Tumori della ghiandola pineale

I tumori della regione pineale possono causare sintomi come idrocefalo, sintomi neurologici o disturbi ormonali.

Ultimo aggiornamento: 5 giugno 2024

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Cos'è

Il tumore della ghiandola pineale (o epifisi) riguarda una ghiandola endocrina, ossia una piccola parte di tessuto che rilascia ormoni in grado di raggiungere parti anche distanti dell’organismo attraverso i vasi sanguigni. È lunga circa un centimetro, pesa meno di mezzo grammo ed è collocata nella parte posteriore del terzo ventricolo cerebrale. Il nome di ghiandola pineale deriva dalla sua forma, simile a una pigna (in latino “pinea”).

Le sue cellule, i pinealociti, producono la melatonina, un ormone derivato dal neurotrasmettitore serotonina che viene secreto solo di notte e ha un ruolo importantissimo nel regolare il ritmo sonno-veglia. Inoltre, la melatonina può agire come inibitore sui nuclei ipotalamici che producono l’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH). Quest’ultimo porta alla secrezione di ormoni prodotti da un’altra ghiandola cerebrale, l’ipofisi, che, tra le loro funzioni, inducono lo sviluppo sessuale nella pubertà e regolano il ciclo mestruale. La melatonina è infatti elevata nell’età prepuberale e diminuisce con l’inizio della pubertà.

Quanto è diffuso

I tumori della regione pineale (sia quelli derivati da cellule della ghiandola sia da altri tessuti) costituiscono meno dell’1 per cento di tutti i tumori cerebrali e il 3-8 per cento dei tumori cerebrali infantili. Sono neoplasie presenti nei bambini e, soprattutto, nei giovani adulti (20-40 anni).

Chi è a rischio

A oggi non si conoscono le cause di questo tipo di tumore. Alcuni studi hanno messo in relazione l’insorgenza di forme tumorali giovanili con specifiche alterazioni cromosomiche (per esempio, a carico di RB1 e DICER1). Il pineoblastoma può manifestarsi in persone affette da retinoblastoma bilaterale, un disturbo genetico ereditario.

Prevenzione

Sulla base delle conoscenze attuali non esiste alcuna forma di prevenzione contro il tumore della ghiandola pineale.

Tipologie

I tumori pineali hanno diverse classificazioni a seconda del loro comportamento biologico e delle cellule di origine.

 

I tumori che hanno origine all’interno della ghiandola pineale stessa rientrano in tre categorie:

  • Pineocitomi. Questi tumori originano dai pinealociti, le principali cellule della ghiandola pineale. Sono a crescita lenta e spesso benigni e classificati come di grado 1 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Possono svilupparsi a qualsiasi età, ma sono più comuni negli adulti tra i 20 e i 60 anni.
  • Tumori del parenchima pineale. Conosciuti anche come tumori pineali misti, derivano da una miscela di cellule diverse all’interno della ghiandola pineale. Possono essere classificati come di grado 2 o 3 secondo l’OMS e di solito ritornano dopo il trattamento iniziale.
  • Pineoblastomi. Classificato come di grado 4 (il più grave) dall’OMS, il pineoblastoma è un tumore maligno a crescita rapida che può invadere e diffondersi ai tessuti vicini del cervello e della colonna vertebrale. I pineoblastomi sono aggressivi e sono i tumori della ghiandola pineale più difficili da trattare. Si verificano un po’ più frequentemente nelle donne e vengono diagnosticati più spesso nelle persone sotto i 20 anni.

 

Altri tipi di tumori possono insorgere nella regione della ghiandola pineale pur non coinvolgendo necessariamente la ghiandola pineale stessa:

  • Tumori a cellule germinali. I tumori a cellule germinali, o germinomi, rappresentano oltre la metà dei tumori della regione pineale. Alcuni di questi includono tumori a cellule embrionali e coriocarcinomi, che tendono ad essere più aggressivi.
  • Gliomi. Come gli astrocitomi, i gliomi sono tumori del sistema nervoso che originano dalle cellule gliali. Costituiscono circa un terzo di tutti i tumori della regione pineale.
  • Tumore papillare della regione pineale (PTPR). I tumori papillari si sviluppano da cellule che rivestono le cavità del cervello e il canale centrale del midollo spinale. L’Organizzazione mondiale della sanità li classifica come di grado 2 o 3 (quindi maligni e di media gravità). Tendono a verificarsi più negli adulti che nei bambini.
  • Sempre in questa regione possono svilupparsi anche altri tipi di cancro, come meningiomi, gangliogliomi ed emangioblastomi, sebbene costituiscano una piccola parte di questi tumori.

