Tumore al seno triplo negativo: abbinare la dieta mima digiuno all’immunoterapia per potenziarne l'efficacia

Ultimo aggiornamento: 14 settembre 2022

In uno studio condotto dal gruppo di Valter Longo all’IFOM di Milano, i ricercatori hanno valutato, per ora in animali di laboratorio, l’efficacia dell’abbinamento della dieta mima digiuno (DMD) all’immunoterapia in tumori al seno triplo negativo, i più aggressivi e finora non trattabili con terapie mirate. I risultati dello studio, condotto grazie al sostegno di Fondazione AIRC e alla collaborazione di IEO, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Ospedale San Raffaele e Università di Palermo, sono stati pubblicati sull’autorevole testata scientifica Cell Reports.

 

Milano, 14 settembre 2022 - Il tumore al seno è la forma di cancro più diffusa tra le donne: ogni anno nel mondo colpisce più di 2 milioni di pazienti e causa più di 600 mila decessi. La forma di tumore al seno più difficile da curare è il triplo negativo, cosi chiamato per la mancanza di tutti e tre i marcatori specifici che possono distinguere le cellule tumorali da quelle sane. Questi marcatori permettono di offrire terapie mirate contro le cellule tumorali, risparmiando le cellule sane e minimizzando i pesanti effetti collaterali spesso associati alle terapie antitumorali classiche, a oggi le uniche possibili per il triplo negativo.

In uno studio condotto dal gruppo del Professor Valter Longo al’IFOM di Milano, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Cell Reports, i ricercatori hanno provato ad abbinare la dieta mima digiuno (DMD) all’immunoterapia. L’efficacia della dieta mima digiuno è stata già dimostrata in abbinamento alla chemioterapia, in precedenti studi condotti dal gruppo di ricerca. Il fine in questo caso era riattivare la risposta immunitaria antitumorale, limitando e prevenendo effetti collaterali come l’infiammazione sistemica. Lo studio, condotto dal gruppo di Longo all’IFOM, con la collaborazione dei gruppi di ricerca del professor Francesco Bertolini in IEO, del professor Mario P. Colombo della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT), del Professor Paolo Dellabona dell’Ospedale San Raffaele e del Professor Claudio Tripodo dell'Università di Palermo, è stato sostenuto da Fondazione AIRC. I risultati ottenuti hanno mostrato che i cambiamenti metabolici, cellulari ed extracellulari indotti dalla DMD rimodellano il microambiente tumorale rendendolo meno immunosoppressivo e promuovendo cosi la riattivazione del sistema immunitario mediata dagli immunoterapici. “Gli esperimenti – spiega Longo – sono stati condotti in animali di laboratorio in cui sono stati impiantati due tipi di cellule in coltura di tumore alla mammella triplo negativo resistenti all’immunoterapia”. I dati raccolti mostrano che la DMD aumenta l’efficacia della risposta antitumorale anche in tumori resistenti, favorendo l’espansione di una sottopopolazione delle cellule T del sistema immunitario, le quali sono riprogrammate e riattivate dall’immunoterapia. Per poter identificare tale popolazione cellulare, i ricercatori si sono avvalsi di una tecnica chiamata “single Cell RNAseq”. Tale tecnica ha consentito di distinguere le varie sottopopolazioni del sistema immunitario, in base ai profili di trascrizione dell’RNA rilevati dalle analisi bioinformatiche eseguite all’IEO. L’aumento di tale sottopopolazione immunitaria è stata confermata analizzando, in collaborazione con l’INT di Milano, i profili delle cellule immunitarie con la tecnica della citofluorimetria.

Benché la dieta mima digiuno sia in grado di sensibilizzare entrambe i tipi di cellule tumorali all’immunoterapia, la risposta immunitaria antitumorale è risultata essere mediata da meccanismi diversi nei due casi. In un caso ciò è avvenuto con l’attivazione delle cellule T citotossiche, ovvero le cellule predisposte a riconoscere ed attaccare le cellule tumorali Nell’altro caso, invece, si sono ridotti i livelli delle cellule T regolatrici immunosoppressive, ovvero cellule che inibiscono l’attività delle cellule T citotossiche e creano un ambiente immunosoppressivo. “Pertanto la DMD – fa notare Salvatore Cortellino, primo autore dell’articolo – sembra esercitare un’azione diversa sui diversi tipi di cellule tumorali valutate, verosimilmente in base al proprio profilo genetico e metabolico. La conseguente risposta immunitaria antitumorale sembra perciò dipendere dalle interazioni, con il tumore, delle cellule e molecole di difesa coinvolte, e inoltre dalle condizioni del microambiente tumorale”.

I risultati dello studio hanno per ora provato l’efficacia dell’abbinamento della dieta mima digiuno con l’immunoterapia nei topi. Come prossimo passo i ricercatori prevedono di verificarne l’efficacia in studi clinici. “Il risultato è promettente – conclude Longo –. Insieme agli studi recenti di Vernieri e colleghi all’INT, che hanno mostrato forti cambiamenti del sistema immunitario in pazienti oncologici trattati con la DMD, tutto ciò potrebbe rivelarsi di grande importanza. Se validata clinicamente in studi clinici con ampie casistiche, la strategia individuata potrebbe essere utilizzabile contro molti tipi di tumore e potrebbe portare un notevole beneficio alla terapia di molti pazienti oncologici, soprattutto quelli più anziani e quelli sottoposti a molteplici farmaci che attivano il sistema immunitario e che causano forti effetti collaterali.”