Ultimo aggiornamento: 17 settembre 2025
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Da tempo si sospetta che lo stress, soprattutto quando raggiunge livelli insolitamente alti per periodi molto prolungati, contribuisca ad aggravare il cancro e a peggiorare la prognosi. Appaiono invece finora infondate le ipotesi secondo cui esso avrebbe anche un ruolo nel causare la malattia.
Lo stress è un'esperienza tra le più comuni. Quando non raggiunge il livello di guardia, o non persiste per troppo tempo, può avere un ruolo positivo nella vita di ciascuno di noi. Accresce infatti i livelli di attenzione, consentendo di migliorare le proprie performance, per esempio nello studio, nel lavoro e nello sport. L'effetto positivo delle piccole dosi di stress può, tuttavia, annullarsi e anzi diventare negativo quando questo cresce e permane a lungo. In questo caso, quando cioè lo stress diventa cronico e i livelli di adrenalina e noradrenalina rilasciati sono costantemente elevati, si possono alterare altri mediatori metabolici, come gli ormoni in circolazione. Lo stress prolungato può inoltre contribuire a far salire la pressione arteriosa e portare alla comparsa di disturbi come ansia e depressione, disturbi gastrointestinali e persino infertilità. Anche il sistema immunitario può risentirne, e inoltre il rilascio di ormoni dello stress può generare uno stato di infiammazione dannoso per l’organismo se protratto nel tempo.
Il tema del legame tra stress e cancro è esplorato da decenni dalla scienza. Come visto, l’esposizione allo stress può indurre importanti cambiamenti biologici, come un’infiammazione persistente, che a sua volta può favorire lo sviluppo di un cancro.
In una recente revisione, alcuni ricercatori hanno analizzato i risultati di studi condotti sullo stress con cellule in coltura e animali di laboratorio. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Review Cancer, hanno mostrato alcuni meccanismi biologici con cui lo stress sembra agire sul cancro e prove plausibili che esso possa intervenire in tutte le fasi della malattia.
In linea generale, questi meccanismi non hanno trovato, a oggi, un riscontro sufficientemente solido negli studi eseguiti negli esseri umani.
Tuttavia, a fianco dei meccanismi biologici, che possono agire singolarmente o più spesso in maniera sinergica, lo stress influenza anche gli stili di vita. Può infatti portare a seguire comportamenti poco salutari che sono a loro volta associati in modo più o meno diretto con il rischio di cancro, come abusare di alcolici, fumare sigarette ed eccedere con il cibo.
Inoltre, la malattia è essa stessa fonte di stress. I risultati di alcuni studi segnalano il rischio che i malati soggetti a stress eccessivo finiscano per perdere la speranza e si sentano abbandonati a se stessi. Questa situazione appare a sua volta associata a un aumento del rischio di morte, attraverso un meccanismo ancora poco compreso, che potrebbe dipendere dall'abbandono parziale o totale delle terapie.
Allo stato attuale non esistono ricerche che abbiano dimostrato in maniera convincente un rapporto di causa ed effetto tra esposizione allo stress – per quanto intenso e prolungato – e l’insorgenza di un tumore, la sua progressione o la diffusione nell’organismo.
In passato alcuni studi, condotti prevalentemente in piccoli gruppi di donne, avevano suggerito una relazione, in particolare con il rischio di tumore mammario, che però non è stata confermata. I metodi utilizzati non erano, peraltro, molto affidabili, dato che consistevano per esempio nel chiedere a posteriori, a persone già malate, se ricordavano di avere sofferto di stress prima della diagnosi. Tipicamente in queste condizioni il ricordo può essere alterato, enfatizzato, riveduto come conseguenza dello stato psicologico associato alla malattia. In uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2016, gli autori hanno valutato il legame tra stress e cancro in oltre 100.000 donne nel Regno Unito. Le conclusioni sono state che non esistono prove certe di un’associazione tra livelli di stress percepiti, eventi avversi nei 5 anni precedenti alla diagnosi, perdita dei genitori nell’infanzia o nell’adolescenza e rischio di tumore mammario.
Gli studi disponibili non riguardano solo il tumore al seno. Per esempio, nel 2013 gli autori di un'ampia metanalisi hanno valutato l’effetto dello stress legato al lavoro in più di 116.000 uomini e donne residenti in vari Paesi europei, stati seguiti per oltre 12 anni. Nella metanalisi, i ricercatori hanno preso in esame la maggior parte delle ricerche di buona qualità pubblicate sull’argomento e hanno rianalizzato i dati, ottenendo una risposta verosimilmente più affidabile, perché basata su un numero molto grande di soggetti. Il risultato ha indicato che non c'è un nesso tra questo tipo di stress e il rischio di tumore a intestino, polmone, seno o prostata.