Sintomi

Indipendentemente dal tipo, i tumori della regione pineale possono causare sintomi tramite 3 diversi meccanismi. Nel primo caso, aumentano la pressione intracranica bloccando per compressione il flusso del liquido cerebrospinale. Questa condizione prende il nome di idrocefalo e si manifesta generalmente con mal di testa e, talvolta, nausea o alterazioni della coscienza. Nel secondo caso, i tumori della regione pineale possono comprimere una delle regioni cerebrali limitrofe e quindi provocare sintomi neurologici che dipendono dalla funzione della regione coinvolta. Infine, data la funzione endocrina della ghiandola, possono dare disturbi ormonali, specie negli adolescenti e nelle donne.

Il tumore pineale tende in genere a comprimere, per via della posizione, anche il cervelletto e il tronco encefalico (la struttura che unisce il cervello al midollo spinale). Ciò provoca alterazioni dei movimenti oculari, sdoppiamento della visione, mancanza di coordinazione nei movimenti o instabilità della marcia.

Diagnosi

I tumori pineali sono in genere identificati per i sintomi che causano oppure, molto più raramente, in seguito a esami cerebrali dovuti ad altre ragioni (traumi cranici, disturbi generici).

Come per gli altri tipi di tumori cerebrali, per la diagnosi dei tumori pineali si usano tecniche di imaging, come la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM). La RM è in grado anche di mostrare la presenza di idrocefalo, mentre la TC rileva calcificazioni all’interno dei tessuti che possono essere un indice di malignità. Talvolta per eseguire la RM si inietta un mezzo di contrasto nel sangue per distinguere meglio i margini del tumore rispetto alle regioni circostanti.

Evoluzione

I tumori della ghiandola pineale sono classificati in quattro gradi in base alle caratteristiche cellulari e alla loro velocità di crescita.

  • Grado 1: sono tumori benigni. Le cellule hanno un aspetto simile ma non identico a quelle normali e crescono lentamente. Data la localizzazione, però, non è detto che un tumore benigno cerebrale sia del tutto innocuo, poiché potrebbe comprimere aree cerebrali importanti.
  • Grado 2: sono tumori maligni a comportamento incerto, con alcune alterazioni cellulari che lo differenziano da un tessuto sano.
  • Grado 3: il tessuto maligno contiene cellule molto diverse da quelle normali e cresce attivamente (si dice che il tessuto è anaplastico).
  • Grado 4: il tessuto maligno contiene cellule molto anomale e in crescita rapidissima.

 

Circa il 10-20 per cento dei tumori pineali maligni (e in particolare il pineoblastoma) diffonde attraverso il liquido cerebrospinale e forma metastasi nel sistema nervoso centrale, quasi mai in altre parti del corpo.

La prognosi dei pineocitomi è in genere molto buona, mentre quella delle forme più aggressive dipende dalla possibilità di intervenire radicalmente con la chirurgia. In generale la prognosi migliora con l’età, data la complessità dell’intervento nei bambini molto piccoli.

Come si cura

Data la posizione dei tumori, il trattamento chirurgico risulta spesso difficoltoso. Nella maggior parte dei casi si procede quindi con la radioterapia, anche perché la maggior parte di questi tumori è sensibile al trattamento radioterapico. La chirurgia può essere invece utile al fine di asportare una parte del tessuto e definire con maggior precisione il tipo di tumore. In alcuni casi la via chirurgica è utilizzata per posizionare a livello cerebrale un sistema di drenaggio (“shunt”) che aiuta a ridurre la pressione causata dall’accumulo di liquido cerebrospinale.

Anche la chemioterapia è un’opzione di trattamento, in particolare quando la malattia si è diffusa o si ripresenta dopo una cura iniziale. Sono disponibili diversi farmaci, che possono essere usati da soli o in combinazione tra loro.

Infine, a volte si procede con combinazioni di diversi trattamenti (chirurgia, radioterapia e chemioterapia) per ottenere il miglior risultato a seconda del tipo di tumore, della sua posizione e delle caratteristiche dei pazienti.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

  • Agenzia Zoe