Tumore al seno: obesità e sovrappeso riducono l’efficacia di un diffuso farmaco chemioterapico

Ultimo aggiornamento: 14 settembre 2020

Le donne con tumore al seno sovrappeso o obese potrebbero trarre minore beneficio delle pazienti normopeso dal trattamento con docetaxel, comune farmaco chemioterapico. A questa conclusione è giunto un team internazionale di ricercatori sulla base dell'analisi retrospettiva dei dati di un'ampia sperimentazione clinica. Lo studio, condotto da ricercatori della KU Leuven (Belgio), dell'Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e reso possibile anche con il sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.

Nella maggior parte dei paesi europei, oltre la metà delle donne è sovrappeso o obesa (indice di massa corporea – BMI – superiore a 25 kg/m2, secondo la definizione dell'OMS). Negli Stati Uniti la percentuale sale a oltre il 63% ed è previsto un ulteriore aumento nei prossimi anni. È dimostrato che le donne obese sono soggette a maggiori rischi sia di tumore al seno sia di recidiva. Inoltre, molti pazienti oncologici sono sovrappeso o obesi, ma l'efficacia dei farmaci antitumorali in relazione all'indice di massa corporea non è generalmente nota.

Il team dei ricercatori ha analizzato i dati di una sperimentazione clinica su oltre 2800 pazienti con carcinoma mammario iniziata intorno all’anno 2000. I dati raccolti coprono un periodo di oltre un decennio. Le pazienti sono state trattate con una combinazione di farmaci chemioterapici con o senza docetaxel, uno fra i chemioterapici più utilizzati al mondo.

L'analisi statistica dei dati relativi a recidive e decessi ha evidenziato che le pazienti sovrappeso e obese la cui terapia comprendeva il docetaxel hanno avuto esiti peggiori rispetto a quelle normopeso (BMI tra 18,5 e 25 kg/m2). Tale differenza non si osserva nelle pazienti sottoposte a chemioterapia senza docetaxel. "Il docetaxel è un farmaco lipofilo: il grasso corporeo potrebbe assorbire parte del farmaco prima che riesca a raggiungere il tumore", spiega la Professoressa Christine Desmedt del KU Leuven Laboratory for Translational Breast Cancer Research, che ha iniziato lo studio mentre era ancora all'Istituto Jules Bordet (Belgio). 

I risultati sollevano l’attenzione circa il trattamento con docetaxel di pazienti oncologici obesi e sovrappeso. "Se la ricerca di follow-up dovesse confermare che i risultati sono legati esclusivamente alle caratteristiche farmacologiche del docetaxel, tali conclusioni varrebbero probabilmente anche per altri tipi di tumore. Ci chiediamo inoltre se altri chemioterapici della stessa famiglia possano avere un effetto analogo. Per definire nuovi protocolli di terapia mirati a chi non fosse normopeso occorrono però ulteriori ricerche,Il pubblico deve anche essere meglio informato sul legame tra BMI e tumore al seno".

"Nel mondo della medicina e della ricerca, dobbiamo dedicare maggiore attenzione agli effetti dell'obesità su biologia, progressione del tumore al seno ed efficacia delle terapie", sottolinea il Professor Elia Biganzoli dell'Unità di Statistica Medica e del CRC in Data Science dell'Università degli Studi di Milano, attivo anche presso l'Istituto Nazionale dei Tumori. "C'è ancora molto lavoro da fare in quest'ambito."

Ulteriori informazioni

Lo studio "Differential Benefit of Adjuvant Docetaxel-Based Chemotherapy in Patients with Early Breast Cancer According to Baseline Body Mass Index" di C. Desmedt, M. Fornili, F. Clatot et al., pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, è disponibile su richiesta.

Lo studio è stato in parte finanziato da Fondation Cancer Luxembourg (alla Professoressa Desmedt) e da Fondazione  AIRC (al Professor Biganzoli).

 

LA FONDAZIONE IRCCS - ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI (INT)

La Fondazione IRCCS - Istituto Nazionale dei Tumori (INT) è un istituto pubblico di ricovero e cura a carattere scientifico. Fondato nel 1928, l’INT è primo in Italia tra gli IRCCS oncologici ed è centro di riferimento nazionale e internazionale sia per i tumori più frequenti che per quelli più rari e pediatrici. Con 540 persone dedicate e 27 laboratori, è oggi polo di eccellenza per le attività di ricerca pre-clinica, traslazionale e clinica, di assistenza ed epidemiologica. Definito come «Comprehensive Cancer Center», secondo quanto stabilito dall’Organizzazione degli Istituti del Cancro Europei (OECI), l'INT, con 10 brevetti e ben 5 Registri di Patologia Istituzionali, è affiliato a oltre una decina di organizzazioni internazionali per la ricerca e cura del cancro (OECI, UICC, WIN, EORTC) ed è membro nella rete «Cancer Core Europe» formata dai 7 principali European Cancer Center. Nel portfolio INT 2018: 667 studi clinici, 722 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali, 179 progetti finanziati da enti pubblici e privati. INT è uno dei Centri di riferimento nel panorama assistenziale lombardo e nazionale: nel 2018 sono stati più di 18.000 i pazienti ricoverati e oltre un milione 238 mila le visite ed esami a livello ambulatoriale eseguite. Oltre all’attività di ricerca e clinica, l’Istituto si occupa di formazione, ospitando 180 specializzandi universitari.