I virus oncogeni

Alcune infezioni persistenti possono favorire l’insorgenza di tumori. Quando le infezioni di questo tipo sono causate da virus, quest’ultimi sono detti virus oncògeni o oncovirus

Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2025

Tempo di lettura: 4 minuti

In sintesi

  • Alcune infezioni persistenti possono favorire l’insorgenza di tumori.
  • Quando le infezioni di questo tipo sono causate da virus, come per esempio il papillomavirus umano (HPV) e i virus dell’epatite B e C, essi sono detti virus oncògeni o oncovirus.
  • Solitamente il tumore si sviluppa molti anni dopo l’inizio dell’infezione.
  • Prevenendo l’infezione e, quando è possibile, curandola, si riduce il rischio di tumore.

Agenti biologici e cancro

Le stime più recenti dicono che il 12-20% circa di tutti i tumori registrati nel mondo sono dovuti a un’infezione da parte di un virus, un batterio o un parassita. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito nella lista degli agenti biologici sicuramente cancerogeni per gli esseri umani 13 specie di microrganismi: 9 virus, 3 parassiti (vermi) e un batterio. I 4 agenti infettivi cancerogeni che da soli causano il 90% circa dei tumori di questo tipo sono:

  • Il batterio Helycobacter pylori,che aumenta il rischio di ammalarsi di tumore dello stomaco;
  • il papillomavirus umano (HPV), responsabile di quasi la totalità dei tumori della cervice uterina, di alcuni tumori della bocca e dell’ano, e di alcuni dei tumori che colpiscono altre parti dei genitali femminili, come quelli della vulva e della vagina, o maschili, come il tumore del pene;
  • il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV), che possono portare allo sviluppo di tumori del fegato.

I virus in grado di provocare infezioni persistenti che favoriscono l’insorgenza dei tumori sono detti virus oncògeni o oncovirus. Oltre ai 3 tipi di virus responsabili della maggior parte dei tumori, l’elenco comprende: il virus di Epstein-Barr (EBV), che causa la mononucleosi infettiva; l’herpes virus umano 8 (HHV8), associato al sarcoma di Kaposi (KSHV); il virus umano T-linfotropico 1 (HTLV-1); il virus dell’immunodeficienza umana 1 (HIV-1), responsabile dell’AIDS; il virus dell’epatite D (HDV), che causa epatocarcinoma in coinfezione con HBV; e il poliomavirus a cellule di Merkel (MCPyV), responsabile di un tumore della pelle chiamato carcinoma a cellule di Merkel.

Alcuni oncovirus (EBV, HTLV-1, KSHV e HPV) sono capaci di indurre direttamente la trasformazione neoplastica delle cellule inserendo nel DNA cellulare i propri geni che funzionano come oncogèni. Le infezioni da EBV e HTLV-1 sono state collegate all’insorgenza di tumori del sangue, leucemie e linfomi. KSHV può provocare, oltre al sarcoma a cui si fa riferimento nel nome, anche alcuni tipi di linfoma. HIV-1 aumenta il rischio di ammalarsi di diversi tipi di tumore causando la distruzione di cellule essenziali del sistema immunitario, la cui conseguenza è una immunosoppressione, ovvero una forte riduzione delle difese immunitarie che faticano così a riconoscere ed eliminare sia le minacce infettive, sia le cellule trasformate. Altri virus oncògeni (HBV e HCV) possono scatenare e alimentare un processo di infiammazione cronica nel fegato. Questa, a sua volta, stimola la produzione di molecole, come i radicali liberi, che possono indurre la trasformazione neoplastica delle cellule. Le cellule mutate si moltiplicano molto facilmente nel microambiente infiammatorio, anche grazie alla presenza di proteine, chiamate citochine. Se tali cellule non vengono eliminate dal sistema immunitario, il tumore cresce e può diffondersi nell’organismo. Non tutti coloro che si infettano con un virus oncògeno sviluppano un tumore. L’infezione rappresenta però un importante fattore di rischio. In genere, i tumori di origine infettiva si sviluppano in tempi molto lunghi, anche 20-30 anni dopo l’infezione.

Tumori prevenibili

L’infezione da papillomavirus è la malattia sessualmente trasmessa più frequente in assoluto. Esistono più di un centinaio di ceppi di HPV: alcuni provocano lesioni benigne (condilomi o “verruche genitali”), mentre altri, in particolare il tipo 16 e il tipo 18, possono portare alla formazione di lesioni precancerose che dopo molti anni possono trasformarsi in cancro.

Le infezioni da virus dell’epatite B e dell’epatite C vengono contratte principalmente attraverso il contatto con sangue infetto. Inoltre, il virus dell’epatite B, e meno comunemente quello dell’epatite C, possono essere trasmessi anche per via sessuale. I virus HBV e HCV, ma non il virus dell’epatite A, causano in certi casi una forma di epatite cronica che può progredire in cirrosi, una malattia degenerativa del fegato. Il fegato cirrotico predispone all’insorgenza della forma più comune di tumore del fegato, il carcinoma epatocellulare.

Sia l’infezione da HPV sia quella da HBV possono essere prevenute con la vaccinazione. In Italia, tutti i neonati vengono vaccinati contro l’epatite B, mentre la vaccinazione contro il papillomavirus viene somministrata gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi al compimento degli 11 anni. Grazie all’introduzione di queste vaccinazioni, l’incidenza dei tumori del fegato associati a HBV si è già ridotta in modo consistente, mentre quella del tumore della cervice uterina sta diminuendo e dovrebbe scendere ulteriormente nei prossimi decenni. Purtroppo, non esiste ancora un vaccino contro l’epatite C, tuttavia esistono farmaci antivirali efficaci con cui debellare l’infezione. Nel caso dei virus che si trasmettono per via sessuale e attraverso lo scambio di siringhe infette, la prevenzione delle infezioni, e di conseguenza dei tumori, passa anche attraverso l’adozione di comportamenti responsabili. Prevenendo e curando, dove possibile, le infezioni da virus oncògeni si riduce il rischio di ammalarsi di tumori di origine infettiva.

Autore originale: Agenzia Zoe

Revisione di Sofia Corradin in data 9/12/2025

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