I virus oncogeni

Alcune infezioni persistenti possono favorire l’insorgere di tumori. Quando le infezioni di questo tipo sono causate da virus, questi ultimi sono detti oncogeni o oncovirus

Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2022

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In sintesi

  • Alcune infezioni persistenti possono favorire l’insorgere di tumori.
  • Quando le infezioni di questo tipo sono causate da virus (per esempio dal papillomavirus umano e dai virus dell’epatite B e C), tali virus sono detti oncogeni o oncovirus.
  • Solitamente il tumore si sviluppa molti anni dopo l’infezione.
  • Prevenendo l’infezione e, quando è possibile, curandola si riduce il rischio di tumore.

Microbi e cancro

Le stime più recenti dicono che il 12-20 per cento circa di tutti i tumori registrati nel mondo sono dovuti a un’infezione da parte di un virus, un batterio o un parassita. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito nella lista degli agenti biologici sicuramente cancerogeni per gli esseri umani 11 microorganismi: sette virus, tre parassiti (vermi) e un batterio. I quattro microbi cancerogeni che da soli causano il 90 per cento dei tumori di origine infettiva sono il batterio Helycobacter pylori (che aumenta il rischio di ammalarsi di tumore dello stomaco), il papillomavirus umano (HPV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV). I virus in grado di provocare infezioni persistenti che favoriscono l’insorgenza dei tumori sono detti virus oncogeni o oncovirus. Oltre ai tre tipi di virus già citati, l’elenco comprende il virus di Epstein-Barr (EBV, responsabile della mononucleosi infettiva), l’herpesvirus associato al sarcoma di Kaposi (KSHV; noto anche come herpes virus umano 8, HHV8), il virus umano T-linfotropico 1 (HTLV-1) e il virus dell’immunodeficienza umana 1 (HIV-1, l’agente infettivo responsabile dell’AIDS).

Alcuni oncovirus (EBV, HTLV-1, KSHV e HPV) sono capaci di indurre direttamente la trasformazione neoplastica delle cellule inserendo nel DNA cellulare i propri geni che vanno a funzionare come oncogeni. Le infezioni da EBV e HTLV-1 sono state collegate all’insorgenza di tumori del sangue, leucemie e linfomi. KSHV può provocare, oltre al sarcoma a cui si fa riferimento nel nome, anche dei linfomi. HIV-1 aumenta il rischio di ammalarsi di diversi tipi di tumore causando immunosoppressione, cioè abbassando le difese del sistema immunitario, che fa fatica a riconoscere ed eliminare le cellule trasformate. Altri virus oncogeni (HBV e HCV) scatenano e alimentano un processo di infiammazione cronica. Questa stimola a sua volta la produzione di molecole, per esempio i radicali liberi, che possono indurre la trasformazione neoplastica. Le cellule mutate si moltiplicano molto facilmente nel microambiente infiammatorio, anche grazie alla presenza di proteine chiamate citochine, e se non sono eliminate dal sistema immunitario, il tumore cresce e può diffondersi nell’organismo. Non tutti coloro che si infettano con i microorganismi oncogeni sviluppano un tumore, l’infezione rappresenta però un importante fattore di rischio. In genere, i tumori di origine infettiva si sviluppano in tempi molto lunghi, anche 20-30 anni dopo l’infezione.

Tumori prevenibili

       L’infezione da papillomavirus è l’infezione sessualmente trasmessa più frequente in assoluto. Esistono più di un centinaio di ceppi di HPV: alcuni provocano delle lesioni benigne (condilomi o “verruche genitali”), mentre altri (in particolare il tipo 16 e il tipo 18) creano delle lesioni pretumorali che dopo molti anni possono trasformarsi in cancro. L’HPV è responsabile di quasi la totalità dei tumori della cervice uterina (collo dell’utero), di alcuni tumori della bocca e dell’ano, e di alcuni di quelli che colpiscono i genitali femminili (tumori della vulva e della vagina) o maschili (tumore del pene).

       Le infezioni da virus dell’epatite B e dell’epatite C vengono contratte principalmente attraverso il contatto con sangue infetto. Inoltre il virus dell’epatite B, e meno comunemente quello dell’epatite C, possono essere trasmessi anche per via sessuale. I virus HBV e HCV (ma non il virus dell’epatite A) causano in certi casi un’epatite cronica che può progredire a cirrosi, una malattia degenerativa del fegato. Il fegato cirrotico predispone all’insorgenza della forma più comune di tumore del fegato, il carcinoma epatocellulare.

       Sia l’infezione da HPV sia quella da HBV possono essere prevenute con la vaccinazione. In Italia tutti i neonati vengono vaccinati contro l’epatite B, mentre la vaccinazione contro il papillomavirus viene somministrata gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi dal dodicesimo anno di età. Grazie all’introduzione di queste vaccinazioni, l’incidenza dei tumori del fegato associati a HBV si è già ridotta in modo consistente, mentre quella del tumore della cervice dovrebbe scendere progressivamente nei prossimi decenni. Purtroppo non esiste ancora un vaccino contro l’epatite C, tuttavia oggi esistono farmaci antivirali efficaci con cui debellare l’infezione. Nel caso dei virus che si trasmettono per via sessuale e attraverso lo scambio di siringhe infette, la prevenzione delle infezioni, e di conseguenza dei tumori, passa anche attraverso l’adozione di comportamenti responsabili. Prevenendo e curando, dove possibile, le infezioni da virus oncogeni si riduce il rischio di ammalarsi di tumori di origine infettiva.

  • Agenzia ZOE