10 campanelli d’allarme per gli uomini

Spesso i tumori, specialmente nelle fasi iniziali, si sviluppano senza dare sintomi. Ci sono tuttavia indizi che possono segnalare la presenza della malattia, anche se spesso sono comuni a molte altre patologie meno gravi.

Gli uomini si ammalano di più di cancro rispetto alle donne. Questa differenza è in parte attribuibile a fattori biologici e di genere e ad abitudini e comportamenti diversi tra i due sessi. Tra le diverse attitudini, gli uomini tendono a partecipare meno delle donne ai programmi di screening e a sottoporsi con meno frequenza a controlli periodici, ritardando così un’eventuale diagnosi precoce. Secondo gli ultimi dati forniti dall’osservatorio GLOBOCAN, promosso dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), negli uomini l’incidenza del cancro risulta circa il 20% più alta rispetto alle donne. Questa differenza riguarda complessivamente oltre 185 Paesi e include i principali tipi di tumore. Ancora più marcata è la disparità nella mortalità: negli uomini si registra un tasso di decessi per cancro superiore di circa il 40% rispetto alle donne.

La diagnosi precoce rimane uno dei pilastri fondamentali nella lotta contro il cancro, sia per gli uomini sia per le donne, perché, come ricorda la stessa OMS, intercettare i sintomi il prima possibile migliora le possibilità di trattamento e aumenta la sopravvivenza dei pazienti. In caso siano presenti sintomi, “intercettarli” significa prestare attenzione al proprio corpo, non sottovalutando eventuali cambiamenti che possono riguardare diversi aspetti della propria salute.

Gli uomini, tuttavia, hanno generalmente più difficoltà, rispetto alle donne, a parlare dei propri problemi e a cercare aiuto quando qualcosa non funziona. Ciò può dipendere anche da una sorta di ritrosia a discostarsi dall’immaginario tradizionale del “maschio” indipendente e capace di controllare gli eventi. Ridurre lo stigma legato alla malattia e aumentare la consapevolezza riguardo ai sintomi precoci dei tumori, riconoscendo queste barriere specifiche per genere, dovrebbe essere una priorità. L’Unione per il Controllo Internazionale del Cancro (UICC) ha infatti sottolineato l'importanza di affrontare le disuguaglianze di genere nella prevenzione e nell’accesso agli esami per la diagnosi precoce.

Ma quando un uomo dovrebbe chiedere aiuto? Quali sono i sintomi e i segni cui prestare attenzione? Per molti tipi di tumore i campanelli d’allarme, soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia, sono gli stessi nei maschi e nelle femmine. Per quelli dell’apparato riproduttivo, invece, alcuni segni e sintomi riflettono le diverse caratteristiche biologiche dei due sessi. In Italia, secondo il rapporto “I numeri del cancro 2024” di AIOM-AIRTUM, i tumori più diffusi tra gli uomini sono quelli della prostata, del polmone, del colon-retto e della vescica. A partire da questi dati è stato possibile stilare un decalogo di sintomi che possono segnalare la presenza di un tumore. Non si tratta di una lista esaustiva, e inoltre questi sintomi sono spesso comuni a molte patologie meno gravi dei tumori, che anzi, in molti casi, specialmente nelle fasi iniziali, possono essere asintomatici. Se però, come detto, singoli sintomi temporanei sono comuni a tantissime condizioni non maligne, nel caso in cui persistano è sempre opportuno confrontarsi con il proprio medico.

  1. Problemi di erezione ed eiaculazione
  2. Difficoltà a urinare
  3. Feci anomale o con sangue
  4. Cambiamenti nei testicoli
  5. Difficoltà nella deglutizione e fastidi dopo i pasti
  6. Prurito
  7. Cambiamenti nella bocca
  8. Tosse persistente
  9. Immotivata perdita di peso
  10. Stanchezza persistente