In uno studio danese, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2015 sull’European Journal of Epidemiology, alcuni ricercatori hanno analizzato il legame tra il disturbo da stress post-traumatico e lo sviluppo di diverse forme di tumore. Le conclusioni sono state molto simili: nessun legame è stato rilevato tra questo tipo di stress e il rischio di cancro.
In due studi condotti nel 2017 dallo stesso gruppo di ricerca, gli autori hanno invece, in uno, sollevato il sospetto che lo stress sul luogo di lavoro possa favorire l’insorgenza di tumore in diverse sedi (polmone, colon, vescica, stomaco), mentre nell’altro hanno escluso ogni relazione.
Risultati analoghi sono stati ottenuti osservando la progressione della malattia o un maggior rischio di metastasi. In questo caso, tuttavia, in alcuni studi è stato osservato un legame tra stress e aumento della mortalità per cancro.
Non esistono prove convincenti neanche di un legame diretto tra stress e ricadute di malattia. In un ampio studio, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2014 sulla rivista Cancer Nursing, gli autori hanno sistematicamente analizzato gli studi sulla relazione tra stress e ricadute, concludendo che il nesso, guardando ai grandi numeri, non c'è.
Allo stesso tempo, in studi in cui sono stati analizzati gli effetti di interventi per la gestione dello stress in pazienti oncologici, gli autori hanno osservato miglioramenti in alcuni parametri biologici, come alcuni indicatori della funzionalità del sistema immunitario, ma non risultati tangibili sugli esiti della malattia.
A oggi, dunque, resta molta incertezza e numerosi scienziati sottolineano la necessità di ulteriori studi per sanare la discordanza tra i risultati ottenuti dalla ricerca di base e quanto emerge dagli studi condotti con volontari sani e pazienti.
Se i dati sulla relazione biologica tra stress e tumore sono ancora poco chiari, sono invece molto evidenti quelli degli studi sulla qualità di vita delle persone e soprattutto dei malati. Contrastare lo stress con gli strumenti psicologici e farmacologici, quando necessario, può migliorare il benessere generale. Tra gli interventi di tipo psicoterapeutico, che sembrano efficaci contro lo stress, ci sono le terapie cognitivo-comportamentali e alcune tecniche di rilassamento e di meditazione, come il training autogeno e la cosiddetta “mindfulness”. Il medico può anche prescrivere, per brevi periodi e in presenza di stress intenso, farmaci ansiolitici come le benzodiazepine.
Infine, nei casi più lievi lo stress può anche essere gestito con interventi non medici: lo yoga e il tai chi-chuan sono discipline che sembrano aiutare a controllare lo stress. Anche attività come il canto e, in generale, la socializzazione, sembra che riducano i livelli di ormoni dello stress nell'organismo.
Oggi non esistono prove chiare e definitive di un legame tra livelli elevati di stress per periodi prolungati e un aumento del rischio di cancro. Tuttavia, i dati ottenuti in alcuni studi di laboratorio hanno suggerito la possibilità che lo stress aumenti il rischio oncologico, identificando anche alcuni dei possibili meccanismi che possano spiegare questa associazione: primi tra tutti l’infiammazione e l’indebolimento del sistema immunitario. La maggior parte delle scarse ricerche epidemiologiche condotte negli esseri umani non ha invece mostrato alcun rapporto tra stress e rischio di cancro.
Non bisogna dimenticare che tali ricerche non sono semplici: esistono vincoli etici che non permettono di causare volontariamente stress alle persone per valutarne le conseguenze. Inoltre, il cancro è un insieme di malattie complesse, ciascuna causata da un intreccio di numerosi fattori di rischio che è difficile isolare e valutare singolarmente in una ricerca. Si può comunque affermare che, come suggeriscono al MD Anderson Cancer Center, “lo stress crea un ambiente favorevole per lo sviluppo del tumore” e per questa ragione è importante cercare di evitarlo, rivolgendosi se necessario anche a esperti.
Autore originale: Agenzia Zoe
Revisione di Antonino Michienzi in data 17/09/2025
Agenzia Zoe