Ci sono persone ad alto rischio che possono beneficiare di esami per la diagnosi precoce del cancro al polmone

Fra gli esami per la diagnosi precoce del cancro, quello per il cancro del polmone è l’ultimo in ordine di tempo a essere stato studiato e sviluppato.

Ultimo aggiornamento: 15 settembre 2022

Tempo di lettura: 9 minuti

Fra gli esami per la diagnosi precoce del cancro, quello per il cancro del polmone è l’ultimo in ordine di tempo a essere stato studiato e sviluppato. L’esame è ancora sperimentale, i suoi rischi e benefici vanno ancora chiariti, ma per i forti fumatori l’esame potrebbe rivelarsi una possibilità in più per scoprire tempestivamente l’insorgenza di un tumore al polmone, la più frequente causa di morte per cancro.

In questo articolo risponderemo alle domande:

  1. In cosa consistono gli esami per la diagnosi precoce del tumore del polmone?
  2. Quali sono le prove della loro sicurezza ed efficacia che oggi abbiamo a disposizione?
  3. Per chi sono pensati?
  4. In che modo i ricercatori stanno cercando di renderli più precisi?

A oggi, per la diagnosi precoce del cancro, sono offerti gratuitamente alla popolazione in Italia gli screening per il tumore del seno, il tumore della cervice uterina e il cancro del colon-retto. In futuro si potrebbero aggiungersi a questi anche gli esami di screening per il tumore del polmone. Tali esami sono stati sviluppati e sperimentati negli ultimi anni e i loro rischi e benefici sono ancora oggetto di valutazione. Per questo, in tutto il mondo sia i ministeri della salute sia i sistemi sanitari locali non hanno ancora dato il via a programmi organizzati di screening da offrire a tutti coloro che potrebbero esserne interessati. Già oggi però i forti fumatori o coloro che hanno una storia di fumo importante alle spalle possono avere l’opportunità di partecipare gratuitamente a programmi sperimentali finalizzati alla diagnosi precoce del tumore al polmone, una malattia che ogni anno in Italia uccide quasi 34.000 persone.

Come si fa

Uno screening oncologico consiste nell’esecuzione periodica di un esame in grado di individuare precocemente un tumore o suoi precursori. È rivolto a persone apparentemente sane, che non presentano segni o sintomi che facciano temere la presenza di un tumore, ma che per età e altri fattori hanno un rischio più alto di svilupparlo rispetto alla media. Solitamente gli screening non servono a prevenire l’insorgenza del cancro, ma a individuare precocemente la malattia. Aumentano così le probabilità dei pazienti di esseri curati con successo, di subire interventi chirurgici meno demolitivi e di sottoporsi a terapie farmacologiche meno debilitanti.

La tecnica utilizzata per la diagnosi precoce del tumore polmonare è la tomografia computerizzata a basso dosaggio (LDCT, acronimo del nome inglese low-dose computed tomography) del torace. La tomografia computerizzata (TC) consente di ottenere immagini di sezioni del corpo umano servendosi dei raggi X. La dose di radiazioni a cui si è esposti con la TC è superiore a quella di una radiografia. D’altro canto la TC permette di visualizzare dettagli non apprezzabili in una immagine radiografica, inclusi noduli polmonari molto piccoli. La LDCT usata per questo tipo di esame polmonare impiega appena un quinto della dose di radiazioni adoperata per una TC del torace eseguita a scopo diagnostico.

L’apparecchiatura utilizzata per la LDCT è costituita dal tomografo, un tubo che emette raggi X, e da una serie di rilevatori di radiazioni. Il complesso sorgente-rivelatori ruota attorno al paziente mentre il lettino su cui è posto si muove longitudinalmente. I raggi X descrivono così un percorso elicoidale attorno al torace e per questo si parla anche di “TC spirale”. I raggi X emessi dal tomografo attraversano il torace e vengono bloccati dai polmoni in modo diverso a seconda della densità del tessuto. I rilevatori di radiazioni misurano l’attenuazione dei raggi X e il computer, mediante complessi calcoli statistico-matematici, trasforma queste informazioni in immagini digitali. Durante l’esame, che dura 10-20 minuti ed è indolore, le persone devono stare immobili e trattenere il fiato per qualche secondo.

