Trucco e soluzioni estetiche

I cambiamenti estetici dovuti al cancro e alle terapie possono avere un forte impatto emotivo ripercuotendosi sul benessere psicologico. 

Il cancro e i trattamenti per combatterlo possono indurre numerosi cambiamenti fisici, capaci di alterare la propria percezione di sé e il modo in cui ci si immagina in rapporto agli altri. Questi cambiamenti possono avere un forte impatto emotivo ripercuotendosi sul benessere psicologico.

L’immagine di noi stessi e il cancro

L’immagine che ciascuno ha del proprio corpo è qualcosa di complesso, alla cui elaborazione concorrono molti elementi: l’aspetto fisico, fattori psicologici come il livello di autostima, e il modo in cui interagiamo con gli altri.

Proprio per questo ogni persona percepisce in modo diverso sia la propria immagine corporea sia ciascun cambiamento indotto dalla malattia, che sia temporaneo o permanente e più o meno visibile dall’esterno. Anche se la malattia non produce mutamenti fisici evidenti da fuori, l’impatto sulla percezione della propria immagine può essere importante. E si può percepire in modo diverso anche il modo in cui si pensa che gli altri la considerino e vedano.

I cambiamenti fisici associati al cancro più comuni sono:

  • la perdita di capelli;
  • variazioni nel peso (può capitare sia di dimagrire sia di ingrassare);
  • cicatrici dovute a interventi chirurgici;
  • i tatuaggi usati per contrassegnare l’area da sottoporre a radioterapia;
  • le eventuali amputazioni;
  • la stomia, temporanea o definitiva. Si tratta di un’apertura chirurgica sull’addome per consentire lo svuotamento dell’intestino nei casi in cui non sia possibile ricostruire chirurgicamente la parte rimossa con il tumore;
  • l’infertilità, un cambiamento fisico che, anche se invisibile, può avere un forte impatto sulle persone coinvolte.

Questi cambiamenti possono essere molto traumatici e può essere necessario del tempo per adattarvisi. Ecco i principali segnali che si manifestano quando si ha difficoltà ad accettare la propria immagine:

  • si prova vergogna e imbarazzo nei rapporti con gli altri;
  • non si riesce ad accettare il proprio aspetto;
  • non si vuole uscire di casa per evitare di essere visti dagli altri;
  • si evita l’intimità con il proprio partner per paura di mostrare i propri cambiamenti, come le cicatrici.

Per affrontare queste conseguenze della malattia, ad alcuni pazienti può essere utile ricevere un sostegno psicologico. È inoltre possibile adottare diverse strategie per prendersi cura di sé e assumere così un atteggiamento positivo verso i cambiamenti cui si sta andando incontro.

La perdita dei capelli

La perdita dei capelli è uno degli effetti delle terapie oncologiche con un maggiore impatto estetico, per cui quando si verifica è normale essere a disagio. La loro caduta è dovuta ai danni causati ai follicoli piliferi dai farmaci chemioterapici e in misura minore dalla radioterapia. In genere comincia 1-3 settimane dopo l’inizio della terapia per diventare più evidente dopo circa 1-2 mesi.

In questi casi sapere a cosa si sta andando incontro con l’inizio della terapia può aiutare ad affrontare le varie fasi, dalla perdita dei capelli alla loro ricrescita.