1. Problemi di erezione ed eiaculazione

Il tumore della prostata, in assoluto tra i più diffusi nella popolazione maschile, si sviluppa molto spesso senza dare sintomi, se non nelle fasi più avanzate della malattia, portando alla comparsa di alcuni segnali che possono influenzare anche l’erezione e l’eiaculazione. In particolare, la presenza di un tumore potrebbe rendere difficile raggiungere un’erezione, provocare dolore, associarsi alla presenza di sangue nelle urine o diminuire il volume del liquido seminale, come viene segnalato dalla Johns Hopkins Medicine, un’importante istituzione ospedaliera e di ricerca americana. Si tratta, però, di sintomi comuni che possono comparire con l’avanzare dell’età o essere associati ad altre patologie, prima fra tutte l’ipertrofia prostatica benigna, una condizione benigna in cui la prostata, con il passare dell’età, tende ad aumentare di dimensioni. Problemi di erezione possono indicare anche una prima manifestazione del diabete mellito, una patologia coronarica o, più in generale, una manifestazione della sindrome metabolica. Inoltre, il volume del liquido seminale è influenzato dal livello di idratazione, dalla dieta e dalla frequenza delle eiaculazioni stesse. La presenza di sangue nello sperma (emospermia) può essere dovuta a un’infezione, comprese quelle sessualmente trasmissibili, o a iperplasia prostatica benigna. Non di rado, inoltre, il sangue nello sperma è una situazione senza causa nota che si risolve senza bisogno di alcun intervento. La consulenza del proprio medico, insieme alla valutazione di altri eventuali sintomi e della storia dei pazienti, aiuta a comprendere come e se sia il caso di intervenire con eventuali esami di approfondimento, come l’esplorazione rettale, il dosaggio del PSA o una visita specialistica urologica.

2. Difficoltà a urinare

Cambiamenti nel modo di urinare possono essere tra i sintomi più caratteristici dei tumori della vescica e della prostata. Prostata, vescica e uretra sono strettamente collegati tra loro: la prostata giace sotto la vescica, ed è attraversata dall’uretra, il canale che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno. La presenza di una lesione tumorale in quest’area può determinare il bisogno di urinare più spesso, ma anche un getto più debole, una sensazione di fare fatica a urinare o di non aver svuotato del tutto la vescica. Possono comparire anche dolore durante la minzione e sangue nelle urine (quest’ultimo sintomo può essere presente anche in caso di tumore del rene). Tali sintomi, però, possono più spesso essere ricondotti all’ipertrofia prostatica benigna, alla presenza di infezioni nel tratto urinario o a calcoli renali. Una difficoltà a iniziare la minzione, un flusso ridotto, la necessità di andare più spesso e con urgenza in bagno, oltre al bisogno di alzarsi la notte per urinare, sono tutte condizioni che richiedono un’accurata valutazione da parte dello specialista, che potrà consigliare ulteriori accertamenti – come l’ecografia dell’apparato urinario, il dosaggio del PSA, l’analisi delle urine o la cistoscopia – per escludere una patologia oncologica o identificarla precocemente, quando è più curabile.

3. Feci anomale o con sangue

Osservare le proprie feci ed essere consapevoli delle proprie abitudini intestinali è importante e non deve creare imbarazzo. Alcuni tumori, infatti, possono manifestarsi anche con alterazioni nella consistenza e nell’aspetto delle feci. È il caso dei tumori del colon-retto, che possono determinare anche la presenza di sangue nelle feci (che si ha anche in caso di tumori dello stomaco in fase avanzata) e causare diarrea e stitichezza. Anche in questo caso la presenza di tali sintomi non è indicativa solo di tumori del colon-retto: come ricorda l’American Cancer Society, infezioni, emorroidi, o la sindrome del colon irritabile possono causare sintomi analoghi.

Screening per il cancro del colon-retto

L’adesione ai programmi di screening per il tumore del colon retto può consentire di intercettare precocemente polipi o tumori prima che diano sintomi. Tali programmi, offerti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, possono prevedere, a seconda delle regioni, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, non sempre visibile a occhio nudo, ma spesso associato a feci molto scure, da eseguire ogni 2 anni tra i 50 e i 69 anni. In alternativa, la rettosigmoidoscopia è un esame endoscopico con cui si analizza la parte terminale dell’intestino, da eseguire una sola volta tra i 58-60 anni. Secondo le più recenti linee guida internazionali l’età di inizio dello screening dovrebbe essere abbassata a 45 anni, in particolare per far fronte all’aumento dei casi registrato negli ultimi anni nelle persone sotto i 50 anni. Oltre al test per la ricerca del sangue occulto, sono in fase di sviluppo anche metodi più avanzati, come i test del DNA fecale e l’uso di intelligenza artificiale durante la colonscopia, che potrebbero permettere di rilevare con maggiore accuratezza le lesioni precancerose.

