morte nel tenere in piedi la cospirazione stessa. Secondo l’esperto, nel complotto relativo alla possibile cura nascosta contro il cancro dovrebbero essere coinvolti, perché possa essere tenuta segreta, come minimo circa 714.000 cospiratori in tutto il mondo. Inoltre, sempre secondo i calcoli di Grimes, in poco più di 3 anni (3,17 per la precisione) tale specifico complotto verrebbe svelato in modo più o meno volontario, dall’interno o dall’esterno. “Credere che lo sbarco sulla luna non sia mai avvenuto può non avere conseguenze troppo pesanti, ma essere convinti che esista una cospirazione riguardo a terapie salvavita, come la chemioterapia o i vaccini, può essere fatale” spiega Grimes. Molte persone, prestando fede a queste dicerie, possono infatti rinunciare a metodi di prevenzione e di cura di provata efficacia, pagando con la propria vita. Consapevole, tuttavia, del fatto che un’equazione sia insufficiente a far cambiare idea a tutti coloro che gridano al complotto, Grimes è comunque fiducioso che, grazie a essa, alcune persone, specialmente le più moderate, potrebbero riflettere e arrivare a rivedere le proprie posizioni.
Autore originale: Agenzia Zoe
Revisione di Antonino Michienzi in data 1/07/2025
Agenzia Zoe
Articolo pubblicato il:
1 luglio 2025