Scintigrafia ossea

È un esame che permette di studiare l’apparato scheletrico e il suo metabolismo, contribuendo alla diagnosi di tumori alle ossa, metastasi, infiammazioni alle articolazioni e infezioni ossee.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2025

Tempo di lettura: 3 minuti

Di che cosa si tratta?

La scintigrafia ossea è un esame di medicina nucleare che permette di studiare l’apparato scheletrico e valutarne il metabolismo. Si effettua mediante l'iniezione endovenosa di un radiofarmaco che si distribuisce nelle ossa in proporzione alla loro attività metabolica. Dopo un’attesa di circa 2-3 ore, il paziente viene fatto distendere sul lettino di un macchinario, chiamato gamma camera, che registra le radiazioni emesse dal corpo. Ne risulta un’immagine da cui è possibile desumere il metabolismo osseo e, di conseguenza, di individuare eventuali lesioni presenti, nei punti corrispondenti a un accumulo del farmaco.

L’esame scintigrafico permette, dunque, di diagnosticare patologie che alterano il normale metabolismo osseo come tumori benigni o maligni delle ossa, metastasi (cioè lesioni tumorali secondarie determinate da tumori localizzati in altri organi), patologie infiammatorie articolari e infezioni ossee. Può essere utile, inoltre, nella diagnosi del morbo di Paget, una malattia cronica che provoca un rimodellamento anomalo delle ossa, e nella valutazione di sospetta amiloidosi cardiaca, una patologia che colpisce il muscolo cardiaco inficiandone le funzioni.

È un esame che possono fare tutti?

Si tratta di un esame sicuro, che può essere effettuato anche nei bambini, dato che la quantità di radiofarmaco iniettata non determina un’irradiazione particolarmente elevata. Non sono inoltre noti effetti collaterali né reazioni allergiche.

La scintigrafia non deve essere effettuata in gravidanza perché le radiazioni, per quanto in piccole dosi, possono nuocere all’embrione. Inoltre, dal momento che le sostanze radioattive vengono eliminate attraverso il latte materno, l’esame non è indicato per le donne che allattano, se non dopo aver interrotto temporaneamente l’allattamento.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all'esame?

Per eseguire una scintigrafia ossea non serve una preparazione particolare, non occorre essere a digiuno, né interrompere eventuali terapie in corso. Una buona idratazione, però, può favorire la rapida eliminazione del radiofarmaco e migliorare la qualità dell’immagine. Per questo, dopo la somministrazione del radiofarmaco, che precede di circa 3 ore l’esecuzione dell'esame vero e proprio, si consiglia al paziente di bere molta acqua. Prima di eseguire l'indagine occorre rimuovere oggetti metallici che possono modificare la rilevazione delle radiazioni, come collane, spille, orecchini e piercing.

È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso venire da solo? Potrò guidare la macchina per tornare a casa?

Non è necessario farsi accompagnare e alla fine dell'esame si può tranquillamente guidare. Nel caso in cui il paziente sia claustrofobico e debba ricorrere a una terapia ansiolitica durante l’esame, sarà opportuna la presenza di un accompagnatore che possa guidare l’auto al suo posto. Per motivi di radioprotezione, è bene non essere accompagnati da persone di età inferiore a 18 anni e donne in gravidanza.

L'esame è doloroso o provoca altri tipi di disagio?

La scintigrafia ossea è una tecnica indolore. L'unico modesto fastidio può essere legato alla puntura dell’ago usato per la somministrazione endovenosa del farmaco. Non c’è da attendersi alcun disagio dalla scintigrafia, né effetti collaterali.

L'esame comporta dei rischi immediati?

La sostanza radioattiva iniettata è marcata con un radioisotopo che viene smaltito velocemente dall’organismo. L’iniezione è sicura, ben tollerata e non esistono descrizioni di gravi allergie o di altre preoccupanti reazioni avverse.

L'esame comporta dei rischi a lungo termine?

Il radiofarmaco iniettato emette radiazioni, ma le dosi sono molto basse. L’organo che nel corso dell’esame risulta essere il più esposto alle radiazioni è la vescica, ma è possibile ridurre al minimo i rischi bevendo abbondantemente e urinando dopo l’esame.

Quanto dura?

La durata dell’indagine vera e propria è di circa 20-30 minuti. In questo tempo si chiede al paziente di stare immobile mentre il dispositivo rivelatore acquisisce le radiazioni emesse dal corpo, che vengono convertite in immagini da un computer. Il radiofarmaco deve essere iniettato 2-3 ore prima dell’esame, in modo che abbia il tempo di accumularsi nello scheletro e localizzarsi in corrispondenza delle eventuali lesioni.

Alla fine devo restare in osservazione? Per quanto?

Non è necessario nessun periodo di osservazione dopo l’esame.

Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?

Al termine della scintigrafia ossea è opportuno osservare alcuni piccoli accorgimenti. Innanzitutto, per facilitare l’eliminazione del radiofarmaco, occorre bere molto e urinare spesso. Dopo l'utilizzo del WC è opportuno far scorrere abbondantemente l'acqua e lavarsi bene le mani. Per le 24 ore successive all’esame, inoltre, è prudente evitare il contatto stretto con le donne in gravidanza e i bambini fino a 12 anni.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

Autore originale: DNA Media Lab

Revisione di Sofia Corradin in data 25/11/2025

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