4. Cambiamenti nei testicoli

Nelle donne si consigliano l’autopalpazione e l’osservazione del seno per scovare la presenza di noduli o cambiamenti nell’aspetto che possono essere indicativi della presenza di un tumore. Negli uomini, l’invito all’autopalpazione dei testicoli ha la stessa finalità, soprattutto nei giovani. La presenza di un nodulo, il rigonfiamento o il rimpicciolimento di un testicolo, così come la comparsa improvvisa di dolore e pesantezza allo scroto, sono infatti considerati tra gli indicatori più caratteristici del tumore del testicolo. Osservarsi e autopalparsi è un’abitudine raccomandata a uomini e ragazzi, dato che questa malattia tende a colpire soprattutto la popolazione sotto i 40 anni. Occorre però tenere conto del fatto che piccole differenze tra i testicoli sono normali e che eventuali cambiamenti possono avere altre cause. Varicocele, infiammazioni e infezioni possono infatti determinare noduli e rigonfiamenti. Un’ecografia scrotale ed eventuali esami del sangue per dosare la presenza di marcatori tumorali possono essere prescritti come test di approfondimento per confermare o escludere la presenza di un tumore.

Come effettuare l’autopalpazione dei testicoli

Gli esperti della Società italiana di urologia (SIU) raccomandano di osservare i propri testicoli almeno una volta al mese, meglio se dopo un bagno caldo, con lo scroto rilassato. L’autoesame consiste nel far ruotare ciascun testicolo tra il pollice e l’indice, alla ricerca di noduli o alterazioni eventualmente da approfondire con l’aiuto di uno specialista. L’autopalpazione dei testicoli dovrebbe diventare un’abitudine in tutti, anche negli adolescenti e nei giovani adulti, periodo in cui il tumore più frequentemente diagnosticato è proprio quello del testicolo. Si tratta di una patologia che può essere curata nella quasi totalità dei casi, soprattutto quando viene diagnosticata in stadio precoce.

5. Difficoltà nella deglutizione e fastidi dopo i pasti

I fastidi allo stomaco e i problemi di digestione sono diffusissimi e possono avere innumerevoli cause. Stress, alimentazione poco varia ed equilibrata, infezioni, reflusso gastroesofageo – solo per citarne alcune – possono portare a gonfiori, dolori e nausea. In rari casi potrebbero indicare anche la presenza di un tumore dello stomaco. Secondo i più recenti dati raccolti da GLOBOCAN, il tumore gastrico rappresenta il quinto cancro più diagnosticato negli uomini, con oltre 719.000 nuovi casi ogni anno nel mondo. In Italia è meno frequente, ma colpisce soprattutto gli uomini sopra i 60 anni, in particolare se fumatori o con una dieta povera di frutta e verdura e ricca di cibi conservati e salati. Altri fattori di rischio accertati includono l’infezione cronica da Helicobacter pylorie una familiarità per neoplasie gastriche. Questa forma tumorale può presentarsi con una serie di sintomi gastrointestinali, quali nausea, vomito, dolore allo stomaco, difficoltà a deglutire, gonfiore, eruttazioni frequenti, e una sensazione di rapida sazietà. Alcuni di questi sintomi – sensazione di pienezza dopo aver mangiato poco, nausea e vomito, gonfiore e dolore all’addome – possono comparire anche in presenza di un tumore del fegato, o, in caso di difficoltà nella deglutizione, di un tumore dell’esofago o del cavo orofaringeo.

6. Prurito

Non è di certo tra i sintomi più specifici associati alle malattie tumorali, e nella stragrande maggioranza dei casi è possibile rintracciarne facilmente la causa (punture di insetti, pelle secca, allergie, infezioni fungine, herpes). Il prurito può essere tuttavia un sintomo anche di alcuni tipi di tumore. Lo è in particolare, secondo gli esperti, in caso di tumori che colpiscono la pelle, di alcune neoplasie ematologiche (come il linfoma di Hodgkin) e del tumore del fegato. Gli esperti della Mayo Clinic, un’importante ospedale americano, suggeriscono di rivolgersi a un medico quando il fastidio dura più di due settimane, interessa tutto il corpo, impedisce lo svolgimento delle attività quotidiane, non è possibile identificarne la causa e si accompagna a dimagrimento, sudorazione notturna e febbre.

Malattie a cui è associato il prurito

Non sempre il prurito è sintomo di una malattia, né d’altra parte è sempre possibile identificare con certezza una causa, ricordano gli esperti del National Cancer Institute, che hanno stilato una lista delle altre condizioni in cui è presente, oltre ai tumori:

  • disturbi a carico del fegato, della tiroide o dei reni;
  • insufficienza renale cronica;
  • HIV o infezioni da parassiti;
  • pelle secca;
  • reazioni ai farmaci;
  • condizioni legate a stress, ansia e depressione.
  • malattie dermatologiche croniche, come eczema o psoriasi.

In alcuni casi, il prurito persistente e diffuso può indicare la presenza di colestasi intraepatica o altri disturbi sistemici e va indagato con il medico se non si risolve con trattamenti locali.

