Tumore della vescica

Questo tipo di cancro, che colpisce soprattutto i fumatori, oggi in molti casi si può curare senza rimuovere l’organo malato.

Ultimo aggiornamento: 31 maggio 2024

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Cos'è

Il tumore della vescica ha origine dalla trasformazione maligna delle cellule della vescica, ovvero l’organo che raccoglie l’urina prima che venga eliminata dal corpo. In 9 casi su 10 le cellule che si trasformano tumorali sono quelle dell’urotelio, il tessuto che riveste l’interno dell’apparato urinario, perciò si parla di tumori uroteliali.

La parola all'esperto

L'urologo Francesco Montorsi parla dei tumori della vescica e fa il punto sui progressi della ricerca su queste malattie.

Quanto è diffuso

Secondo quanto emerge dal rapporto “I numeri del cancro 2023”, redatto da AIOM, AIRTUM e PASSI, in Italia nel 2023 le diagnosi di tumore della vescica hanno rappresentato circa il 7 per cento di tutti i nuovi casi di tumori. In urologia è secondo solo al tumore della prostata. È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è quasi 4 volte più frequente negli uomini che nelle donne.

Secondo i dati del Registro Tumori, in Italia nel 2023 sono stati stimati circa 29.700 nuovi casi di tumore vescicale, considerando sia le forme superficiali che quelle infiltranti (in cui il tumore ha raggiunto lo strato muscolare della vescica). Di questi, 23.700 erano uomini e 6.000 donne. La sopravvivenza a 5 anni, in Italia, è di circa l’80 per cento, sebbene sia molto frequente la probabilità di recidiva, cioè della ricomparsa del tumore anche a distanza di tempo.

Chi è a rischio

Il principale fattore di rischio per il cancro della vescica è il fumo di sigaretta. Il rischio di sviluppare questo tumore è inoltre aumentato dall’esposizione cronica alle ammine aromatiche e alle nitrosamine (frequente nei lavoratori dell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio), da eventuali radioterapie che hanno coinvolto la pelvi, dall’assunzione di farmaci come ciclofosfamide e ifosfamide e dall’infezione da parassiti come lo Schistosoma haematobium, diffuso in alcuni paesi del Medio Oriente (Egitto in particolare).

Anche la dieta ha un ruolo importante: fritture e grassi consumati in grande quantità sono associati a un aumentato rischio di ammalarsi di tumore della vescica.

Esistono infine prove a favore di una componente genetica quale fattore predisponente.

Tipologie

Il tipo più frequente di tumore della vescica è il cosiddetto carcinoma a cellule di transizione o carcinoma uroteliale, che costituisce circa il 90 per cento dei casi. Se ne distinguono forme superficiali (due terzi circa dei casi) e forme infiltranti, in queste ultime il tumore raggiunge lo strato muscolare della vescica (si parla allora di tumori muscolo-infiltranti). Altri tipi di cancro alla vescica sono l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo, molto meno frequenti.

Il tumore della vescica compare più frequentemente sulle pareti laterali dell’organo e in genere (75 per cento circa dei casi) ha un aspetto papillare (ovvero si presenta sotto forma di piccole escrescenze), oppure ha una forma piatta o nodulare. Il tumore della vescica può diffondere localmente e a distanza per via linfatica, dapprima ai linfonodi e successivamente, attraverso il circolo sanguigno, ai polmoni, al fegato e alle ossa.

Non sempre il suo comportamento è prevedibile per quanto riguarda le ricadute, l’aggressività e le metastasi.

Sintomi

I sintomi con cui si può presentare il tumore della vescica sono comuni ad altre malattie che colpiscono l’apparato urinario. Manifestazioni frequenti sono: la presenza di sangue nelle urine (ematuria), la formazione di coaguli, la sensazione di bruciore alla vescica quando si comprime l’addome, difficoltà a urinare e dolore associato alla minzione, e una maggior facilità a contrarre infezioni delle vie urinarie. Con la progressione della malattia questi disturbi possono diventare importanti.