Si riduce la mortalità

Dati i grandi numeri di persone che si ammalano di tumore del polmone e i successi limitati delle cure, i ricercatori perseguono da tempo l’idea di mettere a punto esami per la diagnosi precoce. Inizialmente si era pensato di utilizzare la radiografia del torace (RX) perché poco costosa, veloce ed effettuabile in qualunque ospedale o centro diagnostico. I risultati degli studi clinici con questa tecnica sono però stati profondamente deludenti: dividendo in due gruppi i partecipanti e sottoponendone solo uno a radiografie periodiche del torace, la mortalità per tumore del polmone risultava identica nei due gruppi. Dopo uno stop di qualche anno, si è ricominciato a valutare la possibilità di esami per la diagnosi precoce del cancro polmonare dopo che alcune ricerche pilota avevano mostrato che, in individui monitorati con la tomografia computerizzata del torace, il tumore veniva diagnosticato quando era più piccolo e più facilmente curabile.

Le due più grandi sperimentazioni cliniche che hanno dimostrato come l’esame con la LDTC possa ridurre la mortalità per cancro del polmone sono lo studio NLST e lo studio NELSON. Il primo, condotto negli Stati Uniti, ha coinvolto oltre 50.000 persone di età compresa tra 55 e 74 anni che erano forti fumatori o lo erano stati fino ad anni recenti. I partecipanti sono stati sottoposti a screening annuale per tre anni con la LDCT oppure con l’RX del torace. Al termine dello studio, nel gruppo sottoposto a screening con LDCT la mortalità per tumore del polmone era di circa il 20 per cento più bassa rispetto alla mortalità riscontrata nel gruppo monitorato con RX del torace.

Lo studio NELSON invece ha coinvolto oltre 13.000 uomini di età compresa tra 55 e 74 anni, fumatori o ex fumatori, monitorati per più di 10 anni. Una metà dei partecipanti è stata sottoposta alla LDCT all’inizio dello studio, dopo un anno, dopo altri due anni e dopo altri due anni ancora (quattro esami in tutto), mentre l’altra metà non è mai stata sottoposta alla LDCT. Al termine del periodo di studio, nel gruppo sottoposto a screening la mortalità per tumore del polmone si era ridotta di circa un quarto.

I soggetti ad alto rischio

Gli screening oncologici non sono diretti a tutti indiscriminatamente, ma alle persone che fanno parte della popolazione “ad alto rischio”, cioè coloro che hanno un’elevata probabilità di sviluppare quel tumore e che possono trarre beneficio da una diagnosi precoce. Uno dei punti fondamentali quando si mette a punto uno screening oncologico è proprio capire quali sono le caratteristiche che accomunano i pazienti a cui viene diagnosticato un certo tipo di tumore e quali e quanti benefici possono trarre da una diagnosi tempestiva.

Nel caso del tumore del polmone non c’è dubbio che il fattore di rischio più importante è il fumo di tabacco e che la diagnosi avviene assai raramente prima dei 50 anni. Per questo motivo i requisiti considerati per l’esame sono di essere o essere stati forti fumatori, di entrambi i sessi, con età superiore a 55 anni. Per “forti fumatori” si intendono persone che abbiano fumato di 30 “pack-year”. Un “pack-year” (letteralmente “anno-pacchetto”) corrisponde al consumo di un pacchetto standard di sigarette (20 sigarette) al giorno per un anno; accumula 30 “pack-year” chi consuma un pacchetto al giorno per 30 anni, chi consuma due pacchetti al giorno per 15 anni e via dicendo. Questo perché il rischio di sviluppare un tumore del polmone varia in funzione sia della quantità di sigarette consumate, sia del tempo in cui si è fumato. Possono sottoporsi all’esame anche gli ex-fumatori con queste caratteristiche che abbiano smesso da meno di 15 anni.