7. Cambiamenti nella bocca

La regola generale da seguire è di tenere traccia di cambiamenti nello stato di salute generale e nell’aspetto di organi o tessuti, sia in prima persona, osservando il proprio corpo e le proprie abitudini, sia con un aiuto esterno, come il dentista per quanto riguarda lesioni sospette del cavo orale. I tumori orali sono, come molti altri, più comuni negli uomini che nelle donne. Questo dato è generalmente spiegato dal fatto che i fattori di rischio associati, come il fumo e l’abitudine all’alcol, sono stati, almeno in passato, più diffusi negli uomini. Anche i tumori collegati alle infezioni da papilloma virus (come quelli del cavo orale) sono in netta crescita tra gli uomini sotto i 60 anni, con un’incidenza superiore rispetto alle donne di circa 4 volte, ricordano gli esperti dell’American Cancer Society e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Per identificare la presenza di strane macchie bianche o rosse, di noduli o di ulcerazioni, un autoesame davanti allo specchio può essere utile, anche se rimane necessario recarsi periodicamente dal dentista. Per qualsiasi anomalia – compresi ispessimenti, sanguinamenti o tumefazione – che duri più di due settimane, è opportuno rivolgersi a uno specialista, come consiglia l’’Associazione nazionale dentisti italiani (Fondazione ANDI Onlus).

8. Tosse persistente

Una tosse persistente è il sintomo principale tra quelli potenzialmente legati al tumore del polmone, una delle principali cause di morte per cancro a livello globale e la seconda neoplasia più diagnosticata negli uomini. Vi sono però altri fattori associati che possono destare allarme, specialmente nei fumatori, nei quali la tosse da sola è un sintomo di per sé molto diffuso. Dolore al petto, raucedine persistente ed espulsione di sangue con la tosse sono infatti ulteriori campanelli d’allarme di qualcosa che non va e che merita di essere riferito al medico ed eventualmente approfondito.

9. Immotivata perdita di peso

La perdita di peso immotivata è uno dei sintomi più conosciuti legati alla presenza di una malattia tumorale, e anche uno di quelli meno specifici e più comuni a diversi tipi di cancro, sia negli uomini sia nelle donne. Spesso compare nelle fasi più avanzate della malattia. La perdita di peso nei malati oncologici avviene sostanzialmente perché le cellule tumorali sono molto attive, consumano molta energia e possono stravolgere il metabolismo energetico del corpo. Altre malattie che possono portare a perdere peso, influenzando sia l’appetito sia l’assorbimento dei nutrienti, sono il diabete, le disfunzioni a carico della tiroide, le infezioni prolungate, le malattie infiammatorie croniche intestinali e le malattie mentali. Per l’American Cancer Society può essere considerata preoccupante una perdita di peso immotivata intorno ai 5 kg. In caso di perdita di peso in assenza di cambiamenti delle proprie abitudini alimentari, è sempre importante parlare con il proprio medico di medicina generale e, se questi lo ritiene necessario, con uno specialista.

10. Stanchezza persistente

Anche una stanchezza persistente, apparentemente immotivata, rientra tra i sintomi meno specifici e più comuni a diversi tipi di cancro. Secondo i dati riportati dall’American Cancer Society, quasi la totalità dei pazienti oncologici prova affaticamento nel corso della malattia, soprattutto nelle fasi avanzate o durante le terapie. La stanchezza può essere uno dei primi sintomi di tumori del sangue (come leucemie o linfomi), del colon, del polmone o del rene. Secondo gli esperti è possibile che la presenza delle cellule cancerose modifichi il metabolismo e la produzione di diverse sostanze che hanno effetti sul funzionamento del sistema immunitario e degli ormoni, inducendo una sensazione di stanchezza. Anche l’anemia associata ai tumori può contribuire alla sensazione di spossatezza riferita da tantissimi pazienti oncologici. La stanchezza cronica è spesso un sintomo delle fasi più avanzate dei tumori e difficilmente compare come sintomo nelle fasi iniziali. È comunque necessario non sottovalutare mai un senso di stanchezza che il paziente non sa spiegarsi altrimenti.

Autore originale: Anna Lisa Bonfranceschi

Revisione di Raffaella Gatta in data 5/09/2025

  • Anna Lisa Bonfranceschi

    Dopo gli studi in biologia e una breve esperienza nel mondo della ricerca, dal 2010 scrive storie di scienza, salute e innovazione tecnologia. Oggi è giornalista pubblicista. Fuori dal lavoro soprattutto corre e va in mountain-bike.
  • Articolo pubblicato il:

    5 settembre 2025