  • Prepararsi alla caduta dei capelli. Non tutti i farmaci chemioterapici hanno lo stesso effetto sui capelli: alcuni possono causare il diradamento o la caduta solo sul cuoio capelluto, mentre gli effetti di altri si possono estendere anche a sopracciglia e ciglia, peli di braccia, gambe e pube. Bisogna inoltre tenere presente che gli effetti delle terapie sui capelli possono cambiare da persona a persona.
  • La fase della caduta. Nelle prime fasi ci si può accorgere della caduta dei capelli quando ci si spazzola o ci si pettina. Progressivamente la perdita dei capelli diventa più intensa e può essere sufficiente, per esempio, lo sfregamento del capo su un cuscino per vedere una forte caduta. Si può allora decidere di optare per un taglio corto prima dell’inizio del trattamento, o rasarsi quando i capelli iniziano a diventare più radi. Questo, oltre a prevenire l’impatto emotivo della caduta, può trasmettere la sensazione di avere un po’ di più il controllo della situazione.
  • Scegliere una parrucca. Molte persone preferiscono affrontare la perdita dei capelli indossando una parrucca. Può essere utile sceglierla prima dell’inizio del trattamento, tagliando una ciocca dei propri capelli per ritrovare il proprio colore o decidendo di sperimentare uno stile diverso. Esistono due tipi di parrucche, quelle sintetiche, più economiche e facili da gestire, e quelle di capelli naturali, più costose e difficili da tenere, ma anche più flessibili nella varietà di tagli e colori. Qualunque sia la scelta, è importante scegliere una parrucca che aiuti a sentirsi a proprio agio, con la consapevolezza che ci vorrà del tempo per abituarsi.
  • Non solo parrucca. Dopo la perdita dei capelli, alcuni decidono di non indossare una parrucca, per scelta personale o perché il cuoio capelluto tende a diventare molto sensibile e delicato. Una vasta gamma di foulard, turbanti o cappelli di ogni colore e stile può essere una valida alternativa alla parrucca. Bisogna però evitare materiali scivolosi - per questo è preferibile non usare la seta - o che diano fastidio al cuoio capelluto, come può capitare con alcune fibre sintetiche o con la lana pesante. Di solito si opta per il cotone, la lana leggera e i tessuti misti.
  • La ricrescita. In genere i capelli ricrescono circa sei mesi dopo la fine della chemioterapia, anche se possono esserci differenze da persona a persona. Per esempio, a volte una parte dei capelli può iniziare a ricrescere tra un trattamento e l’altro per poi ricadere. Qualunque sia la propria situazione, è importante sapere che i nuovi capelli potrebbero essere diversi da come erano prima della terapia nella struttura (più o meno sottili), nel tipo (più o meno ricci o lisci) e anche nel colore. In genere questi cambiamenti sono temporanei e nel tempo i capelli tenderanno a tornare come erano prima della cura. Nella prima fase di ricrescita può essere preferibile un taglio corto poiché potrebbero essere più fragili.

I cambiamenti della pelle e delle unghie

Durante le terapie le unghie possono diventare fragili, cambiare colore, sfaldarsi o in alcuni casi staccarsi parzialmente o del tutto dal letto ungueale.

Anche la pelle può andare incontro a molti cambiamenti:

  • può diventare secca, come conseguenza della perdita o dell’indebolimento dello strato protettivo costituito prevalentemente da sostanze grasse. Ciò può portare a desquamazione e arrossamenti, fino alla formazione di lacerazioni, specie all’altezza delle articolazioni o delle giunzioni;
  • possono comparire eruzioni cutanee quale effetto collaterale di diversi trattamenti (chemioterapia, radioterapia, immunoterapia, diversi farmaci mirati). Le eruzioni cutanee possono comparire in diverse aree del corpo ed essere accompagnate da prurito, bruciore, dolore;
  • la pelle può anche cambiare colore, a causa degli effetti del tumore su alcuni processi dell’organismo o come effetto collaterale delle terapie. A seconda dei casi può assumere un colorito più spento del solito, virare verso il grigio o il giallo, o diventare molto sensibile alla luce del sole;
  • può essere danneggiata dalla radioterapia, andando incontro a quella che viene definita radiodermite, un’infiammazione cutanea che di solito si presenta come un forte arrossamento con prurito o dolore. Talvolta possono comparire anche vescicole, edemi, alterazioni del colore della pelle, desquamazione o ulcerazioni. La radiodermite può comparire anche mesi o anni dopo la radioterapia (in tal caso si parla di radiodermite cronica) e presentarsi con un assottigliamento della pelle (atrofia cutanea), capillari ingrossati (teleangectasie), alterazioni del colore e fibrosi.

I cambiamenti a carico delle unghie e della pelle durante le terapie oncologiche non possono quasi mai essere evitati. Tuttavia in genere sono temporanei e si possono attenuare o si può ridurre il rischio che possano portare a ulteriori complicanze.

È importante indossare dei guanti quando si svolgono le faccende domestiche in modo da ridurre l’esposizione delle unghie e della pelle a saponi e detergenti. Si consiglia inoltre di usare strumenti disinfettati quando si puliscono o tagliano le unghie e di idratarle con una crema per prevenire le infezioni.

Per quanto riguarda la pelle, in tutto il periodo di terapia bisogna ricordarsi che è molto delicata, per cui è sempre importante e cercare il più possibile di non stressarla. Ecco alcuni consigli:

  • idratarla molto per prevenire secchezza eccessiva, prurito e lesioni;
  • evitare che l’acqua sia troppo calda quando ci si lava;
  • non usare prodotti aggressivi come profumi che contengono alcol;
  • non strofinare con l’asciugamano o l’accappatoio (è preferibile tamponare);
  • non esporla al vento o al freddo.

La comparsa di eruzioni cutanee o cambiamenti marcati nella propria pelle deve essere sempre riferita al medico, non solo per ricevere indicazioni su come trattarli, ma anche per escludere che sia la conseguenza di cambiamenti nella salute o di effetti collaterali delle terapie.