Ultimo aggiornamento: 20 maggio 2019
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Nei bambini come negli adulti, il linfoma di Hodgkin (LH) si sviluppa a partire dalle cellule presenti all’interno del sistema linfatico. Questo sistema è composto dai vasi linfatici, dalla linfa in essi contenuta e dal tessuto linfatico presente in varie parti del corpo (linfonodi, milza, timo, adenoidi e tonsille, tratto digestivo e midollo osseo). Il sistema linfatico è caratterizzato in particolare dalla presenza di linfociti B e T, che hanno la funzione di difendere l'organismo da agenti esterni e infezioni e di combattere anche eventuali cellule tumorali.
In base ai dati dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), nella fascia di età compresa tra 0 e 14 anni, il LH in Italia rappresenta il 6 per cento circa dei tumori registrati (il 43 per cento di tutti i linfomi in età pediatrica) ed è lievemente più frequente nei maschi rispetto alle femmine.
I casi di LH aumentano proporzionalmente all’età, tanto che nella fascia compresa tra 15 e 19 anni la malattia rappresenta il 23 per cento circa dei tumori registrati e il 71 per cento circa di tutti i linfomi. Cambia anche la distribuzione in base al genere: l’incidenza negli adolescenti è maggiore fra le ragazze.
Le cause che portano all'insorgenza del LH non sono ancora del tutto note, ma esiste senza dubbio un legame tra questi tumori e una scarsa efficienza del sistema immunitario. Questa deficienza può essere dovuta per esempio a un trapianto di organi, con il conseguente indebolimento del sistema immunitario necessario a evitare il rigetto, all'infezione da HIV, un virus che può essere trasmesso al bambino dalla madre, o al virus di Epstein Barr (EBV), responsabile della mononucleosi infettiva.
I linfomi di Hodgkin che si sviluppano in età pediatrica hanno caratteristiche particolari e differenti rispetto a quelle che si riscontrano quando la malattia colpisce gli adulti.
Si distinguono due tipi principali di LH pediatrico: il LH classico e il LH a predominanza linfocitaria. Nella forma classica si possono inoltre identificare quattro sottoclassi: LH ricco in linfociti, sclerosi nodulare (la variante più frequente), LH a cellularità mista, LH con deplezione linfocitaria.
I sintomi del LH in età pediatrica possono essere vari e in alcuni casi molto simili a quelli di patologie non oncologiche e meno gravi, come per esempio quelli di alcune infezioni virali.
Un tipico segno della malattia è rappresentato da linfoadenopatia, ovvero un ingrossamento dei linfonodi (soprattutto del collo e delle ascelle) che in genere non è associato a dolore. Tra gli altri sintomi comunemente osservati in caso di LH ci sono febbre, perdita di peso, sudorazioni notturne, sensazione di stanchezza e prurito. Infine, quando la malattia interessa il mediastino (lo spazio della cavità toracica compreso tra i due polmoni) può provocare tosse e difficoltà respiratorie.
Non esistono attualmente indicazioni utili ed efficaci per prevenire l'insorgenza dei LH nei bambini, se non cercare di evitare l'esposizione ai fattori di rischio noti per la malattia e a quelli comuni ai diversi tipi di cancro.
La visita medica e l'osservazione dei segni e dei sintomi sono importanti per arrivare a una diagnosi di linfoma e per escludere altre potenziali patologie alla base dei sintomi, ma spesso insufficienti a diagnosticare con certezza la presenza di LH.
Dopo la prima visita e in caso di sospetto LH, il medico prescriverà quindi una biopsia dei linfonodi: è un esame insostituibile per arrivare a una diagnosi certa, nel corso del quale viene prelevato un piccolo campione di tessuto da analizzare al microscopio e con l’utilizzo di tecniche molecolari. Esistono diversi tipi di biopsia da praticare in base alle caratteristiche del paziente e della malattia.
Anche gli esami del sangue possono facilitare la diagnosi: oltre alla conta completa di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, devono essere valutati altri parametri come per esempio la velocità di eritrosedimentazione (VES).
Infine, esami di diagnostica per immagine come l'ecografia, la radiografia, la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata (TC) e la tomografia a emissione di positroni (PET) vengono in genere utilizzati per valutare l'estensione della malattia e seguirne l’evoluzione nel tempo.
La stadiazione (cioè la determinazione di quanto il tumore è esteso) dei LH pediatrici segue criteri ben specificati con cui i linfomi sono classificati in quattro stadi, in base alla localizzazione e alla diffusione della malattia.
Per la stadiazione del LH possono inoltre essere utilizzate lettere dell’alfabeto che forniscono ulteriori informazioni sulla malattia e possono essere importanti per la scelta del trattamento. La lettera A indica l’assenza di sintomi sistemici (febbre, perdita di peso e sudorazione notturna), mentre la lettera B indica la presenza di tali sintomi. Possono essere usate anche una E, a indicare che il tumore è presente in un organo che non fa parte del sistema linfatico, o una S, che indica invece la presenza del tumore a livello della milza.
La scelta del tipo di trattamento dipende dal tipo di LH e dalla sua estensione. È molto importante che il giovane paziente sia seguito presso un centro specializzato nel trattamento dei tumori pediatrici, con casistica ed esperienza adeguate.
Si può ricorrere alla chirurgia nel trattamento del LH a predominanza linfocitaria per rimuovere la massa tumorale localizzata, mentre la radioterapia, diretta in genere solo ai linfonodi o ad altre aree colpite dal tumore, può essere prevista anche in combinazione con la chemioterapia.
Quest’ultima è spesso una terapia di combinazione, per cui vengono usati contemporaneamente diversi farmaci che possono variare in dosi e tipi di farmaci a seconda delle caratteristiche della malattia e del paziente. La tendenza generale è di somministrare la dose minima di trattamento al fine di ridurre gli effetti collaterali, ma in alcuni casi sono necessarie dosi particolarmente elevate di chemioterapia, in particolare prima dell’eventuale trapianto di cellule staminali. Le cellule usate per il trapianto vengono prelevate da donatori compatibili (trapianto allogenico) o dallo stesso bambino malato prima del trattamento con la chemioterapia (trapianto autologo).
Tra le opzioni di trattamento più recenti non si possono dimenticare le terapie mirate, come per esempio gli inibitori del proteasoma o alcuni anticorpi monoclonali, che agiscono contro le molecole presenti prevalentemente sulle cellule del tumore. Alcune terapie mirate sono state sperimentate e utilizzate con successo negli adulti con LH, ma sono ancora in fase di studio nei pazienti pediatrici.
Le informazioni presenti in questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zoe