Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2022
Ai blocchi di partenza lo studio NIBIT-ML1, trial clinico sviluppato da Fondazione NIBIT con il contributo di Fondazione AIRC, per testare l’efficacia e la sicurezza di una nuova combinazione di farmaci in quei pazienti con melanoma o tumore al polmone che non rispondono all’immunoterapia. Il 7 novembre la prima somministrazione al Centro di Immuno-Oncologia del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena
Combinare l’immunoterapia con i farmaci epigenetici per migliorare la risposta alle terapie anticancro. Parte da Siena -grazie alla Fondazione NIBIT- il primo studio al mondo (NIBIT-ML1) che valuterà l’efficacia e la sicurezza della tripla combinazione di due farmaci immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) con una nuova formulazione orale di un farmaco epigenetico (ASTX727) rispetto alla sola combinazione di ipilimumab e nivolumab, in pazienti affetti da melanoma e tumore polmonare non a piccole cellule, localmente avanzato o metastatico, resistenti ad un precedente trattamento con anti-PD-1/PDL-1. Uno studio possibile grazie anche al finanziamento nell’ambito del progetto 5x1000 di AIRC (Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro) coordinato dal professor Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-Oncologia al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena in collaborazione con diversi centri di ricerca italiani (INT Milano, IST Genova, Università di Firenze, Napoli e Sassari).
Combinare e modificare il tumore
Nell’ultimo decennio l’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di molti tumori. Alcune neoplasie che in passato non lasciavano alcuna speranza, oggi possono essere affrontate con maggiore successo. Melanoma, tumore del polmone e tumore del rene sono solo alcuni esempi. Nonostante i grandi progressi compiuti, rimane ancora una quota consistente -circa il 50%- di pazienti che non rispondono efficacemente ai trattamenti. “Oggi -spiega Michele Maio, professore ordinario di Oncologia dell’Università di Siena e direttore del Centro di Immuno-Oncologia (CIO) al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e presidente di Fondazione NIBIT- la ricerca in immuno-oncologia si sta concentrando nel tentativo di aumentare il numero di pazienti che possono trarre beneficio da questi trattamenti. Una strategia è quella di migliorare la sequenza con cui somministrare i diversi immunoterapici, l'altra prevede la somministrazione dell'immunoterapia abbinata a molecole in grado di modificare le caratteristiche della malattia con l'obbiettivo di rendere maggiormente visibile il tumore al sistema immunitario”.
Lo studio NIBIT-ML1
Fondazione NIBIT, sin dalla sua nascita nel 2012, ha ideato, pianificato ed implementato diversi studi clinici volti a migliorare sempre di più l’efficacia dell’immunoterapia. Lo studio NIBIT-ML1 che partirà lunedì 7 novembre arruolando a Siena il primo paziente, rappresenta l’ultimo passo di una lunga storia di ricerca. In questi ultimi 10 anni la Fondazione ha identificato in vitro ed in vivo in modelli animali il ruolo immunomodulante dei farmaci epigenetici generando il razionale scientifico per arrivare ad utilizzarli nell’uomo in combinazione con i principali farmaci immunoterapici. “Il nostro obbiettivo -spiega Anna Maria Di Giacomo, professore associato di Oncologia Medica presso l’Università di Siena, responsabile del programma di sperimentazioni cliniche di Fase I/II del CIO e coordinatrice dello studio- sarà quello di valutare l’efficacia della combinazione di due farmaci immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) in associazione ad un nuovo farmaco demetilante nei pazienti con melanoma metastatico o tumore del polmone che hanno fallito una precedente terapia con anticorpi diretti contro PD-1/PD-L1, già disponibili nella pratica quotidiana”.
Migliorare l’effetto dell’immunoterapia
La novità di questo approccio è la somministrazione di un farmaco epigenetico -ASTX727- capace di determinare modificazioni nel DNA delle cellule tumorali per poterne modularne l’espressione genica. Le modifiche generate dal questo farmaco fanno sì che le cellule tumorali esprimano, sulla loro superficie, molecole che hanno un ruolo fondamentale nell'interazione tra tumore e sistema immunitario. Così facendo, come già dimostrato in precedenti studi ad opera della Fondazione NIBIT, il tumore risulta maggiormente visibile agli occhi delle nostre cellule di difesa. In questo modo si creano le condizioni ottimali per fare in modo che gli immunoterapici possano avere maggiore efficacia.
L’importanza della ricerca no-profit
Studiare in profondità i meccanismi che il tumore mette in atto per evadere la risposta immunitaria è di fondamentale importanza. Poterli decifrare rappresenta il punto di partenza per lo sviluppo di nuove strategie da associare all'immunoterapia. “Lo studio clinico in partenza oggi si è reso possibile anche grazie all’importante ruolo di ricerca svolto delle associazioni no-profit. Come Fondazione NIBIT negli anni scorsi abbiamo dato vita al primo studio al mondo di combinazione tra un farmaco epigenetico (della classe dei demetilanti del DNA) ed ipilimumab nel melanoma. Il trial NIBIT-M4 di fase Ib coordinato dalla professoressa Di Giacomo ha portato nel 2019 alla pubblicazione di un importante lavoro su Clinical Cancer Research. Quanto ottenuto in termini di evidenze cliniche e traslazionali generate sulle biopsie dei tumori dei pazienti trattati ha posto le basi per lo studio NIBIT-ML1. Un risultato possibile grazie alla ricerca no-profit” conclude Maio.
Informazioni sullo studio
Lo studio NIBIT-ML-1 è uno studio di fase II randomizzato che valuterà l’efficacia e la sicurezza della tripla combinazione di due farmaci immunoterapici, ipilimumab e nivolumab, con una nuova formulazione orale di un farmaco epigenetico denominato ASTX727 rispetto alla sola combinazione di ipilimumab e nivolumab, in pazienti affetti da melanoma e tumore polmonare non a piccole cellule, localmente avanzato o metastatico, resistenti ad un precedente trattamento con anti-PD-1/PDL-1. Obbiettivo primario dello studio sarà quello di valutare il tasso di risposte obbiettive della tripla combinazione e della combinazione di ipilimumab e nivolumab, al fine di definire la possibilità di superare la resistenza ad anti-PD-1/PDL-1 con la tripla combinazione di ipilimumab, nivolumab ed il farmaco epigenetico ASTX727.