A chi rivolgersi

L’esame per la diagnosi precoce del tumore del polmone ha superato il grosso della fase sperimentale, ma occorre ancora che alcuni dati si consolidino prima che possa entrare negli screening offerti dal Sistema sanitario nazionale. Proprio per consolidare i dati, i principali centri per la cura dei tumori hanno da tempo avviato progetti di ricerca per lo studio dello screening a cui si può partecipare gratuitamente su base volontaria.

A fine 2021 è stato lanciato il progetto RISP (Rete italiana per lo screening polmonare), finanziato dal Ministero della salute. Il progetto, che coinvolge 19 centri in tutta Italia ed è coordinato dall’Istituto nazionale dei tumori (INT) di Milano, ha come obiettivo strategico di “implementare su tutto il territorio nazionale un programma di screening del tumore polmonare con LDCT, attraverso una rete di centri a elevata competenza clinica multidisciplinare, allo scopo di ottenere una significativa riduzione della mortalità per cancro polmonare nei forti fumatori, attraverso lo screening dei tumori polmonari con TC torace”. Il reclutamento dei partecipanti al progetto RISP avviene attraverso la collaborazione attiva dei medici di medicina generale, un call center nazionale (800 213 601) e un sito web (www.programmarisp.it) per la registrazione diretta on-line.

A che punto è la ricerca

La messa a punto dello screening per il tumore del polmone resta un campo attivo di ricerca. Un aspetto su cui si sta lavorando molto è una maggiore personalizzazione degli esami per la diagnosi precoce. Resta per esempio da definire quale sia l’intervallo ottimale tra una LDCT e la successiva: allungare questo intervallo vuol dire somministrare meno radiazioni ai partecipanti e spendere meno in termini di costi sanitari, ma occorre che gli esami siano sufficientemente ravvicinati per intercettare il tumore quando è ancora in fase iniziale. Si tratta quindi di individuare dei biomarcatori che riflettano il rischio personale di ammalarsi, in base al quale stabilire ogni quanto tempo è opportuno ripetere l’esame.

Va in questa direzione un progetto sostenuto da AIRC, condotto all’Istituto dei tumori di Milano da Gabriella Sozzi e Ugo Pastorino. I ricercatori e i loro gruppi stanno studiando come migliorare l’accuratezza degli esami per la diagnosi precoce del tumore del polmone combinando le informazioni ricavate dalla LDCT con altre ottenute dall’analisi di un campione di sangue. Il problema da risolvere è che in alcune persone con la LDCT possono essere riscontrati noduli la cui natura non è chiara. Per precisare la diagnosi le persone in questa situazione sono spesso sottoposte a biopsie invasive non prive di rischi. Per fare solo le biopsie strettamente necessarie, i ricercatori hanno sviluppato un test molecolare in grado di individuare nel sangue alcuni microRNA liberati dal tumore (i microRNA sono piccole sequenze di RNA che non codificano per proteine). I ricercatori hanno dimostrato che, se il test è positivo, il rischio che uno di questi pazienti sviluppi un cancro del polmone è 30 volte più alto rispetto a coloro nei quali l’esito allo stesso test è negativo. In questo modo potrebbe essere possibile identificare i soggetti a maggiore rischio, nei quali può essere opportuno procedere con la biopsia o ripetere più di frequente la LDCT. Per chi ha invece un rischio più basso di sviluppare un cancro del polmone, il richiamo per la successiva LDCT può avvenire a distanza di tre anni invece che dopo un anno.

  • Agenzia Zoe

    Agenzia di informazione medica e scientifica