Prevenzione

Per quanto riguarda la prevenzione secondaria, non esistono al momento programmi di screening o metodi di diagnosi precoce scientificamente affidabili. La citologia urinaria, ossia la ricerca di cellule tumorali nel campione di urine, può dare falsi negativi se le cellule tumorali hanno un aspetto difficilmente distinguibile da quelle sane. Occorre quindi mettere in atto misure di prevenzione primaria legate ai comportamenti e alle abitudini di vita, che consistono nell’abolizione del fumo e in un’alimentazione sana ed equilibrata. Inoltre, per i lavoratori a rischio è raccomandata la sorveglianza.

Diagnosi

Nel caso vi sia un sospetto di cancro alla vescica, le procedure diagnostiche si basano sull’ecografia e sulla cistoscopia. Quest’ultima consiste nell’introdurre uno strumento a fibre ottiche nella vescica attraverso le vie urinarie. Pur essendo fastidioso, questo esame permette di vedere all’interno della vescica e prelevare campioni sospetti di tessuto che verranno poi analizzati al microscopio. Nel caso dei tumori non infiltranti, la cistoscopia è allo stesso tempo un esame diagnostico e un atto terapeutico poiché la resezione endoscopica può essere curativa se il tumore è superficiale, come avviene in una buona percentuale di casi.

In fase diagnostica è importante anche la citologia urinaria, ovvero la ricerca di cellule tumorali nel campione di urine.

L’Uro-TC, che permette di analizzare le vie urinarie dal punto di vista sia morfologico sia funzionale, la PET e la scintigrafia ossea sono utili per valutare se il tumore si è esteso oltre la vescica, coinvolgendo altri organi.

Evoluzione

Nella classificazione del tumore della vescica si utilizza il sistema di classificazione TNM. Il parametro T descrive la dimensione e le caratteristiche del tumore primitivo; il parametro N prende in considerazione l’eventuale interessamento dei linfonodi regionali; infine, il parametro M fa riferimento alla presenza o meno di metastasi a distanza. In base alle proprietà e alla diffusione del tumore si assegna alla malattia uno di 4 stadi di gravità crescente (da I a IV).

Come si cura

Le possibilità di trattamento chirurgico di un tumore della vescica comprendono la resezione endoscopica vescicale transuretrale (TURBT) per neoplasie di piccole dimensioni non infiltranti, e la cistectomia radicale (asportazione completa dell’organo) per i tumori infiltranti o resistenti ai trattamenti. Dopo aver asportato l’organo malato, spesso mediante tecnologie robotiche, il chirurgo crea una “neovescica”. Per questo si utilizza un breve tratto di intestino per formare un serbatoio per l’urina a cui sono collegati gli ureteri (i canali che trasportano l’urina dal rene alla vescica) e l’uretra (il canale attraverso cui l’urina defluisce all’esterno del corpo). L’alternativa alla neovescica è la creazione di un’urostomia: gli ureteri sono fissati alla parete addominale, o direttamente (ureterocutaneostomia) o utilizzando un tratto di intestino tenue (urureteroileocutaneostomia). In questo caso l’urina si raccoglie in un sacchetto esterno, che va svuotato e cambiato regolarmente.

In caso di tumori avanzati non operabili o di tumori metastatici, il trattamento di prima scelta è la chemioterapia, che può essere seguita dall’immunoterapia con gli inibitori dei checkpoint immunologici.

L’approccio terapeutico oggi prevede interventi combinati: a seconda dello stadio clinico, dell’aggressività e del tipo di tumore, si possono impiegare chirurgia, chemioterapia, immunoterapia, radioterapia e altre terapie innovative. Tra queste ultime vi sono l’erdafitinib, un farmaco a bersaglio molecolare, e l’enfortumab vedotin, un agente terapeutico costituito da una molecola citotossica legata a un anticorpo monoclonale che riconosce una molecola espressa dal tumore. Nel carcinoma in situ, soprattutto per evitare che la malattia si ripresenti, è efficace il trattamento intravescicale con il bacillo di Calmette-Guerin (BCG, lo stesso microrganismo che si usa in molti Paesi del mondo per vaccinare contro la tubercolosi infantile). Depositato direttamente nella vescica sulle lesioni neoplastiche, il BCG esercita un effetto immunostimolante e provoca l’eliminazione di queste ultime.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

  • Agenzia Zoe

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