Ultimo aggiornamento: 29 agosto 2025
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L'urografia (o urografia endovenosa con contrasto) è un esame radiologico che consente di studiare anatomia e funzionalità dei reni, degli ureteri e della vescica.
È uno strumento utile nella diagnosi di infezioni urinarie recidivanti, dato che può rilevare la presenza di anomalie del tratto urinario che possono favorire infezioni; dell’ematuria, ossia della presenza di sangue nelle urine, delle coliche renali per la presenza di calcoli, e dei disturbi della minzione correlabili a una sospetta ostruzione delle vie urinarie.
L’urografia si effettua mediante raggi X e somministrazione di un mezzo di contrasto iodato, che viene introdotto per via endovenosa e successivamente eliminato attraverso le vie urinarie. Dopo infusione lenta del mezzo di contrasto, si effettuano alcune radiografie a intervalli di 5-10 minuti l’una dall'altra, che permettono di documentare il passaggio del mezzo di contrasto attraverso i reni e gli ureteri fino alla vescica e, infine, all’uretra.
Oggi l’urografia viene utilizzata solo in alcuni casi, perché è stata in gran parte sostituita dall’Uro-TC, la tomografia computerizzata con mezzo di contrasto e fasi escretorie, un esame che permette di visualizzare in modo più accurato e dettagliato le vie urinarie, in particolare in presenza di tumori uroteliali, ematuria o malformazioni. L’Uro-TC rappresenta quindi lo strumento di riferimento per lo studio delle vie urinarie. Consiste in una tomografia computerizzata (TC) multistrato che prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto iodato. L’Uro-TC consente di visualizzare in modo più preciso eventuali tumori uroteliali, calcoli, stenosi e malformazioni, oltre a permettere di ricostruire in 3D l’apparato urinario, pur limitando la quantità di radiazioni emesse. Tuttavia, l’Uro-TC presenta qualche limite. Richiede l’uso di un mezzo di contrasto iodato che necessita di una valutazione della funzione renale prima di essere somministrato e, inoltre, non è indicata in gravidanza o in caso di gravi allergie.
Nei pazienti giovani con presenza di sangue nelle urine, allergie o insufficienza renale lieve, si preferisce ricorrere all’urografia tradizionale piuttosto che all’Uro-TC.
Come tutti gli esami radiologici, l’urografia è controindicata nelle donne in gravidanza. L'indagine deve essere effettuata con cautela anche in presenza di insufficienza renale e allergia al mezzo di contrasto.
In genere, nei giorni precedenti l’esame, i pazienti sono sottoposti a un prelievo di sangue per studiare la funzione renale, in modo da accertare che non sia compromessa in misura tale da controindicare l’indagine. È importante anche segnalare eventuali allergie o assunzione di farmaci come metformina o FANS, che potrebbero aumentare il rischio di effetti collaterali.
In caso di riduzione della funzionalità renale o in presenza di patologie come il diabete, occorre consultare il proprio medico ed effettuare un’idratazione preventiva per via orale o tramite perfusione di soluzione fisiologica per evitare lesioni dei tubuli renali.
Nei giorni che precedono l’esame è utile adottare una dieta povera di fibre. Il medico può inoltre prescrivere lassativi da prendere un giorno o due prima dell’esame per liberare completamente l’intestino, in modo da rendere più chiare le immagini. Per la stessa ragione si raccomandano alcune ore di digiuno prima dell’indagine.
Ai pazienti sensibili che potrebbero sviluppare un’intolleranza allo iodio del mezzo di contrasto viene somministrato un trattamento antiallergico nei giorni precedenti l’esame.
L'esame non è invasivo e non richiede anestesia, per cui non occorre essere accompagnati.
L’urografia non è un esame doloroso ma richiede la collaborazione del paziente, che dovrà attendere il tempo necessario per l’infusione lenta del mezzo di contrasto. Inoltre, può essere necessaria per alcuni minuti una compressione sull’addome, che non provoca dolore ma può essere fastidiosa.
Le reazioni allergiche sono rare e generalmente di entità lieve. In alcuni soggetti predisposti può verificarsi un’alterazione della funzione renale, anche se oggi tale rischio è minimizzato grazie a protocolli di idratazione, selezione dei pazienti e uso di mezzi di contrasto moderni.
No, se si esclude la rarissima eventualità di una reazione allergica al mezzo di contrasto che, tuttavia, può essere immediatamente trattata dal personale. Per questo è importante segnalare subito la comparsa di prurito, gonfiore o difficoltà respiratorie durante la procedura.
No, se si esclude il peggioramento di un’insufficienza renale che si può evitare valutando in anticipo la situazione del paziente. L’esposizione ai raggi X, com’è noto, comporta un danno cellulare che aumenta in relazione alla dose, soprattutto nei bambini e nei giovani, per cui occorre in ogni singolo caso confrontare i possibili rischi con il beneficio che ci si attende dall’indagine.
In totale la procedura dura circa un’ora.
Non è necessario rimanere in osservazione, alla fine dell’esame si può subito tornare a casa.
Dopo l’indagine si può interrompere il digiuno e riprendere subito la propria vita normale. Di solito si consiglia di bere molta acqua nelle ore successive per favorire l’eliminazione del mezzo di contrasto attraverso la minzione.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Autore originale: DNA Media Lab
Revisione di Raffaella Gatta in data 29/08/2025
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